INTERNELCUORE TV

Torino-INTER 2-2

martedì 9 novembre 2010

A RUOTA LIBERA...Rafa è già a un bivio ?


Che l'eredità di Mou fosse pesantina lo sapevano tutti, ma forse in casa Inter il contraccolpo dell'addio dello "Special One" è stato sottovalutato, il capolavoro soprattutto psicologico di far rendere una rosa a dirla tutta non così eccezionale, al 130% andava gestito in tutt'altra maniera, non certo confidando nel mantenimento del gruppo sui livelli della scorsa stagione, va bene la gratitudine verso i protagonisti del "triplete", ma un mercato così di basso profilo è un autogol clamoroso, solo che ora, a pagare colpe sue e non, rischia di essere, sin da subito, chi si è trovato a sostituire il portoghese, e cioè Rafa Benitez.


La mezza sfuriata di Moratti dopo Londra non è sicuramente destinata a restare un episodio isolato, la nuova titubante prova col Brescia è la prova che il giocattolo nerazzurro scricchiola, anzi, stando all'incredibile serie di infortuni, si è proprio già rotto, nel vero senso della parola, e anche sul piano fisico qualche errore si deve esser fatto per forza, soprattutto nella gestione dei reduci da un'annata, estate mondiale compresa, oltremodo stressante per elementi (in pratica tutti) non di primo pelo.


Se si voleva inserire i giovani in squadra non si poteva e doveva arrivare a farlo in un colpo solo, l'Inter con in campo tutti insieme i Coutinho, i Biabiany, gli Obi vari non può essere competitiva come lo era lo scorso anno, di non avere sostituti all'altezza bisognava rendersene conto prima, mica si può rimpiangere poi che si fanno male Muntari e Mariga se hai fuori Stankovic, Cambiasso e Motta, e nemmeno chiedersi perché i baby non segnano se Milito sta in piedi per miracolo e si è lasciato partire Balotelli (mica detto che si sarebbe infortunato comunque...).


Fatto sta che i campioni d'Italia e d'Europa sono già a un bivio, in una settimana devono vincere a Lecce e nel derby, visto che il Milan è davanti, la Juve è a un punto, la Roma è quasi del tutto rientrata a e la Lazio poteva essere ben più a tiro non si fossero gettati punti per strada, poi, la settimana dopo, va realizzato il secondo match point di coppa dopo aver sprecato col Tottenham la chance di chiudere il discorso qualificazione in Champions con due turni (e quindi quattro mesi) di anticipo. Infine, fra un mese c'è un appuntamento fondamentale, quello col Mondiale per club, da mettere in bacheca per dare continuità alla striscia di successi, con l'aggravante di dover poi recuperare incontri di campionato in una posizione di rincorsa.


E in tutto questo il buon Benitez? Deve dimostrare di avere in pugno il gruppo e i suoi elementi più destabilizzanti, avere un progetto che non si limiti a pregare nel talismano Eto'o, e il coraggio di pretendere, dalla squadra e dalla dirigenza, un cambio di rotta, da tradurre anche in innesti di mercato importanti.


Solo che, non arrivassero i risultati, il primo a finire sul mercato sarebbe proprio lui. Sul mister madrileno incombe più di uno spettro, nessuno ha mai fatto mistero di puntare, per un futuro non lontano, a Guardiola, che al Barcellona non è poi tanto sopportato, in estate, prima di arrivare all'ex guru del Liverpool si era pensato anche a quell'Hiddink garanzia di calcio spettacolo oltre che di risultati, che, in considerazione del flop ala guida della Turchia, potrebbe tornare a portata, per tacere di un'ipotesi affascinate come quella di riportare in Italia, fresco del tanto agognato primo campionato vinto, in Russia, dove lo Zenit è prossimo al trionfo, Luciano Spalletti, che nel suo contratto col sodalizio di San Pietroburgo ha una clausola che gli concede di liberarsi già dopo novembre in caso di chiamata da una grande.


Vedere l'ex timoniere giallorosso come traghettatore da gennaio in attesa del giovane collega spagnolo non è ipotizzabile, se Benitez arrivasse al capolinea la carta Spalletti sarebbe da vedere a lungo termine (con chissà quali ripercussioni in casa Roma), altrimenti Rafa in sella sino all'estate e poi spazio alle fantasie blaugrana, magari con il fenomeno Messi in dote. C'è sempre l'opzione che invece rimanga e vinca, ma l'ottimismo in quest'ottica nell'ambiente meneghino sembra scemare col passare dei giorni. E della partite scialbe. Tradotto in soldoni, se non fa suoi derby ed Intercontinentale, adiòs.

Nessun commento: