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Torino-INTER 2-2

mercoledì 8 luglio 2009

MONDOINTER : Lunga vita (nerazzurra) a Cambiasso



A gennaio il Manchester City, ora il Liverpool. Tra conferme e smentite, l’unica certezza è che in Premier League (e non solo) uno come Esteban Cambiasso fa gola, eccome. E come dar torto ai club che vorrebbero affidargli le chiavi del centrocampo nerazzurro? Oggi il Cuchu è uno dei centrocampisti più completi al mondo, ma questa non è una novità. Dal 2004, anno in cui l’Inter lo prelevò gratuitamente dal Real Madrid dei primi Galacticos (in cui lui, evidentemente, non avrebbe potuto trovare spazio...), l’argentino è cresciuto in modo impressionante, fino a guadagnarsi il ruolo di insostituibile, prima con Mancini, poi con Mourinho. Cambiasso non è solo un autentico jolly in mezzo al campo (gli manca solo di indossare i guanti da portiere, anche perché in attacco sa muoversi come un centravanti esperto), ma è anche un idolo per tutto il popolo nerazzurro, che ne apprezza le qualità professionali e umane. Alzi la mano chi lo ha mai visto comportarsi in modo scorretto nei confronti di un avversario, o criticare qualcuno al termine di una partita. Comportamenti equilibrati fuori dal campo, animus pugnandi dentro. Basta poco per amare un giocatore così, in grado di coprire tutti i buchi di una squadra, rinunciando anche alle sue naturali predisposizioni. Con Mourinho, infatti, il Cuchu si è dovuto adattare a un ruolo più difensivo, che lo ha allontanato dalla porta avversaria dove spesso e volentieri sa essere mortifero.Lo Special One non poteva infatti rinunciare alle sue qualità di calamita di ogni pallone transitante dalle sue parti. Un autentico mago nel far sparire la sfera dai piedi dell’avversario, troppo prezioso per tenerlo distante dalla propria area di rigore. Il soldato Cambiasso, ovviamente, ha obbedito e si è ritagliato ancora una volta un ruolo in cui oggi sa eccellere, quello dell’interditore. Con i piedi buoni, tra l'altro, considerato che la sua carriera è iniziata come trequartista. Un lusso davanti alla difesa, insomma, di quelli che ogni club vorrebbe concedersi. Ma Liverpool, Manchester City o chi per loro devono mettersi il cuore in pace. Non c’è infatti offerta da capogiro che tenga, Moratti non si priverebbe per nulla al mondo del suo fenomeno, il più importante quanto silenzioso giocatore dell’Inter, il cui equilibrio tattico dipende spesso e volentieri dalla presenza dell’argentino in campo. Né, da parte sua, qualcuno sentirà mai lamentele per un presunto mal di pancia: l’Inter non è solo la sua squadra, ma la sua famiglia, e il Cuchu non lo ha mai nascosto. Oggi, anche senza quel ciuffo insolito che lo caratterizzava nelle sue prime stagioni nerazzurre (“Lo lasciavo perché ho la testa a forma di uovo”, diceva prima di darci un taglio netto), Cambiasso ha continuato a crescere ed è diventato il faro di questa squadra, più di tanti altri campioni assai quotati a livello mediatico. Lunga vita al Cuchu, dunque, e che sia ancora a lungo tinta di nerazzurro.

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