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Torino-INTER 2-2

martedì 11 agosto 2009

PALLONATA in FACCIA : C . V . D ! ( Come volevasi dimostrare...)








Nel mio post di sabato...subito dopo la partita avevo scritto :

"A far festa é la Lazio e tutta l’ Italia anti interista come succede in queste occasioni.Il risultato alimenterá ancor di piú il grande momento di euforia dei tifosi ruBentini che vivono in questi giorni malgrado la batosta di ieri contro il Villareal , ma si sá, il loro é calcio di agosto....
Si sprecheranno i commenti maligni contro Mourinho e contro Moratti..."

Come volevasi dimostrare ...

La sconfitta dell’Inter nella Supercoppa, ha immancabilmente aperto processi e dato adito a nuove e fantasiose "verità". Il post-Calciopoli, se mai ce ne fosse stato bisogno, ha ribadito il ruolo che la squadra neroazzurra si è ormai ritagliata, installandosi ormai per distacco come nuova antipatica del calcio italiano. La sconfitta del 'Bird's Nest' di Pechino ha aperto i soliti processi pretestuosi dei calciofili buontemponi di turno, pronti a sparare a zero per poi salire, in barba a dignità e coerenza, sul carro dei vincitori quando i reali valori diventeranno incontrovertibili. Dall’analisi del dopo partita tra i vari organi di informazione il comun denominatore è risultato chiaro e lampante: Inter “zeru tituli”, citando sarcasticamente una delle perle comunicative del Josè di Setubal. Fino a qui nulla di strano, con l’orgogliosa compagine biancoceleste, umile e coesa che ha portato a casa, supportata da una dose imbarazzante di buona sorte, l’agognata coppa, primo trofeo ufficiale stagionale. La nota dolente, semmai, riguarda le varie analisi giornalistiche, e proprio in questo campo mi sono imbattuto nelle più disparate e imbarazzanti interpretazione, per la serie "non ci resta che piangere". L’obiettività d'altronde non è virtù di tutti e per tutti. Perche se è vero che l’imprevedibilità di questo sport sollecita osservazioni e critiche tra più disparate e discutibili, e la dimostrazione nasce dal fatto che non sempre il più forte e chi gioca meglio vince (come palese è risultato in questa occasione), non si possono però omettere i numeri, che anche se crudi e nudi, rappresentano e facilitano la lettura di uno spartito, in uno spettacolo come una contesa sportiva. Per dimostrare l'incoerenza di certe disamine sarebbero quindi sufficienti le statistiche dell'incontro come i quindici tiri dell’Inter contro i tre della Lazio, o il possesso palla, 65% Inter e 35% Lazio, che conferma il lungo predominio territoriale dei neroazzurri. L'imputazione che va fatta ai neroazzurri, semmai, riguarda l'innumerevole spreco di occasioni per far pendere la bilancia dalla loro parte. Neanche con il più audace sforzo di fantasia è dato riscontrare nel match di sabato una superiorità della squadra capitolina nei confronti dei campioni d’Italia. Le presunte lezioni che Ballardini avrebbe impartito all’ormai sempre più mal sopportato Mourinho, meriterebbero un solo laconico e rigoroso silenzio, necessario in talune circostanze, esercizio che molti evitano di praticare, sproloquiando ciclicamente. Mi fermo qui, tanto è largamente sufficiente per dimostrare l'incoerenza di taluni giudizi, troppo spesso figli di preconcetti standardizzati. In molti, inoltre, cominciano già a sussurrare per una presunta "crisi Inter", argomento sempre gradito per riempire le cronache calcistiche in tempi di vacche magre, nell'impossibilità di parlare delle proprie vittorie, mettono in risalto la sconfitta dei nerazzurri, addentrandosi in analisi kafkiane, decisamente originali. Ma niente di grave, è semplicemente la già nota, ai più, alterazione o travisamento della realtà, il cosiddetto mondo parallelo, Mourinho docet.

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