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Torino-INTER 2-2

giovedì 15 novembre 2012

A RUOTA LIBERA....Strama,in una big dal nulla





Andrea Stramaccioni si racconta a Sette del Corriere della Sera parlando della sua esperienza e del suo rapporto con i giocatori dell'Inter.

"Nel mio piccolo il messaggio della vicenda è che anche in Italia un allenatore che non era un giocatore famoso, o che non è un figlio d'arte, può arrivare in un grande club - le parole del tecnico nerazzurro -. "Ce l'hai fatta dal nulla" è il complimento più bello che possono farmi".


L'ex mister delle giovanili della Roma ricorda lo stop al calcio giocato quando giocava nella Primavera del Bologna: "E' stato il passaggio più triste della mia giovane vita. È stato come se, in un colpo solo, si fosse infranto tutto. Sogni di arrivare in Serie A. Ma soprattutto desideri giocare. Ancora adesso, dopo un po' che tiro calci al pallone, mi si gonfia il ginocchio. Ero ingrassato tanto, quindici chili. Ero giù. Mi ha aiutato la mia famiglia e lo studio".


Poi Stramaccioni parla delle qualità che gli hanno permesso di guidare una panchina importante come quella nerazzurra: "L'intuizione fortunata sui cambiamenti di ruolo di alcuni giocatori è stata un denominatore comune della mia vita professionale. La sottogavetta sui campi di terra e il fatto di aver fatto l'osservatore per club professionistici".


Lo studio per l'allenatore della "Beneamata" è un elemento fondamentale: "Sì perchè ti insegna il metodo, lo dico sempre ai miei giocatori. I ragazzi in questo momento storico hanno più agevolazioni e spesso la voglia di arrivare, calcisticamente, è data da quanta fame hai. Di questa fame, ne vedo mediamente meno in Italia". 



 

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