Non è il Mourinho scoppiettante al quale ci eravamo abituati (e affezionati). Ma è pur sempre Mourinho. E qualche perla nella prima conferenza stampa della sua seconda stagione all'Inter la regala. Soprattutto, però, il tecnico portoghese lancia una serie di frecciate all'indirizzo della società che, probabilmente , non faranno piacere al presidente Moratti. Chiamato indirettamente in causa per "una rosa troppo ampia", "obiettivi di mercato mancati", "ualità che manca rispetto alle più importanti concorrenti europee". Ciò che è certo è che allo Special One questa Inter non piace più di tanto. Anzi, gli piace talmente poco che mette subito le mani avanti: «Non è la squadra che sognavo due mesi fa. Quindi gli obiettivi saranno adattati a questa realtà. Miracoli non ne posso fare. Non sono Merlino o Harry Potter». Ma ecco i punti salienti dell'incontro di Mourinho con i giornalisti.
LA ROSA - Lo Special One prende subito di petto la questione che gli sta più a cuore: la rosa troppo ampia e i giocatori che non se ne vogliono andare. «La rosa troppo ampia è un problema - dice corrucciato -. Non mi piace per il lavoro. A calcio si gioca 11 contro 11, avere 35 giocatori non è positivo, come non è positivo avere nel ritiro giocatori che io non voglio qui, giocatori che sanno che io non voglio che rimangano. Non è positivo, ma è la realtà. Qualche anno fa se una società diceva a un giocatore che non c'era spazio per lui, questo aveva un peso. Questo oggi non succede più, per problemi economici o perché a Milano si vive bene. E allora ci sono giocatori che sanno che con me non giocheranno ma restano ugualmente. Jimenez ha deciso di provare l'avventura in Premier, altri non l'hanno fatto. È una situazione che non mi piace ma che devo accettare. Ma non cambierò la mia idea su questi giocatori. Se pensano di giocare, si sbagliano».
PROGETTI - Le lamentele di Mourinho non finiscono qui. Anche il mercato dell'Inter fin qui non sembra averlo particolarmente soddisfatto. Anzi: «Quando abbiamo progettato la nuova stagione abbiamo pensato di cedere otto giocatori e di prenderne quattro in posizioni specifiche per crescere dove vogliamo noi. Non sto criticando il club in alcun modo. Ma di otto giocatori ne sono usciti quattro di cui tre in scadenza di contratto e uno in prestito, ciò significa che il mercato ci ha fruttato zero. E quando una società non fa soldi, l'allenatore deve essere pragmatico. In entrata avevamo bisogno di un attaccante, di un regista e di due difensori. Per il momento sono arrivati Motta e Milito». Quanto a Deco e Carvalho, i suoi due connazionali che Mou vorrebbe con sé a Milano, poche parole: «Deco e Carvalho? Non ne parlo. Io parlo solo dei giocatori che abbiamo. Il mercato resta aperto ancora a lungo»
QUARESMA - Qualche battuta sulla più grande delusione interista della scorsa stagione, vale a dire Quaresma. Un giocatore che Mourinho ha voluto fortemente salvo poi ripudiarlo a gennaio. «Ho conosciuto due Quaresma. Uno che per quattro anni è stato il miglior giocatore del campionato portoghese e ha giocato bene anche in Champions e in nazionale e poi ho conosciuto il Quaresma dell'Inter, una scommessa importante della società (in realtà fu proprio Mourinho a imporlo, ndr). Noi abbiamo il dovere di dargli una seconda opportunità. Con l'uscita di Figo, se abbiamo un giocatore come Quaresma perché non dargli una possibilità? Quest'anno comincia con noi da subito, giocherà le amichevoli senza la pressione delle gare ufficiali e vedremo quello che può fare»
LE AVVERSARIE - Sulla campagna acquisti stratosferica del Real, Mourinho non si vuole pronunciare, mentre concede qualche parole su Juve e Milan. «Sul Real non ho nulla da dire, perché magari non giocheremo nemmeno contro di loro quindi non mi preoccupa. Per quanto riguarda Milan e Juventus, nessuna mi preoccupa e tutte mi preoccupano. Se l'anno scorso ho detto che non sono un pirla, quest'anno dico che se uno pensa di non dover migliorare è un pirla».
IBRAHIMOVIC - Si è molto parlato nelle ultime settimane dei mal di pancia di Ibrahimovic, che anche oggi all'arrivo ad Appiano Gentile ha gelato tutti con dichiarazioni poco amichevoli nei confronti dell'Inter, Mourinho si dice sicuro che lo svedese non sarà un problema«Ibra? Non è una sorpresa che lui sia qui. Non ho mai pensaro che potesse lasciarci. Non vedo perché non possa fare di nuovo un grandissimo campionato».
NEDVED - La battuta migliore Mourinho la riserva a un giornalista che con insistenza gli chiede informazioni a proposito di un giocatore biondo, con chiaro riferimento a Nedved, ultimamente accostato all'Inter: «Questa sembra una conversazione gay...» butta là ridendo il portoghese. Che poi si fa più serio. E lancia qualche altra stilettata alla società per l'andamento del mercato. «Se verrà un giocatore entro domenica? Penso di no, perché mi sembra veramente difficile. Mi sembra una conversazione un po' gay. Biondo, nero... Se mi arriva un trequartista di qualità bene, ma penso che non arrivi, perché i giocatori di qualità sono difficili da prendere. Noi possiamo spendere spendere spendere, ma se non abbiamo entrate... Non sono deluso, non sono arrabbiato, non sono critico. Ho una rosa che non è la rosa dei miei sogni di due mesi fa. Quindi gli obiettivi della squadra saranno adattati a questa nuova realtà».
ANCELOTTI - Quando gli viene chiesto un commento sulle parole di Ancelotti, che nel giorno della sua presentazione come allenatore del Chelsea ha detto di non conoscere nessuno Special One, Mourinho spara un'altra delle sue battute: «Nemmeno io conosco nessun Special One. In Inghilterra adesso dicono che lui è il Principe Carlo, ma io di Principe Carlo conosco solo il Principe di Galles. Lasciamolo perdere». E più tardi, quando un giornalista inglese gli chiede un parere sul "suo amico" Ancelotti, Mourinho risponde così: «Non è mio amico. Se Ancelotti vince la Premier, la vince tre anni dopo l'ultimo titolo. L'ultimo che ci è riuscito (lo stesso Mourinho, ndr) l'ha fatto dopo molti più anni. Ma lui è un bravo allenatore con grande esperienza e quindi può fare bene».
SUAZO - Avrà di sicuro un posto nella rosa David Suazo. «È un giocatore completamente diverso da Milito, Balotelli e Ibra, ma penso che possa essere utile. È un premio perché l'anno scorso ha accettato di andare al Benfica per giocare. Lo ha fatto bene, lo abbiamo seguito e merita una possibilità».
CHAMPIONS - C'è ancora un gap con le altre grandi d'Europa? «Difficile rispondere. Il Barcellona è stato campione d'Europa, però nella semifinale al 90° era fuori. È arrivato in finale e sappiamo tutti come c'è arrivato. Mourinho ha ragione quando dice che la Champions è la competizione dei dettagli. Ma è anche la competizione della qualità, perché senza qualità non la si può vincere. E da questo punto di vista non siamo ancora al livello di quattro o cinque squadre. Possiamo vincerla, perché a volte i dettagli aiutano. La fortuna ci deve essere, come l'ha avuta il Barcellona con il Chelsea, che a sua volta è stato sfortunato. Ma la fortuna è una cosa che hai o che non hai. Poi c'è la qualità. Dopo l'uscita dalla Champions, abbiamo paragonato il nostro potenziale con quello delle altre e tutti insieme noi dell'Inter abbiamo definito quattro giocatori per quattro ruoli specifici e otto giocatori in uscita. Il risultato è zero. Ma io non posso andare dal presidente e dire "io voglio, voglio, voglio". Io non chiedo niente. Al contrario. Dico che lavorerò di più per fare dimenticare questo mercato non nostro. Prometto alla società e ai tifosi: lavoro di più. Ma non posso fare miracoli. Non sono Merlino o Harry Potter».
ARNAUTOVIC - Quanto al giovane Arnautovic, Mourinho si dice contento del suo arrivo, anche se prende le distanze dalla società, che, a suo dire, avrebbe preso autonomamente la decisione di prenderlo. «Arnautovic non lo conosco bene. È più una scommessa della società che io sposo in pieno perché mi piace il concetto di prendere un giovane forte fisicamente e con buona tecnica. Lo stesso se si trattasse di un difensore».
IL REAL - Mourinho non è d'accordo con le critiche di Platini e Pelé al Real per le spese folli affrontate da Florentino Perez. «Coi soldi chi ce li ha fa bene a spenderli. Non mi piace chi compra e poi non paga. Il Real ha pagato. Sono tutti felici, quindi non è un problema nostro».
PREMIER O SERIE A - Ultime battute sulle differenze tra Premier League e Serie A: «In inghilterra si pensa al calcio per 90 minuti alla settimana, qui apprezzano molto di più il tempo prima e dopo la partita. Quindi è molto più difficile qui rispetto all'Inghiltera, anche perché ci sono 60 milioni dui allenatori. In Inghilterra il gioco è più veloce e più intenso, ma qui è più difficile perché qui si gioca più col cervello».
Se é davvero SPECIAL ONE che lo dimostri….!!!!!!!!!
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