INTERNELCUORE TV

Torino-INTER 2-2

giovedì 31 dicembre 2015

Mancini ripercorre il 2015...


Direttamente dal ritiro di Doha, in Qatar, dove l'Inter si sta preparando in vista della riapertura del campionato il prossimo 6 gennaio a Empoli, Roberto Mancini risponde alle domande di Roberto Scarpini per Inter Channel, in una sorta di consuntivo finale del 2015. Un anno che lo ha visto protagonista, sulla panchina nerazzurra, di un autentico ribaltone tecnico e di un crescendo evidente, fino alla vetta della classifica di Serie A.

Possiamo dire che è stato un grande 2015?
"Così così (ride, ndr). Nei primi mesi si è faticato un po'".

A gennaio il pari allo Stadium, lì c'era la sicurezza di centrare qualcosa?
"I ragazzi hanno da subito fatto bene, poi nel calcio contano i risultati e abbiamo perso partite senza meritarlo. Si poteva fare sicuramente qualcosa in più, alla fine è stato importante, nonostante non abbiamo raggiunto gli obiettivi, mettere una base buona per questa stagione".

Quanto orgoglio c'è per essere stato scelto per tornare in alto?
"E' abbastanza faticoso, però se uno riesce a metterci tanta passione e lavoro i risultati si ottengono. Magari ci vorrà un mese in più ma i risultati arrivano. Per tanti anni l'Inter non è stata dove merita, dovrebbe essere sempre in Champions e lottare per il campionato, deve essere questo il nostro obiettivo".

Torniamo al mercato di gennaio scorso: Podolski, Shaqiri, Santon, qualcuno si è perso...
"Nessuna delusione, Podolski lo abbiamo preso sperando desse qualcosa in 6 mesi, sapevamo sarebbe tornato all'Arsenal. Non pensavamo sarebbe rimasto a lungo, era esperto e qualcosa ce l'ha data. Shaqiri aveva bisogno di più tempo, poi è stato uno dei pochi a ricevere offerte e dovevamo fare cassa. Con Santon nessun problema, Brozovic forse l'acquisto più azzeccato perché migliora di settimana in settimana e avrà grande futuro. A gennaio è difficile trovare un giocatore in grado di cambiare la squadra".

A febbraio il cambio di rotta con 3 vittorie consecutive dopo 3 anni.
"In quel momento avremmo dovuto spingere di più, poi si sbaglia da una parte e si azzecca dall'altra. Si rischia di perdere tempo e treni decisivi".

Nel finale manca la continuità.
"Questo è il calcio, uno si ricorda il risultato che condiziona il giudizio. Ma il finale è stato il migliore, abbiamo perso partite assurde tra Juve, Genoa, Sampdoria. Si poteva al massimo pareggiare se non vincere".

Ma da quelle partite hai capito la squadra che doveva nascere dopo.
"I giocatori che c'erano prima oggi stan facendo bene, un allenatore nuovo ha bisogno di tempo per conoscerli".

In estate il mercato stravolge la squadra. Tu lavoravi tanto senza il gruppo al completo e senza risultati eri comunque tranquillo.
"Avevo un po' di sicurezza sul fatto che i giocatori avevano fatto bene anche nei 6 mesi precedenti pur senza risultati. Avevo imparato a conoscerli, anche i più criticati potevano darmi qualcosa. Quelli nuovi sapevamo ci avrebbero aiutato a migliorare. Poi tante cose devono andare nella stessa direzione per raggiungere l'obiettivo. I risultati estivi non contano nulla, conta mettere benzina nel motore e migliorare il sistema di gioco. Poi abbiamo affrontato Bayern, Real Madrid, Milan... Se uno gioca contro avversari minori vince, ma è meglio affrontare grandi squadre anche rischiando di perdere e fare brutte figure. Nonostante lo 0-3 col Real dopo 45 minuti equilibrati, ci sono stati impegni in cui eravamo presenti. Ed io ero tranquillo".

Dall'estate ricordiamo le telefonate di Mancini e alla fine una squadra con i ruoli coperti.
"Sì, è vero. Miranda ha portato esperienza, Murillo era stato preso da un anno e sapevamo che aveva qualità. Kondogbia è giovane, Jovetic ha portato esperienza e qualità, idem Perisic. Sono arrivati giocatori che ci hanno permesso di migliorare".

Inizia il campionato con 5 vittore di misura. Te l'aspettavi?
"No ma speravo che fosse una partenza positiva per darci consapevolezza sapendo che non eravamo la miglior squadra del campionato. Partire bene poteva darci tranquillità".

Dalla sconfitta contro la Fiorentina hai tratto buoni spunti.
"In certe partite non capisci neanche cosa sia successo, perdere 4-1 in quel modo può capitare. Se vai sotto 2-0 dopo 8 minuti con un rigore e un tiro in porta, poi l'espulsione... Nella ripresa però la squadra ci ha messo grinta sapendo che la partita era ormai persa".

L'Inter riparte da fine ottobre, prima è mancato qualcosa.
"Con la Juve ci può stare, ma contro Palermo e Sampdoria avrei voluto vincere. Non ci mancano 5-6 punti, ma penso che la sorte non sia stata proprio dalla nostra finora. Quando abbiamo vinto 1-0 abbiamo concesso poco, ma se la fortuna girasse dalla nostra potremmo far meglio".

A novembre ci sono le soste delle nazionali, disturbano durante un trend positivo?
"Questo è un problema soprattutto per i giocatori che vanno oltre Oceano e rientrano a 2 giorni dalla partita, ma lo sappiamo".

Quanta voglia hai di rigiocare contro il Napoli?
"Quella partita può sortire qualsiasi risultato, penso che sia ingiusto e siamo stati sfortunati. Ma bisogna saper accettare le sconfitte anche quando sono dolorose. Si riescono a trarre indicazioni importanti".

Quella a Napoli era già la tua Inter rispetto a 6-7 mesi prima in cui stavi costruendo.
"Se giochi a Napoli la riprresa in 10 e li metti sotto, meritando il pareggio, sicuramente le tue convinzioni cambiano. Penso che la squadra sia più consapevole. Ci sono partite importanti che ti fanno cambiare il pensiero da abbastanza positivo in positivo. Quella partita ci può dare tanto".

Dicembre bene, c'è la goleada di Udine. Un segnale che le partite vanno chiuse.
"Ma non è stata una partita semplice, l'Udinese ha giocato tirando diverse volte. Abbiamo concesso più del solito, un loro gol poteva riaprirla ma alla fine è andata bene".

In carriera non hai mai avuto una settimana piena per lavorare, a causa delle competizioni europee. Oggi hai plasmato una squadra che può giocare in più moduli.
"Ma i giocatori sono sempre undici (ride, ndr)".

Ma hai potuto sperimentare?
"Nello svantaggio di non giocare le coppe c'è il vantaggio che puoi allenarti tutti i giorni. ma l'obiettivo è tornare in Champions, meglio giocare le coppe perché i giocatori si alternano e giocan tutti. Ma oggi non scendere in campo è un vantaggio".

Tanti parlano di te, dandoti anche dei consigli.
"Non leggo molto i giornali ma credo che quando uno esprime la sua opinione edicatamente ci possano essere anche messaggi importanti che possono esserti utili".

Inter-Lazio, tanta rabbia e amarezza e tante chiacchiere dopo.
"Potevamo prepararla meglio, è stata la settimana maledetta delle feste per tutti, non solo per i giocatori. Si inizia a pensare alla casa, al Natale... Io sarei per giocare sempre, non a Natale ma prima e dopo, con una settimana di vacanza a gennaio. E' una settimana atipica in cui tutti gli allenatori hanno paura. E' stata una partita in cui non meritavamo di perdere ma abbiamo commesso ingenuità pazzesche. Nel primo tempo non abbiamo giocato, è mancata la cattiveria. Le chiacchiere? Ho detto la verità, non è successo nulla. In nessun spogliatoio si ride dopo una sconfitta, nessun giocatore si è comportato male e nessuno prenderà multe".

Gennaio il mese più balordo con le voci di mercato, può servire?
"Se non c'è nessun giocatore che chiede di andar via io ho massima fiducia in tutti e vorrei continuare con chi ha iniziato questo campionato in cui stiamo facendo benissimo. Spero rimangano tutti. Se poi Gnoukouri o Dimarco hanno opportunità di andare a giocare sono io il primo a spingerli. Manaj? No, può stare ancora qui e imparare dai giocatori più grandi. Inoltre quando entra a partita in corso può fare la differenza. Lui sta qui con noi".

Si crede al triangolino di maggio?
"Chissà, l'obiettivo è tornare in Champions League. Il campionato è bello e nessuno sa come finirà. Se saremo lì a 2-3 giornate dalla fine ne parleremo, adesso c'è tempo. Ora c'è una partita brutta come quella prima di Natale. Speriamo di iniziare bene c'è da pedalare e come tutti i giocatori han fatto finora continuino a dare il massimo. Tutti hanno fatto il possibile ed è merito loro se siamo lì".

Che sia un grande 2016 e magari 2017 e 2018.

"Eh sì, la gente spesso dimentica che sono stati qui già 4 anni. Speriamo, l'Inter deve tornare in Champions League, non può star fuori".


lunedì 21 dicembre 2015


Potevamo e dovevamo concludere meglio questa prima parte di campionato, potevamo non buttare via 3 punti importanti considerando che da gennaio avremo un calendario difficile e arrivarci con più punti di distacco dalle rivali ci avrebbe dato un minimo di vantaggio e soprattutto di tranquillità . Sono abbastanza arrabbiato per questo e non lo nego, ma è anche vero che se ad agosto mi avessero parlato di Inter prima in classifica non ci avrei mai creduto, abbiamo fatto una prima parte di campionato al di sopra di ogni aspettativa e la sconfitta contro la lazio non deve vanificare tutto ciò che di buono è stato fatto. A gennaio si riparte da qui, come sempre senza mai parlare di scudetto e con la convinzione che finalmente siamo una Squadra ma bisogna continuare a lavorare sodo con la stessa umiltà di sempre!

BUON NATALE 

domenica 20 dicembre 2015

17ª G. INTER-Lazio 1-2


Inter-Lazio 1-2. Chiusura di 2015 amarissima per i nerazzurri, sconfitti in casa dai biancocelesti per 2-1. La squadra di Pioli, che si rialza dopo un periodo negativo, espugna il Meazza grazie a una doppietta di Candreva. Inutile la rete di Icardi, espulsi Felipe Melo e Milinkovic-Savic nel finale di gara.
 Squadra che vince si cambia: Mancini rivolta il modulo ed esclude due dei giocatori più in forma, Ljajic e Brozovic. Il primo tempo non gli dà ragione. Il gol a freddo di Candreva, un violento destro dal limite al 5' sugli sviluppi di un corner, disorienta la capolista che gioca una prima metà di partita sotto tono, senza creare mai veri pericoli. La manovra del Biscione è spezzettata dai tanti errori e letta bene dai biancocelesti, disposti con ordine in fase difensiva e più insidiosi in attacco con Candreva, che sfiora il gol nel finale di tempo.
 Ripresa, dopo dieci minuti senza occasioni Mancini si decide a inserire Ljajic e Brozovic per Biabiany e Jovetic: al 61' arriva il pareggio dei padroni di casa. Perisic serve con un passaggio in profondità Icardi, che brucia la difesa laziale sulla linea del fuorigioco e trafigge Berisha.
 La Lazio non crolla, non subisce il contraccolpo del gol e resta compatta, bloccando tutte le iniziative nerazzurre. E a cinque minuti dal 90' arriva la sciocchezza di Felipe Melo, che travolge in area Milinkovic-Savic, regalando il rigore agli ospiti.

 Dal dischetto Candreva si fa ipnotizzare da Handanovic ma arriva prima di tutti sulla respinta del portiere sloveno, insaccando il 2-1 che affossa definitivamente la capolista. Felipe Melo completa la sua serata da incubo facendosi espellere nei minuti di recupero, rosso anche a Milinkovic-Savic in un finale nervoso.

sabato 19 dicembre 2015

NUMERI & CURIOSITÁ...INTER-Lazio


La 17/esima giornata di Serie A mette di fronte, nel posticipo domenicale, due squadre in un momento opposto di forma: euforia in casa nerazzurra dopo il 4-0 di Udinese, la Lazio invece è reduce dal pareggio interno contro la Sampdoria e ha una classifica tutt’altro che soddisfacente.
I PRECEDENTI – Nelle 72 partite disputate tra Inter e Lazio allo Stadio Giuseppe Meazza, i padroni di casa hanno trionfato in 40 occasioni, lasciando agli avversari la possibilità di ottenere tre punti solo per 8 volte; infine le due squadre si sono equamente suddivise la posta in palio nelle restanti 24 occasioni. I tifosi dell’Inter non ricorderanno sicuramente volentieri lo scontro diretto della stagione 2012/2013; i nerazzurri, infatti, persero 1-3 quell’incontro – a segno anche Hernanes, adesso all’Inter – con Alvarez che calciò in curva un calcio di rigore e Onazi che realizzò la rete della vita. Nell’annata precedente, invece, Milito e Pazzini ribaltono l’iniziale vantaggio di Tommaso Rocchi, regalando tre punti alla squadra meneghina. Per quanto riguarda l’incontro dell’annata 2013/2014, l’Inter trionfò con il punteggio per 4-1 nella partita d’addio di Javier Zanetti: una notte indimenticabile iniziata male a causa del gol di Biava e raddrizzata da una doppietta di Palacio, dal gol di Icardi e il sigillo finale di Hernanes. Nell’ultimo scontro diretto, infine, Felipe Anderson illuse gli ospiti con una doppietta nel primo tempo, prima che l’Inter si risvegliasse pareggiando l’incontro grazie alle reti di Kovacic e Palacio.
LE STATISTICHE – Sono adddirittura 179 le reti realizzate dalle due squadre nei 72 precedenti a San Siro: 142 di queste le hanno realizzate i nerazzurri, mentre le restanti 63 hanno la firma di giocatori della Lazio. L’Inter ha mostrato la tendenza a essere più prolifica nel secondo tempo (74 gol) rispetto ai primi tempi (68 reti), mentre la Lazio ha ottenuto più soddisfazioni nei primi 45 minuti (35 gol) piuttosto che nelle riprese (28 reti). Nell’ultimo quarto d’ora, inoltre, l’Inter ha dimostrato di saper andare in gol con una certa facilità, visto che ha realizzato addirittura 24 marcature in questo lasso di tempo.
Il capocannoniere dell’Inter sino a questo momento della stagione è Mauro Icardi, autore di 6 reti, mentre l’attaccante più prolifico della Lazio è Felipe Anderson (4 gol), seguito a ruota da Lucas Biglia (3 reti).

L’Inter è favorita nell’ultimo incontro stagionale...Speriamo in un Buon Natale !

martedì 15 dicembre 2015

TIM CUP...1/8 di finale INTER-Cagliari 3-0


Inter-Cagliari 3-0. Le seconde linee nerazzurre battono i sardi al Meazza in una partita divertente e spettacolare. La squadra di Mancini, che dà un'altra dimostrazione di forza, si qualifica ai quarti di finale di Coppa Italia grazie alle reti di Palacio, Brozovic e Perisic: affronterà la vincente di Napoli-Verona.
Primo tempo a San Siro giocato a ritmi alti, divertente ed equilibrato. Il Cagliari affronta senza timori la capolista della serie A, imbottita di riserve ma sempre brillante: le palle gol fioccano da una parte e dall'altra. Gli isolani, pericolosi con Benedetti e Di Gennaro, difettano nella mira, mentre i nerazzurri sono letali con Palacio: al 19' Cragno in tuffo si supera sul colpo di testa dell'argentino, al 24'  non può nulla sulla conclusione ravvicinata del Trenza, su cross di Juan Jesus.
Nella ripresa gli ospiti colpiscono un palo con Pisacane, poi ancora l'Inter sale in cattedra chiudendo la partita nel giro di dieci minuti. Al 71' Brozovic batte Cragno con un tiro a giro all'incrocio dei pali, all'81' Perisic, entrato poco prima per l'applauditissimo Palacio, archivia la pratica ribadendo in rete dopo il palo colpito dallo scatenato Brozovic.

Allo scadere Farias prova a limitare il passivo, ma  Carrizo sbarra la strada alle velleità sarde.

sabato 12 dicembre 2015

16ª G. Udinese-INTER 0-4


L'Inter si alza sui pedali e scappa via, tenta la fuga, sventola davanti alla Fiorentina ben 4 punti di vantaggio in classifica e si gode il primato per almeno un'altra settimana, che non è mica male in vista del giro di boa. E come lo fa, tra l'altro! Ovvero con uno 0-4 chiaro e tondo al 'Friuli', un po' ringraziando gli svarioni difensivi dell'Udinese, un po' sfoggiando la caratura di una grande squadra.
Roberto Mancini lo aveva detto sabato: Icardi farà 20 gol. E l'argentino lo accontenta con una doppietta, schierato davanti al tridente Perisic-Jovetic-Ljajic. Dall'altra parte Colantuono si gioca la carta Di Natale, di fianco a Thereau.
La prima occasione della gara è di marca interista: al 7' Perisic libera Jovetic a centro area, ma il montenegrino fallisce il 'rigore in movimento' calciando centralmente, e Karnezis respinge con i piedi. Al 14' risponde l'Udinese con un gran missile terra-aria di Thereau, su cui l'ex Handanovic vola a sventare. I bianconeri crescono e al 21' Ljajic commette fallo di mano al limite: Di Natale batte la punizione, che termina pochi centimetri oltre il palo. La sfida è vivace e un minuto più tardi Icardi salta Domizzi raccogliendo un retropassaggio suicida di Bruno Fernandes, si invola verso la porta di Karnezis e supera il portiere greco con un diagonale destro: 0-1. Di Natale prova a reagire con una girata in area, su cui si oppone Handanovic, ma poco dopo, su un altro svarione difensivo delle 'zebrette' (di Domizzi), Jovetic punta la porta e deposita ancora alle spalle di Karnezis con uno scavetto elegante. E' il sesto gol del montenegrino all'Udinese, il primo al 'Friuli'. Si segnala un Handanovic in stato di grazia, che para addirittura i palloni a gioco fermo (impressionante su Widmer e Di Natale).

 Dopo l'intervallo gli uomini di Colantuono premono sull'acceleratore cercando di rientrare in partita. Su tiro di Lodi, Thereau devia involontariamente nella porta interista, ma era in fuorigioco e la rete viene giustamente annullata. Al 55' Edenilson fa un tentativo dalla distanza, ma la mira è da rivedere. Ma gli offensivi nerazzurri giocano e si divertono a giocare. Ordiscono trame in velocità, si muovono con la palla e non disdegnano il dribbling. Su sponda di Icardi, quasi la mette dentro Ljajic al 61'. La partita è vivace e al 69' Widmer fa partire un tagliato in mezzo, Handanovic ribatte, Iturra cerca il tap-in con l'esterno destro, ma il pallone termina a lato. Colantuono allora si sbilancia: fuori proprio Iturra, dentro il puntero Perica. Murillo, memore della cavalcata contro il Frosinone che lo ha portato al gol, ci riprova con una grande progressione a sinistra e arriva anche al calcio, ma Karnezis mura. C'è dunque da aspettare l'84' per il tris della 'Beneamata': Lodi sbaglia il tocco, Icardi non si fa pregare e scarica istantaneamente un destro micidiale nella porta bianconera. Doppietta per l'argentino. L'Inter si scopre devastante e addirittura all'86' Brozovic rientra sul destro al limite e segna una rete strepitosa con un destro a giro sul secondo palo. Non c'è altro da aggiungere.

venerdì 11 dicembre 2015

NUMERI E CURIOSITÁ...Udinese-INTER


Dopo aver mollato la testa della classifica per una settimana, i nerazzurri sono tornati al comando dopo il successo contro il Genoa. L’Udinese, invece, è reduce dal brutto scivolone in casa della Fiorentina per 3-0.
I PRECEDENTI – Le statistiche confermano come la trasferta di Udine sia una delle più difficili in assoluto per i nerazzurri: su 42 incontri disputati in Friuli, i nerazzurri hanno vinto 17 volte, pareggiando in 14 occasioni. I padroni di casa, invece, sono riusciti a far valere il fattore campo 11 volte, un dato abbastanza rassicurante considerando la differenza di blasone tra le due squadre. Nella stagione 2012/2013 l’Udinese è riuscito a strappare una vittoria grazie alla doppietta di Di Natale e alla rete di Muriel, che ha fissato il risultato sul definitivo 3-0: tuttavia negli ultimi due precedenti è stata l’Inter a esultare, prima per 0-3 (Palacio, Ranocchia e Alvarez) e poi, l’anno scorso, per 1-2 (Icardi e Podolski, a nulla è servito il momentaneo pareggio di Di Natale).
LE STATISTICHE – Leggero vantaggio nerazzurro anche per quanto riguarda il computo dei gol: i nerazzurri hanno realizzato 56 reti, mentre i friulani sono fermi a quota 42. Più reti nei secondi tempi, visto che le due squadre hanno segnato rispettivamente 17 e 23 gol nei primi 45 minuti, mentre nella ripresa 25 e 33.
L’attaccante più prolifico dell’Udinese, sino a questo momento della stagione, è Cyril Thereau, autore di 5 reti in stagione; per quanto riguarda l’Inter, invece, il miglior marcatore è Mauro Icardi, fermo a 4 gol.

L’Inter è favorita in questo incontro ma, considerati i repentini cambi in testa alla classifica...

sabato 5 dicembre 2015

15ª G. INTER-Genoa 1-0


Inter-Genoa 1-0. L’ottavo 1-0 in stagione. Sconfitta del San Paolo già dimenticata e primato riacciuffato in attesa proprio della gara del Napoli. Un’altra vittoria di misura, cinica, nonostante il possesso palla e le redini della partita siano comunque sempre stati di marca nerazzurra. Il migliore in campo Ljajic, al 59’, fa partire su punizione il tiro-cross che beffa Perin e gonfia la rete.
Roberto Mancini sceglie l’iperoffensività: 4-2-3-1, con Icardi in panchina e Palacio là davanti al suo posto, spalleggiato dal trio Biabiany-Ljajic-Jovetic e Medel e Felipe Melo a far diga in mezzo al campo. L’ex (fischiatissimo) Gasperini risponde con il suo consueto 3-4-3: Pavoletti è squalificato, ma rientra Perotti, che compone il trio d’attacco con Gakpé e Lazovic.
L’Inter parte a mille all’ora e già al 3’ fa drizzare i capelli al ‘Grifone’ con Palacio che scappa via e serve Felipe Melo, che però conclude alto. I nerazzurri spingono trascinati da Biabiany e Ljajic ed è proprio del serbo l’occasione al 19’: salta Figueiras e conclude sul primo palo, ma sbaglia mira di poco. Nel finale di tempo la ‘Beneamata’ sfiora ancora la rete con Jovetic, che appostato in mezzo all’area conclude dopo la sgroppata e il cross di Alex Telles, ma Perin si supera e compie un vero e proprio miracolo.

In apertura di ripresa si fa vedere anche l’altro portiere, Handanovic, che si fa trovare pronto al grande intervento sul diagonale da destra di Figueiras dopo un’azione personale di Perotti. L’Inter però ha in mano le redini della partita e su calcio di punizione, con un tiro-cross su cui nessuno arriva, Ljajic supera Perin con una traiettoria beffarda: 1-0. Poco dopo è calcio champagne sull’asse Brozovic-Ljajic: la splendida azione è fermata per un fuorigioco inesistente del serbo. L’Inter crea trame davvero pregevoli: Ljajic riceve a sinistra da Perisic, si accentra e prova il tiro, ma Perin blocca. Dall’altra parte Rincon calcia all’improvviso, ma anche Handanovic è vigile e si oppone in tuffo. All’86’ D’Ambrosio tocca Perotti che sguscia sulla fascia e si prende il secondo giallo e quindi il rosso: quarta espulsione stagionale per l’Inter. Ma i meneghini reggono anche negli ultimi minuti in inferiorità numerica.

venerdì 4 dicembre 2015

NUMERI E CURIOSITÁ...INTER-Genoa


L’Inter è reduce dalla sconfitta contro il Napoli che le è costata il primato in classifica, mentre l’umore del Genoa è sotto i piedi dopo la brutta sconfitta casalinga contro il Carpi.
I PRECEDENTI – Inter e Genoa si sono affrontate 48 volte a San Siro in campionato: i padroni di casa si sono imposti in 34 occasioni, ottenendo un punto per 10 volte. Nelle restanti 10 occasioni, invece, il Genoa è riuscito a strappare una vittoria esterna. Una delle partite con più gol nella storia di questo scontro diretto coincide anche con l’esordio di Andrea Stramaccioni sulla panchina dell’Inter, un 5-4 pirotecnico che illuse i tifosi nerazzurri ormai tre anni e mezzo fa, mentre per quanto riguarda l’ultimo precedente l’Inter si è imposta per 3-1 grazie alle reti di Palacio, Icardi e Vidic.
Dal punto di vista strettamente numerico, invece, il 9-1 fatto registrare nel dicembre 1945 risulta essere la partita con il massimo numero di gol segnati tra le due squadre: l’ultima vittoria del Genoa, invece, risale al marzo 1994, quando i rossoblù si imposero per 1-3 grazie alle reti di Ruotolo e Skuhravy, che vanificarono il vantaggio iniziale di Schillaci.
LE STATISTICHE – 103 gol realizzati dall’Inter, 35 dal Genoa: il tabellino è ancora una volta a favore dei padroni di casa. 41-14 il conto delle reti segnate nei primi 45 minuti, mentre il dato aumenta in maniera netta nei secondi tempi, dove Inter e Genoa hanno realizzato rispettivamente 62 e 21 gol.

Il capocannoniere dell’Inter sino a questo momento della stagione è Mauro Icardi, autore di 4 reti in campionato; per quanto riguarda il Genoa, invece, l’attaccante più prolifico è Leonardo Pavoletti, a segno anche lui in 4 occasioni.

martedì 1 dicembre 2015


E ADESSO CARESSA VENGA A PARLARCI DELL'INDICE DI CULO !

Furia Mancini: "Siate onesti"


L'Inter esce sconfitta e non più capolista, ma tutt'altro che ridimensionata. E soprattutto furente. È infatti un Roberto Mancini arrabbiatissimo quello che si presenta alle interviste del dopo-gara al termine della gara persa contro il Napoli, primo ko esterno della stagione per i nerazzurri.
 Al centro delle discussioni, ovviamente, l'espulsione di Nagatomo:
"Nagatomo è stato espulso per un mezzo fallo, il secondo su Allan. Quella di Callejon è stata una simulazione. Quell'episodio ha cambiato la sfida, il Napoli è una squadra molto forte, secondo me la migliore del campionato, ma la gara è stata condizionata. In undici non avremmo perso, forse avremmo vinto" ha detto Mancini a Premium Sport.
 "Servirebbe un po' di onestà in tv - ha proseguito Mancini attaccando il moviolista di Premium, l'ex arbitro Di Marco, d'accordo invece con la decisione di Orsato - Sono un po' teso dopo la gara, ancora di più se  ascolto queste cose. Giochiamo al calcio, non è ping pong o basket. Non si può ammonire un difensore per un fallo nella metà campo avversaria al 40' del primo tempo. Per gli arbitri sembra più importante buttare fuori un calciatore che andare fuori con una bella donna. Nagatomo doveva fare attenzione sul secondo fallo, ma sul primo fallo non meritava l'ammonizione".
 Poi, il Mancio si placa parzialmente analizzando la bella reazione dell'Inter nella ripresa nonostante l'uomo in meno: "Non era facile riaprire la gara, e questo lascia pensare tante cose. Stavamo facendo bene, non meritiamo la sconfitta. Adesso bisogna recuperare le forze e ripartire, è stata una bella partita. Il Napoli non ha dominato come in altre gare. La differenza l’hanno fatta anche i loro campioni, Higuain che ha fatto due gol e Reina che ha fatto tre grandi parate".

 Infine, la sorprendente sostituzione di Icardi all'intervallo: "Giochiamo meglio senza Mauro? L’Inter gioca bene e male come fanno tutte le squadre, non c’entrano i singoli” taglia corto Mancini.