INTERNELCUORE TV

Torino-INTER 2-2

lunedì 29 febbraio 2016

L'Inter si batte sempre da sola


Non so se sia stato più offensivo da parte dei giocatori regalare azioni e gol agli avversari o correre in modo indisponente, quasi balotelliano, dopo il vantaggio dei padroni di casa.
Il senso dell’ultimo capolavoro di masochismo nerazzurro risiede in un numero di distrazioni folli che hanno di fatto causato un’altra sconfitta. L’Inter ha buttato al vento la stagione con un rendimento sconsolante e, soprattutto, per il numero sospetto di negligenze, di anomale sciocchezze che hanno sprofondato la squadra negli abissi. Esempi:
Al minuto 7 Murillo, tentando un recupero, serviva una comoda palla per Mandzukic.
Per tutto il primo tempo Felipe Melo sbagliava qualunque appoggio, scegliendo scientificamente il compagno più marcato e dandogliela nel modo peggiore.
Icardi, servito magnificamente da Palacio, ciccava il pallone inspiegabilmente davanti alla porta. A inizio ripresa D’Ambrosio omaggiava Bonucci con un assist di testa accolto con incredula realizzazione.
Sono solo alcune delle numerosissime distrazioni di giocatori, tecnicamente non all’altezza, che ad ogni partita mettono su uno spettacolino sul tipo di errore da commettere. Col Verona si permette all’ultima in classifica di fare tre gol su calcio da fermo, dopo che per l’intera stagione hai preso un solo gol sulla stessa situazione. Con Lazio, Sassuolo e Carpi si regalano espulsioni, rigori all’ultimo minuto e contropiede, pur essendo in vantaggio, ad avversari increduli. La lista delle ambigue distrazioni è lunga e, senza alcun dubbio, proseguirà fino al termine della stagione. Perché piccoli Ranocchia crescono.
Mancini ha scelto la linea della fisicità. Ha messo in campo una squadra rugbistica, priva di talento in cui sono emersi solo Palacio e Kondogbia.
Di fatto l’Inter, come emerso in precedenza, non è in grado di battere più nessuno sulla carta. Ha completamente smarrito un'ipotesi di progetto tecnico e non si comporta da squadra. Oggi si offre a qualunque avversario, apparecchiandole la partita ed evitando l’unica arma che l’Inter si rifiuta di mettere in pratica: il pressing.
Un'altra anonima partita contro una squadra che ha giocato sotto ritmo e con giocatori privi di motivazioni e orgoglio.
Oggi più che mai è Mancini il colpevole. Ebbene io mi sono stancato di questo motivetto che viene cantato da tutti. E’ colpa dell’allenatore? Sì è sempre colpa sua. Si cambia l’allenatore e poi? Cambia qualcosa? No. Allora si cambia di nuovo e poi ancora e ancora…Oggi se si accomodasse un altro tecnico in panchina farebbe meglio di Mancini ma l’anno seguente avrebbe le stesse difficoltà.
Il motivo è che la vera assente è la presenza societaria che solidificherebbe la mentalità.
Per due anni ho sentito ripetere che Allegri era scarso, poi alla Juventus è diventato bravo.
Ho sentito dire da tutti che Chiellini era imbarazzante, Bonucci inadeguato, poi improvvisamente sono diventati due fenomeni.
A nessuno viene in mente che non è solo il Conte di turno, l’Allegri di turno e il prossimo che diventerà un idolo? A nessuno viene in mente che Luis Enrique nella Roma era un tipo di allenatore e nel Barcellona un altro? Queste differenze non vengono solo dall’allenatore ma dall’identità societaria che innesta una mentalità vincente in tutto l’ambiente.
L’Inter non ha ancora questo. La società è in confusione, troppi cambi dirigenziali e tanta distanza dalla realtà del campo. Senza contare i fatti di questi giorni.
Metto insieme un notevole numero di indizi che, tutti insieme, formano un quadro poco rassicurante. A metà febbraio, poco prima che Thohir fosse in procinto di tornare in Italia, emergeva la notizia della ricerca di un partner attraverso Goldman Sachs, Moratti nello stesso periodo veniva disinvoltamente annunciato come uscente. L’ex patron smentiva suggerendo, al contrario, una convinta e duratura permanenza come socio minoritario. Negli stessi giorni i giornali rilanciavano la crisi nerazzurra analizzando impietosamente i conti, mostrandoli senza speranza e con uno scenario apocalittico.
Passano i giorni, Thohir fa il pompiere smentendo qualsivoglia illazione sulla presunta volontà di lasciare prematuramente la presidenza ma non entrando mai nel dettaglio delle questioni. A distanza di dieci giorni accade il fatto più anomalo: un plotone di quotidiani annuncia clamorose rivelazioni sul futuro dell’Inter e la dismissione di Thohir. L’annuncio parte dalla sera prima e sembra essere davvero clamoroso. Il giorno dopo i titoli sono tutti per Thohir ma rilanciano la notizia della ricerca del partner, il debito esponenziale e tutto quello che era già stato scritto. Nessuna novità, solo una sottolineatura di quanto era già stato scritto. Evidentemente qualcuno ha orchestrato questa mobilitazione che fa rima con pressione ma con intento poco chiaro.

Il tormentone di oggi perciò diventerà Mancini e l’eventuale prossimo allenatore ma i veri cambiamenti dell’Inter dovrebbero avvenire altrove.
Lapo

domenica 28 febbraio 2016

27ª G. ruBentus-INTER 2-0

La domenica di serie A si chiude con la vittoria 2-0 sull'Inter della Juventus, che in attesa dei posticipi di lunedì si porta a +4 sul Napoli. Di Bonucci e Morata (su rigore) i gol che affondano l'Inter, sempre più lontana dal terzo posto.
Mancini opta per un 3-5-2 speculare a quello di Allegri ma la qualità in mezzo al campo è decisamente inferiore e i padroni di casa ne approfittano per fare la partita: l'ex Hernanes colpisce subito una traversa, Dybala non sfrutta un assist di Mandzukic che poi spreca un'altra buona occasione. Superato il primo difficile quarto d'ora, gli ospiti si organizzano, prendono le misure agli avversari e riescono anche a rendersi pericolosi con un paio di schemi da palla inattiva (decisiva una chiusura di Alex Sandro).

La ripresa si apre col gol che mette in discesa la partita per la Juventus: D'Ambrosio di testa serve un involontario assist a Bonucci che al volo di destro insacca l'1-0. Dybala va subito vicino al raddoppio mentre Mancini deve sbilanciarsi inserendo prima Ljajic e poi Perisic. La Juve però gestisce facilmente il risultato e nel finale raddoppia grazie a Morata che si guadagna e trasforma il rigore che chiude i conti. Inutili nel finale le occasioni per Miranda e Eder, con Buffon che nega il gol della bandiera allungando il suo record di imbattibilità (746').

sabato 20 febbraio 2016

26ª G. INTER-Sampdoria 3-1


Inter-Sampdoria 3-1. Sotto gli occhi di Jose Mourinho (acclamato) e Ronaldo (tanti insulti) i nerazzurri si scuotono e liquidano i blucerchiati con un perentorio tris. A segno D'Ambrosio, Miranda e Icardi, la squadra di Mancini con il 4-4-2 rialza la testa dopo due battute a vuoto e si riporta momentaneamente in quarta posizione, a -1 dal terzo posto occupato dalla Fiorentina. Panico per i blucerchiati, che restano quartultimi a +3 dal Frosinone: panchina bollente per Montella, inutile il gol di Quagliarella.
I primi lampi della partita sono di marca ligure, Ranocchia sfiora il gol dell'ex di testa e Quagliarella impegna Handanovic, che se la cava con un piede. Gli ospiti sembrano avere il controllo della situazione ma al primo vero affondo al 23' l'Inter passa: sugli sviluppi di un corner Murillo prolunga per D'Ambrosio che insacca da pochi passi in posizione regolare.
Ad inizio ripresa ancora Samp poco concreta sotto porta, Dodò e poi Ranocchia mancano la deviazione decisiva, e al 57' arriva il raddoppio nerazzurro, firmato di testa da Miranda su spizzata di Felipe Melo. E' il colpo di grazia per la squadra di Montella, che prova la carta della disperazione inserendo Muriel per Ivan.
Al 68' è tris nerazzurro: Ranocchia buca un facile recupero e dà il via libera a Icardi, che dopo una galoppata di 30 metri batte Viviano con un sinistro a incrociare.

Nel finale apotesi nerazzurra e cori a tutto spiano per José Mourinho. Inutile rete della bandiera per Quagliarella a pochi secondi dal triplice fischio.

NUMERI & CURIOSITÁ...INTER-Sampdoria


L’Inter per riprendersi dopo il terribile finale di Firenze, la Sampdoria per tornare a fare punti pesanti su un campo tutt’altro che banale. I presupposti per vedere una buona partita ci sono tutti nell’anticipo serale della 26/a giornata di Serie A.
I PRECEDENTI – Nei 58 precedenti disputati tra Inter e Sampdoria, la superiorità dei nerazzurri appare abbastanza schiacciante: la squadra allenata da Roberto Mancini infatti ha vinto in 35 occasioni, mentre gli ospiti hanno espugnato Milano soltanto in 7 occasioni. In 16 occasioni le due squadre si sono suddivise la posta in palio, un evento che nel nuovo millennio è accaduto ben 5 volte, sintomo che la Sampdoria non è una squadra facile da battere in nessuna occasione. Tuttavia la squadra blucerchiata non vince a San Siro addirittura dalla stagione 1996/97, quando una doppietta di Montella risultò decisiva nella vittoria per 3-4: nella stagione 2012/2013, invece, è stata l’Inter a ottenere i tre punti grazie al successo per 3-2. In quell’occasione fu Munari a sbloccare la partita ma le reti di Milito, Palacio e Guarin permisero ai nerazzurri di assicurarsi l’intera posta in palio; inutile, invece, la rete di Eder allo scadere. Il 3-2 non può che evocare ricordi indelebili per tutti i tifosi nerazzurri, che nella stagione 2004-2005 si trovavano sotto per 0-2 a pochi minuti dalla fine, salvo poi ribaltare tutto con tre reti nei minuti di recupero: un’impresa che ancora oggi resta impressa nella storia della Serie A italiana. Per quanto riguarda l’annata 2013/2014, invece, Renan a tempo scaduto permise alla Sampdoria di agguantare il pari dopo il gol del momentaneo vantaggio di Guarin; nell’ultimo scontro diretto, infine, fu Mauro Icardi a realizzare nei minuti finali il calcio di rigore che diede i tre punti alla squadra nerazzurra.
LE STATISTICHE – Inter-Sampdoria è da sempre sinonimo di spettacolo assicurato in campo e sugli spalti, visti i gol che le due squadre hanno segnato nella storia di questo incontro. Nei 58 precedenti, infatti, sono addirittura 161 le reti totali realizzate: 111 segnate dall’Inter, 50 dalla Sampdoria. Una media di 2.77 gol a partita che risulta essere tra le più alte della Serie A, e sarà sicuramente utile agli scommettitori in vista dell’incontro di domenica pomeriggio.
Il miglior marcatore dell’Inter sino a questo momento della stagione è Mauro Icardi, autore di 10 reti in campionato; per quanto riguarda la Sampdoria, orfana di Eder (passato proprio ai nerazzurri dopo aver realizzato 12 reti in blucerchiato), il giocatore più prolifico è Roberto Soriano, fermo a 7 gol in campionato.
L’Inter è in un periodo di forma disastroso, così come la Sampdoria: le due squadre hanno enormi problemi di tenuta difensiva...

Si salvi chi puó !

Mou: "Tornerò"...


La nostalgia regna a San Siro e dintorni in un sabato che vede José Mourinho in tribuna con Ronaldo, il ‘Fenomeno’, seduti accanto a Massimo Moratti. Figure indelebili nella storia dell’Inter. Ma se l’ex presidente non è certo l’eccezione al ‘Giuseppe Meazza’, non si può dire per gli altri due.
Lo ‘Special One’, che ha già incontrato anche Erick Thohir, ha parlato ai microfoni di Premium Sport facendo allusione a un suo clamoroso ritorno - a tempo debito - sulla panchina nerazzurra: “Tornare qui oggi è una sensazione fantastica. Spero di rientrare a Londra felice. Non c’è più nessun calciatore delle mie stagioni qui però l’Inter è l’Inter, Moratti è sempre Moratti: sono arrivato all’Inter come professionista e me ne sono andato da interista. L’anno prossimo non sarò l’allenatore dell’Inter, la società non me l’ha chiesto. In futuro non si può mai dire, sono tornato al Chelsea potrei anche tornare qui. Ma non adesso, non è il momento e poi la società ha altri piani con Thohir e Mancini e io da interista spero che questo progetto abbia successo”.

Parole d’amore per la ‘Beneamata’. Ma lo stesso non si può dire per il Milan. O meglio, il ‘Mago di Setubal’ rende onore ai dirigenti rossoneri, ma accusa la tifoseria: “Perché ho scelto proprio la partita contro la Sampdoria? Volevo venire al derby, ma giocava in casa il Milan: sono sicuro che i dirigenti rossoneri mi avrebbero trattato con rispetto, ma i tifosi del Milan non sono come quelli dell’Inter”.

venerdì 19 febbraio 2016

Ronaldo commosso incontra i Moratti


Massimo Moratti e Ronaldo hanno pranzato insieme venerdì a Milano, alla vigilia della partita di sabato sera a San Siro contro la Sampdoria.
 L'indimenticato fuoriclasse brasiliano, all'Inter dal 1997 al 2002, ha postato sui social le foto del suo incontro con l'ex patron dei nerazzurri e la famiglia, abbracci e strette di mano con gli occhi lucidi.

 "Oggi a pranzo con il mio papà milanese... Perché l'Inter è stata, è e sarà sempre la mia famiglia", la scritta del Fenomeno.

domenica 14 febbraio 2016

25ª G. Fiorentina-INTER 2-1


Fiorentina-Inter 2-1. Vittoria di rimonta dei viola nel posticipo del Franchi contro l'Inter. Brozovic porta in vantaggio la squadra di Mancini, Borja Valero pareggia ad inizio ripresa, poi Babacar al 91' decide il match. Espulsione di Telles contestata dai nerazzurri, rosso anche a Zarate e Kondogbia nel finale. I gigliati tornano riconquistano il terzo posto.
La Fiorentina comanda il gioco nel primo tempo ma l'Inter passa alla prima vera azione offensiva con Brozovic: il croato angola di piatto un cross di Palacio e trova il vantaggio per i nerazzurri al 26'. I viola creano e sbagliano: di Bernardeschi e soprattutto di Ilicic (salvataggio sulla linea di Telles) le occasioni più chiare prima dell'intervallo. Nel finale di tempo Handanovic salva su Vecino.
Ripresa, Sousa inserisce Zarate per un impalpabile Tello, la Fiorentina alza il baricentro e pareggia al quarto d'ora con Borja Valero, colpo di testa dopo una deviazione fortuita di Murillo su cross di Ilicic. L'Inter va in difficoltà e soffre le iniziative dei viola, che al 63' protestano per un rigore non assegnato per fallo di mano Telles in area, Mazzoleni reputa il tocco involontario e lascia proseguire. Mancini prova a scuotere i suoi inserendo Perisic per Eder, ma non arriva la reazione sperata.
All'83' l'episodio più contestato: gli ospiti restano in 10 per l'espulsione di Telles per doppio giallo, ma il brasiliano tocca il pallone. Mancini obbligato a togliere Palacio per D'Ambrosio, mentre Sousa dà il via al forcing finale con l'ingresso di Babacar e Tino Costa.

Proprio la punta senegalese, grazie a un rimpallo fortunato seguito a un tiro di Zarate, segna la rete che regala i tre punti alla Fiorentina e il terzo posto solitario. Finale concitato e nervoso, Zarate e Kondogbia vengono espulsi da Mazzoleni.

giovedì 11 febbraio 2016

Delusione che non passa...

Il tempo per noi interisti sembra essersi fermato al minuto 85 di Inter-Lazio. Fino a quel momento la nostra squadra ci aveva regalato voglia, carattere, grinta e vittorie che per quanto magari non eccelse sotto il profilo estetico sono state importantissime per la classifica. Lo dicevo io a chi parlava di scudetto che non si era ancora pronti, che quelle vittorie erano tutto fieno in cascina per i periodi di crisi che sicuramente avrebbero colpito una squadra nuova e giovane come la nostra. L’obiettivo doveva essere quello di metterci l’anima sempre, vincere anche se brutti e alimentare le speranze di qualificazione Champions. Ricordiamoci sempre da dove arriviamo. Arriviamo da 4 campionati in cui la miglior posizione è stata un soffertissimo quinto posto in una stagione senza coppe europee.
Inter-Lazio, minuto 85, 1-1, Melo impazzisce e regala il rigore della vittoria all'avversario. Qualcosa si spezza. In campo i risultati non arrivano più, la squadra cammina in campo, i giocatori litigano tra di loro e Mancio si arrabbia con tutti. Cosa sta succedendo? Il progetto societario era chiaro, il mercato estivo all’altezza di una società che sa il fatto suo e che agisce bene per i mezzi che ha a disposizione. Sono delusissimo da una squadra che ci aveva illuso. Pensavo, gli anni scorsi, che si era destinati ai sesti e settimi posti, la squadra aveva giocatori non all’altezza e senza personalità. Ora questo alibi non c’è più. La rosa nerazzurra è di livello, qualche pecca c’è ancora ovviamente ma questi risultati non sono giustificabili.
Non parlo solo dei miseri 6 punti in 6 partite ma dall’atteggiamento “scazzato” e distratto che i giocatori portano in campo. Gente che cammina sul manto verde, altri che cadono come foglie al vento e altri ancora che si guardano in giro spaesati cercando di vedere l’arcangelo Gabriele sulla traversa come Fantozzi nel fango degli scapoli contro ammogliati. Mancini prima cambiava interpreti e moduli e tutti rispondevano presente, ora tutti scappano. Le dichiarazioni di rito mi spaventano più delle prestazioni. Siamo ad un punto dalla Fiorentina, basta inanellare un filotto di vittorie e tutto passa… etc etc. Le vittorie non piovono dal cielo però, non sono casuali, arrivano dopo un lavoro vero e con la testa sul pezzo altrimenti il filotto sarà solo negativo e la storia recente dell’Inter parla chiaro sotto questo aspetto.
Sono deluso e pessimista, perché all’orizzonte non vedo la luce. I giocatori si sono persi e la mancanza di leader veri in campo ci penalizza ancora di più e non ci aiuta a risalire. La Juve di inizio anno si era smarrita ma aveva Buffon, Bonucci, Chiellini, Marchisio che hanno saputo scrollare il gruppo e dargli una sveglia, risultato: 14 vittorie di fila e lotta scudetto aperta. Spero che i ragazzi in maglia nerazzurra mi smentiscano, sarei l’uomo più felice del mondo, ma in realtà non ci spero molto.

In conclusione penso che Mancini sia insostituibile e che mettere in discussione la sua figura in questo progetto sarebbe folle. La squadra va completata questa estate con due centrocampisti veri, leader in campo e dal passato internazionale. Un difensore d’esperienza che possa dare il cambio a Murillo e Miranda (Rolando sarebbe l’uomo ideale), due terzini veri e un uomo di fantasia che non abbia paturnie alla Jovetic o capricci alla Ljajic. Basta con i Juan Jesus e Nagatomo che per quanto si possano impegnare ed essere per questo da noi stimati hanno ampiamente dimostrato in 4/5 anni di non essere all’altezza. Forza e coraggio, una sveglia fa bene a tutti altrimenti prendetevi questo sesto posto e andate felici in vacanza.
Filippo Tramontana

domenica 7 febbraio 2016

24ª G. Verona-INTER 3-3


Primo tempo. Subito Inter ma anche Gollini, l’estremo Hellas, c’è. 7’: grande azione nerazzurra, centro basso di Icardi per Palacio che si fa ipnotizzare dal portiere scaligero bravissimo a respingere. Non passano due minuti che l’Inter realizza lo 0 a 1 con uno stacco di Murillo (8’), correggendo un angolo. Verona subito reattivo ma Pazzini è bloccato in angolo. Secondo angolo Hellas ed ecco lo stacco imperioso di Helander per l’1 a 1 gialloblù. L’Hellas non si ferma. Al 16’ è Pisano, sempre di testa, a realizzare il bis, saltando più in alto di tutta la retroguardia nerazzurra: 2 a 1 Hellas. L’Inter ammortizza il colpo e, al 21’, con una battuta al volo di Brozovic sfiora il pareggio. I nerazzurri spingono, i gialloblù si rannicchiano davanti a Gollini. 28’: punizione dalla sinistra, centra Brozovic, nulla di fatto. Il polacco Wszolek allenta la tensione in contropiede ma il suo centro è intercettato involontariamente da Brozovic, quindi palla a Handanovic. La partita corre sul filo dell’emozione, l’Hellas prova a ripartire di rimessa ma senza esito. L’Inter comanda le ostilità ma è troppo lenta e imprevedibile. Icardi in girata calcia alle stelle. 34’: ora è l’Inter a barcollare su centro basso di Fares, Jesus sbroglia.

 Secondo tempo. Inter sostituisce Felipe Melo (ammonito e a rischio espulsione) con Peresic e si proietta subito in avanti, Verona pronto a sfruttare gli spazi. 4’, ennesimo angolo Inter: nulla di fatto. L’Inter fatica a servire Icardi e compagni soprattutto quando si ostinano nel gioco aereo. Gollini non si fa sorprendere da Palacio all’8. Errori non provocati da parte interista fanno rifiatare i gialloblù sempre ben raccolti davanti all’estremo gialloblù. L’Inter pericolosa con Kondogbia, Gollini respinge. Sull’altro fronte angolo per l’Hellas: stacco imperioso di Ionita ed ecco servito il tris. Tifosi nerazzurri ammutoliti per la terza volta e sempre più arrabbiati con i propri calciatori, appassionati gialloblù in festa. 15’. Prima sostituzione Hellas: dentro Gilberto per Fares. Un attimo dopo ecco Icardi, su disattenzione difensiva gialloblù, realizzare, indisturbato, il 3 a 2, ridando forza ai nerazzurri, incitati ora (ripetutamente) dai propri tifosi a tirare fuori gli attributi. 20’: Telles pennella una palla su punizione dal lato corto dell’area gialloblù, nulla di fatto. Pazzini e Kondobia non si scambiano carezze, interviene l’arbitro a fare da paciere. 22’: Gollini è straordinario nel dirimere una mischia davanti a lui. Dentro Gomez per Toni nell’Hellas che esce tra i calorosi applausi del Bentegodi. Angolo Hellas al 25’, stavolta esce Handanovic con i pugni. I cori interisti contro i propri calciatori, a quanto pare, portano bene all’Internazionale che realizza il 3 a 3, lasciando partire una conclusione sul primo palo defilato sulla sinistra. L’Inter ci crede, il Verona ricomincia a soffrire. Del Neri inserisce Wszolek per Romulo, al rientro dopo un lungo infortunio. Fuori Telles per Biabiany nell’Inter: Mancini vuole vincere. Gollini ritorna a compiere un intervento miracoloso su Eder al 39’. Ma al 40’ Hellas si rigetta in avanti: Gilberto coglie il palo esterno dopo un gran numero sulla sinistra. 41’, Hellas di rimessa, Romulo prova a sorprendere Handanovic con una palombella, ci riesce, la palla esce di un niente. Come, sull’altro fronte, lo stacco imperioso di Icardi. Partita vibrante fino all’ultimo, 3 minuti di recupero: finisce 3 a 3.

mercoledì 3 febbraio 2016

23ª G. INTER-Chievo 1-0


Mancini rispolvera il 4-3-3 con Icardi al centro dell’attacco supportato da Éder e Palacio mentre Maran deve rinunciare a Bizzarri e schiera dal primo minuto l’esordiente Seculin. I nerazzurri, vogliosi di riscatto dopo il derby perso la scorsa domenica, mettono da subito le cose in chiaro: Éder spara centrale, Icardi scalda i guantoni a Seculin mentre Kondogbia è troppo morbido dai 12 metri. L’Inter macina gioco collezionando un’infinito numero di calci d’angolo, ma il ChievoVerona, seppur mai pericoloso in avanti, tiene lo 0-0 fino al termine del primo tempo.

Neanche il tempo di sedersi sulla poltrona che l’Inter è già avanti: corner di Telles, Miranda cicca il pallone sul quale Icardi si fionda e porta in vantaggio i padroni di casa al secondo minuto della seconda frazione. Ci si aspetterebbe una reazione del ChievoVerona, ma è ancora l’Inter che cerca il raddoppio. Nagatomo, indemoniato, serve due assist perfetti per Icardi che però prima trova la traversa e poi trova Seculin a negargli la gioia della doppietta. Maran prova a scuotere i suoi con la girandola dei cambi e, dopo un paio di spaventi sventati da un superlativo Seculin, impaurisce i padroni di casa nel finale senza però trovare il gol del pari. 1-0 per l’Inter il finale che vuole dire tre punti fondamentali per gli uomini di Mancini mentre per il ChievoVerona continua il periodo nero allungando a quattro le gare senza vittoria.

NUMERO & CURIOSITÁ...INTER-Chievo


Dopo la sconfitta nel derby, l’Inter torna in campo con la speranza di dimenticare una brutta serata e tornare a fare punti (solo 5 nelle ultime 6 giornate). Anche il ChievoVerona vuole dimenticare l’ultimo match, considerando che la Juventus ha espugnato il Bentegodi segnando quattro reti.
I PRECEDENTI – Nei 13 precedenti in Serie A tra Inter e Chievo, i padroni di casa si sono assicurati tre punti in ben 8 occasioni, mentre i clivensi hanno rimediato un punto per 4 volte. L’unica vittoria ospite, infine, risale proprio alla prima partita in assoluto a San Siro contro i nerazzurri, quando Corradi e Marazzina ribaltarono il temporaneo vantaggio realizzato da Vieri. Una vittoria storica, ancora nella memoria dei tifosi del Chievo che, con Del Neri in panchina, riuscirono addirittura a qualificarsi per il preliminare di Champions League; nella stagione 2012/2013, invece, i nerazzurri si imposero per 3-1 grazie alle reti di Cassano, Ranocchia e Milito, quest’ultimo al ritorno in campo dopo alcuni problemi fisici. Due anni fa Inter e Chievo si spartirono la posta in palio con il punteggio di 1-1, grazie alle reti di Paloschi e Nagatomo, mentre nell’ultimo scontro diretto le due squadre si sono rese protagoniste di uno scialbo 0-0.

LE STATISTICHE – Inter-Chievo è da sempre sinonimo di spettacolo, gol e partite memorabili. Nonostante i precedenti ci dicano che l’Inter è puntualmente favorita ogni volta, i clivensi raramente demordono e spesso vanno oltre le proprie possibilità. Lo dimostrano i 14 gol realizzati dalla squadra gialloblu, a fronte di 24 subiti. Un numero che rende onore ai veneti: a cavallo tra il 2006 e il 2010, inoltre, nei tre incontri disputati tra le due squadre al Giuseppe Meazza, Inter e Chievo hanno realizzato la bellezza di 20 reti (due 4-3 e un 4-2).