INTERNELCUORE TV

Torino-INTER 2-2

domenica 31 marzo 2013

A RUOTA LIBERA...Gargano ?...Cà nisciun è fess...




Walter Gargano non pensa al ritorno al Napoli e vuole la riconferma in nerazzurro.
Il centrocampista uruguaiano dell'Inter ha detto dopo il ko con la Juventus: "Sono contento di essere all'Inter, qui sto bene, poi decideranno le società".
"Dispiace perdere una partita così, dispiace per noi e per la tifoseria - le parole dell'ex giocatore dei partenopei sulla sconfitta contro i bianconeri -, quindi innanzitutto vogliamo chiedere loro scusa. Come mi sono trovato con Kovacic? Bene, lui è un grande giocatore, un giovane talento che sta dimostrando di migliorare partita dopo partita, spero per lui che continui così".
Cà nisciun è fess...Walter ! Spero...ti rispediscano a Napule...( ma ho molti dubbi !!! )

IL CRTICONE...INTER-ruBe da 1 a 10 !!!

 

ZERO è quel che vale Walter Gargano se chiamato a impostare. Ancora una volta, nel cuore del centrocampo è una trottola che non sa dove andare a sbattere. Finché deve correre se la cava, poi il pallone arriva tra i piedi e decolla Sua Maestà confusione. Kovacic crea, lui troppo spesso distrugge. Deve far legna, non costruire calcio.
UNO il solito tempo preso e consegnato agli avversari. San Siro è un inferno, l'Inter è molle in avvio di gara. E allora Quagliarella può trovare tranquillamente il jolly del vantaggio quando ancora gli spettatori cercano il posto in tribuna. La Juve non incanta nel primo tempo, ma l'Inter è solo qualche fiammata o poco più. "Il solito problema", firmato Massimo Moratti. Il solito...
DUE fantasmi introdotti nel calcio moderno: gli arbitri di porta. Bergonzi non fa danni, Valeri ricompensa e diventa protagonista del disastro. Un rigore non lo vede, l'altro non può non vederlo eppure non lo segnala. Cassano viene steso come un indiano nel far west ma il rigore non c'è. Tra Rizzoli e Valeri, la premiata ditta è servita. Poi ci spiegheranno se gli arbitri di porta servono solo a far risparmiare due posti in tribuna ai signori arbitri, premiati con una comoda postazione accanto alla porta.
TRE nuove statue per il Museo delle Cere di Londra. Sono Chivu, Samuel (il meno colpevole) e specialmente Ranocchia, decisamente non in giornata. La Juventus spinge, loro restano fermi. Quagliarella può segnare l'uno a zero anche in pantofole, poi lo scontatissimo assist per Matri da cui nasce in due a zero è letto con la lentezza di un bradipo dai centrali nerazzurri. Poca reattività, poca concentrazione. Inammissibile.
QUATTRO a Ricardo Alvarez. Duole dirlo, ma dopo due anni e l'ennesima occasione importante steccata (con un paio di giocate da vietato ai minori) siamo veramente alla fine della corsa. Fa male alla Juventus come un neonato a Muhammad Ali, entra Guarin e si gioca un altro calcio. Bocciato, ancora. Forse presto in via definitiva.
CINQUE vittorie collezionate nelle ultime quindici partite. Il verdetto numerico è presto detto: l'Inter vince una partita su tre, quando va bene. Una media decisamente deludente per chi vuole puntare a una Champions League che va sempre più allontanandosi. Le altre corrono, l'Inter sterza ancora.
SEI sgroppate da vecchi tempi e tanto altro. Javier Zanetti verso l'infinito e oltre, si trova davanti Asamoah ma lo fronteggia orgoglioso e mai impaurito. Anzi, lo porta spesso a spasso con qualche volata delle sue. Se tutti avessero un briciolo della sua serietà e della sua cattiveria agonistica, forse, parleremmo di un'altra partita. Irrinunciabile.
SETTE all'uomo del futuro. Un voto forte in una sconfitta, certo, ma meritato: Mateo Kovacic si è preso ancora il cuore dell'Inter. Taglia, cuce, combatte, illumina, sceglie spesso la propensione offensiva e quasi non si procura un rigore che comunque non gli darebbero. Bocca cucita, piedi che parlano. Senza paura di andare a studiare trame di gioco facendo a sportellate con gente come Vidal. Lunga vita a Mateo. E alzi la mano chi si è accorto che fosse un ragazzino e non un giocatore navigato. Questi sono i giovani forti da cui ripartire.
OTTO ai ragazzi della Curva Nord. Una coreografia elegante, maestosa, significativa. Perfetta in ogni suo particolare. Mai stati in B, orgogliosi di essere gli unici. E un richiamo al Triplete. Il trionfo della classe e dell'unicità. Semplicemente interista. Complimenti a chi si spacca la schiena per giorni interi e passa notti a lavorare su spettacoli così che fanno il giro del mondo. Loro, oggi, hanno vinto.
NOVE anni circa di Inter, mai un cartellino rosso. Esteban Cambiasso è un uomo - prima ancora che calciatore - onesto, leale, pulito, corretto. Entrata in ritardo e decisamente dura su Giovinco, espulsione sacrosanta. Tutto quello che volete. Ma calpestarlo per un fallo (duro e da punire, lo ribadiamo) è troppo. Cambiasso prenderà la squalifica che meriterà. Però guai a dargli lezioni di correttezza. Dopo 277 partite, il primo rosso sventolato sotto al naso. Non voleva far male, il primo a esserne dispiaciuto è stato lui. Non scappa come i codardi, anzi. Corre a scusarsi. Uomo vero e leale incappato in un pomeriggio storto. Non lo dimenticherà. La ghigliottina mediatica non la merita.
DIECI gol in campionato, più altri dieci tra Coppa Italia e Europa League. Tutto questo e molto altro è Rodrigo Palacio. Questa volta la sua rete non ha portato punti, ma se non ci fosse lui viene da chiedersi dove sarebbe l'Inter. Trascina ancora una volta l'attacco, è spietato quando ha il pallone vincente. E punisce ancora Buffon. Non basta per prendere terreno in corsa Champions, ma questo Palacio merita comunque applausi. E un dieci... e lode.
Fabrizio Romano 


sabato 30 marzo 2013

CAMPIONATO 2012/13 - 30ªG. INTER-ruBentos 1-2

Avvio lanciato per gli ospiti, che al 4' passano subito in vantaggio con un gran tiro dalla distanza da Quagliarella, lasciato colpevolmente da solo dalla difesa nerazzurra.
 
Il fulmine iniziale dei bianconeri condiziona l'Inter, che fatica a creare occasioni chiare e subisce invece il gioco più fluido e veloce dei torinesi. Buffon è comunque decisivo due volte su Palacio e Cassano al 12' e al 13'. Partita corretta, anche se entrambe le squadre protestano per due rigori non assegnati per falli di mano in area di Bonucci e Zanetti, che Rosetti reputa involontari. La rube gestisce senza soffrire troppo, Alvarez non riesce a creare per gli attaccanti e i meneghini sono bloccati.
 
Botta e risposta dopo l'intervallo. Stramaccioni fa l'unica cosa che può fare: toglie Alvarez e inserisce Guarin. L'Inter cambia faccia e dopo dieci minuti pareggia con Palacio, servito da Cassano. La reazione della rube è immediata e al 60' Matri realizza il 2-1 da pochi passi sfruttando un cross di Quagliarella con la difesa dell'Inter che si limita a guardare !
 
I nerazzurri sono comunque più vivi rispetto al primo tempo, Cassano è attivissimo e al 72' protesta per un nettissimo fallo  in area di Chiellini, Rizzoli lascia correre. Sempre il barese, l'ultimo a mollare, impegna in due occasioni Buffon, senza successo. Finale teso, espulso Cambiasso dopo un brutto fallo su Giovinco all'ultimo secondo di gioco.

A RUOTA LIBERA....Due ore e si comincia !

Inter-rubentus tornano ad affrontarsi a San Siro in orario pomeridiano dopo ben diciassette anni: l’ultima volta capitò il 20 aprile del 1996 e in quell’occasione si imposero i bianconeri 2-1 grazie anche a un gol di Antonio Conte. Che stavolta sarà in panchina a spronare i suoi in una sfida molto attesa.
Inter-rube non può essere una partita come tutte le altre: in settimana i giornali e le televisioni si sono sbizzarriti nel rivangare tutti gli episodi passati che hanno lasciato strascichi, Calciopoli in primis. La sfida appare più delicata per l’Inter, che non può permettersi altri passi falsi nella corsa a un posto in Europa, mentre la rube è prima con un largo margine. Conte però non tollererà cali di concentrazione e non vuole sentir parlare di Champions League: la gara contro i nerazzurri viene prima e ad essa andranno dedicate tutte le energie.
L’andata è diventata storica: grazie al successo per 3-1, l’Inter è stata la prima squadra a espugnare lo ruBentus Stadium; quel giorno i nerazzurri sembravano l’antagonista principale per lo scudetto, invece nella seconda parte del campionato hanno subìto un brusco calo perdendo parecchie posizioni.
Quella sera di novembre Stramaccioni stupì tutti presentando il tridente pesante e riuscì a limitare Pirlo grazie al sacrificio a turno di Palacio e Cassano: stavolta sarà assente Milito per infortunio, ma Zanetti e compagni intendono mettere in scena il bis. Mentre la Juve è affamata di rivincita: la parola passa al campo.

giovedì 28 marzo 2013

IL CRITICONE...Mamma ho perso l'aereo !





Dopo Cavani, problemi d'aereo anche per Fredy Guarin. Il centrocampista colombiano dell'Inter reduce dalla sconfitta contro il Venezuela in match valevole per le qualificazioni ai Mondiali del 2014, ha perso il volo di ritorno e rientrerà in Italia solo venerdì mattina, a poco più di 24 ore dal big match contro la Juventus.
Guarin tornerà a disposizione di Andrea Stramaccioni in condizioni fisiche non perfette, e il tecnico nerazzurro potrebbe optare per una formazione senza il sudamericano. Anche Alvaro Pereira e Walter Gargano rientreranno in ritardo a causa di un guasto all'aeromobile (lo stesso di Cavani).

PALLONATA in FACCIA...-3 ed arrivano i soldatini !


- 3 giorni ed arriveranno i soldatini a Milano.
Malgrado le affermazioni di guerra di Vucinic ,Marchisio e Conte che vogliono vendicarsi della partita di andata e ne fanno una questione di onore....giá sappiamo che se vinceranno saranno eroi....se perderanno pensavano solamente al Bayern !
E allora forza INTER e forza Bayern !

martedì 19 marzo 2013

PALLONATA in FACCIA...Maledizione di un ritorno (non) annunciato

José Mourinho. Ancora tu. Gli anni passano, ma c'è qualcosa che non si può cancellare. No, proprio non si può: è sempre lì, nella memoria. Un ricordo che non sbiadisce e non sbiadirà mai. Tra poco saranno passati tre anni, ma quell'impresa, quel triplete, resta. E resterà per sempre. José Mourinho intanto si trova a Madrid e lancia messaggi d'amore. Tornerebbe all'Inter, lo farebbe con piacere. Parla da interista, lo ribadisce in ogni intervista. Quel 'noi interisti' usato spesso dal portoghese non è un caso. Perché con José Mourinho, in Italia l'abbiamo imparato, niente succede mai per caso.
Sono passati quasi tre anni ma è ancora come se fosse ieri. E quando José parla tutti restano così, a bocca aperta. Con la speranza, che è quasi uno spiraglio di certezza, che possa tornare. Possiamo dirlo: José Mourinho tornerà all'Inter. La vera domanda è: quando? Quest'estate no, non ci sono ancora le condizioni. La percentuale è dello 0,0001%. Ma in futuro, chissà. Mai dire mai, nel calcio tutto può succedere: sono queste le frasi che piacciono tanto agli addetti ai lavori. Alla fine, sognare non costa nulla. Mourinho invece costa, anche tanto. Questo è uno dei motivi per cui, ora, è ancora presto per tornare. L'Inter non è abbastanza grande per lui, per vincere subito servirebbe un miracolo. Certo, José ha fatto anche dei miracoli, ma stavolta non vuole rischiare. Non conviene né a lui né all'Inter.
Massimo Moratti però ha un sogno, vuole Mourinho di nuovo sulla panchina dell'Inter. Nei giorni scorsi, in cui l'Inter si guardava intorno per cercare un allenatore, mentre Mourinho faceva altrettanto per cercare una squadra, è inevitabile che un contatto ci sia stato. Ma ancora da amici, senza pressioni né promesse. E' presto, Mourinho ha altri progetti. Prima di tutto vincere la Champions League con il Real Madrid, entrando sempre di più nella storia. Poi andarsene, da vincente, come ha sempre fatto. Un bivio lo aspetta: i soldi del Psg o il fascino del ritorno in Premier League. Per vincere la Champions anche con il Chelsea (l'unico obiettivo che ha fallito) oppure per prendere l'eredità di Sir Alex Ferguson sulla panchina del Manchester United. Per tornare all'Inter c'è tempo, soprattutto perché tutto dovrà essere perfetto.
Ci dovranno allora essere delle condizioni ideali per fare in modo che i tifosi nerazzurri possano riabbracciare il loro Vate. Innanzitutto l'Inter deve tornare grande: giocare in Champions deve essere un'abitudine e lo Scudetto non solo una chimera. Servono soldi (per José e per il mercato), bisogna che non ci siano più 'reduci del triplete'. Dovrà essere un nuovo ciclo, non un'operazione nostalgia. Eroi del triplete potrebbero far parte del progetto, ma non da giocatori. Sarebbe suggestivo vedere Materazzi o Stankovic assistenti di Mourinho, questo sì. Quando? Tra 5 o 10 anni, forse tra 20, magari non da allenatore ma da direttore sportivo o addirittura presidente. Nessuno può saperlo, neanche lui. Una certezza però c'è: Mourinho certamente non è pirla, l'ha detto anche lui. E quando parla c'è sempre un motivo. Se dice che può tornare, vuol dire che sa di poter tornare.
Intanto l'Inter deve andare avanti. Perché al momento le dichiarazioni di Mourinho risultano solo dannose all'ambiente. Da quando se n'è andato, la maledizione non si è ancora interrotta. Benitez, Leonardo, Gasperini, Ranieri e Stramaccioni: più allenatori che coppe. Servirebbe Mourinho, magari è vero. Ma visto che non c'è è più utile dimenticarlo (o accantonarlo, visto è indimenticabile) e provare a farcela da soli. L'Inter deve andare avanti, Mourinho deve andare avanti. Ognuno per la sua strada, aspettando che si incontrino, di nuovo. Prima o poi dovrà pur accadere…

 Guglielmo Cannavale

domenica 17 marzo 2013

INTERNEWS : UFFICIALE,Samp-INTER rinviata per maltempo !


Ora è arrivata anche l'ufficialità: Sampdoria-Inter è stata rinviata per maltempo. Da decidere la data del recupero, ma certamente non si potrà giocare domani visti gli impegni improrogabili delle nazionali. Ci sarà da trovare uan data libera sul calendario, cosa non impossibile poiché l'Inter ormai è fuori dall'Europa.

Inutile nasconderlo: il rinvio di Samp-Inter è manna per Stramaccioni, che adesso potrà far rifiatare il gruppo in vista dell'ultimo scorcio di stagione. Oggi sarebbero stati tantissimi gli indisponibili, una lista immensa: infortunati Stankovic, Alvarez, Silvestre, Milito, Nagatomo, Schelotto, Obi, Mudingayi e Castellazzi più lo squalificato Juan Jesus. E proprio a proposito di Juan, c'è da evidenziare come adesso il difensore salterà il match con la Juventus di sabato 30. Ma in quell'occasione ci saranno comunque Ranocchia e Chivu, più Silvestre probabilmente recuperato e un Samuel maggiormente pronto.

sabato 16 marzo 2013

A RUOTA LIBERA...INTER stanca ?

Il grande e sfortunato successo con il Tottenham, insufficiente per la qualificazione ai quarti di Europa League, ha causato un grande dispendio di energie e il rischio è che l’Inter possa pagarlo in campionato a Marassi con la Sampdoria.
Andrea Stramaccioni lo ammette: "Purtroppo ci sono diversi indisponibili e come base la formazione sarà la stessa di giovedì: questo un po’ mi preoccupa. Daremo comunque il massimo, e la buona notizia è il rientro di Samuel. E’ un recupero fondamentale per noi: Walter è un giocatore di valore assoluto ed è importante anche a livello di leadership".
Raggiungere il terzo posto è imprescindibile, sia per il prestigio che per gli introiti economici: "Adesso inizia un mini-campionato di dieci partite e questa sarà la più delicata: dopo l’Europa League abbiamo spesso sofferto. L’unico vantaggio dell’eliminazione europea è il fatto che potremo concentrarci al 100% sul campionato".
Cassano, migliore in campo con il Tottenham, ritroverà la Sampdoria da ex: "Sia lui che Palacio hanno speso tanto. Credo che per Antonio sarà una partita diversa dalle altre, in blucerchiato ha scritto pagine importanti", conclude Stramaccioni.

giovedì 14 marzo 2013

EL - 1/8 Ritorno - INTER-Tottenham 4-1

Non basta la "remuntada"  all'Inter, vittoriosa per 4-1 al Meazza sugli Spurs. I nerazzurri, reduci da una settimana da incubo, sfoderano una gara incredibile, schiantano per 3-0 il Tottenham rimontando l'umiliante 3-0 dell'andata al White Hart Lane con i gol di Cassano, Palacio e l'autorete di Gallas e si guadagnano i tempi supplementari. Poi la benzina finisce improvvisamente e Adebayor rovina il sogno segnando la rete del 3-1 che qualifica i londinesi ai quarti. Inutile il 4-1 finale di Alvarez. Solo applausi per gli uomini di Strama dopo una partita epica.
 
Le ripetute strigliate in settimana del presidente e di Stramaccioni danno i suoi frutti e l'Inter scende finalmente in campo carica e aggressiva anche nel primo tempo. Gli Spurs, privi della stella Bale, sono invece svagati e al 19' vengono puniti dal colpo di testa di Cassano, che schiaccia in rete l'assist di Palacio.
 
I nerazzurri hanno buon gioco a saltare la difesa troppo alta della squadra di Villas Boas, e al 25' Palacio si mangia le mani colpendo la traversa con un pallonetto. Nel finale di tempo Guarin scalda i guantoni di Friedel, e un minuto dopo Adebayor spreca l'unica occasione dei londinesi con un pallonetto impreciso quando era tutto solo davanti ad Handanovic.
 
Ripresa, l'atteggiamento incomprensibile del Tottenham, ancora troppo offensivo, favorisce l'Inter. Al 52' il 2-0 che fa sognare i tifosi è firmato da Palacio: l'argentino sfrutta un perfetto lancio in verticale di Cambiasso e "fredda" Friedel con un diagonale di destro. 
 
Il Meazza è una bolgia, i tifosi ci credono. Villas Boas corre ai ripari inserendo Holtby per Defoe. Gli ospiti si stabilizzano, ma è sempre la Beneamata a fare la partita, anche se le occasioni latitano nonostante la buona volontà di Cassano e Palacio.
 
L'arma in più di Stramaccioni è Alvarez, l'argentino entra per Guarin. Al 75' arriva il 3-0 dell'Inter, che significa pareggio nel conto dei gol totali: punizione tagliata di Cassano, Gallas va in crisi e svirgola clamorosamente nella propria porta.
 
E' "remuntada", l'Inter in preda al furore agonistico si butta in avanti alla ricerca della rete del 4-0, e rischia dietro, con Lennon che quasi sorprende Handanovic da fuori area. I padroni di casa sono assatanati, Cambiasso butta via la grande opportunità al 91' mandando fuori di un soffio tutto solo davanti a Friedel. Si va ai supplementari.
 
Cala fisicamente l'Inter nei supplementari,  è il Tottenham a mancare per due volte il 3-1 con Lennon e Vertonghen. Decisivo Handanovic. Ma al 96' Adebayor chiude i conti, segnando in scivolata dopo un diagonale di Dembele parato da Handanovic. 
 
E' un colpo duro per i nerazzurri, che non rinunciano però ad attaccare e ad impegnare Friedel con Palacio e un grandioso Cassano. E nel secondo tempo supplementare con grande orgoglio l'Inter trova il 4-1 al 110' con Alvarez, tuffo di testa su cross dalla sinistra di un Cassano gigante.
 
I nerazzurri ci mettono il cuore, ma non c'è più tempo. Passa il Tottenham, ma per i ragazzi di Stramaccioni ci sono solo applausi.
 
Grazie lo stesso !
 
 

domenica 10 marzo 2013

CAMPIONATO 2012/13 - 28ªG. INTER-Bologna 0-1

Brutta sconfitta casalinga per l'Inter, battuta tra le mura amiche dal Bologna e soprattutto da Alberto Gilardino, alla settima marcatura personale contro i nerazzurri. Anche la prestazione degli uomini di Stramaccioni, comunque, è stata ampiamente negativa. Occasione persa per avvicinare la zona Champions League, tenuto conto della contemporanea sconfitta della Lazio. I felsinei, invece, salgono a 35 punti e vedono la permanenza in A sempre più vicina.

Decisamente più Bologna che Inter nel primo tempo. Tra i più ispirati Manolo Gabbiadini che, servito da Christodoulopoulos centra l'esterno della rete dopo soli quattro minuti. Poi è Gilardino a spaventare Carrizo (prima uscita in maglia nerazzurra per il portiere argentino) con una pregevole girata.

Nel prosieguo del primo tempo Diamanti e Gabbiadini creano ancora diversi grattacapi alla retroguardia interista, mentre gli uomini di Stramaccioni fanno fatica in avanti: i molti uomini disabituati a giocare insieme stentano a trovare la giusta intesa e i pericoli per Curci sono veramente pochi.

Nella ripresa l'Inter (che in campo schiera Cassano) parte con un altro spirito, ma è un fuoco di paglia. Ranocchia anticipa Gabbiadini a porta vuota, Taider si rende pericoloso, poi il Bologna passa al minuto 58: in rete Alberto Gilardino che non trovava la via del gol da 5 partite. L'ariete di Biella (settima rete all'Inter per lui) raccoglie un lancio di Perez e batte Carrizo.

I nerazzurri provano a reagire, ma ancora una volta la loro veemenza muore subito: Cassano e Guarin ci provano, ma senza costringere Curci a super lavoro. Anzi, il guizzo più rimarchevole lo compie ancora il suo collega interista Carrizo, abilissimo a togliere dalla rete un pallone colpito di primissima intenzione di testa da Krhin, un ex della partita.

Nel finale il più volitivo per l'Inter è Guarin che lascia partire un traversone dopo l'altro, ma i compagni di squadra non riescono ad approfittarne. Gargano, poi, sfrutta una leggerezza dei difensori felsinei e prova a mettere in area un pallone succulento, ma il primo ad arrivarci è Garics...



 

sabato 9 marzo 2013

A RUOTA LIBERA....INTER...rogativi !

Perché l’Inter non ha mai un gioco?
 Perché all’Inter si infortunano così tanti giocatori? E per così tanto tempo poi.
 Perché Branca è un indiscusso, intoccabile, incriticabile dirigente dell’Inter? E perchè odia, indistintamente, tutti noi umani?
 Perché Oriali è stato allontanato e non potrà mai più tornare come dirigente?
 Perché Jonathan è un tesserato dell’Inter?
 Perché le grandi società hanno un presidente, un dirigente di riferimento e un allenatore che parlano alla stampa mentre l’Inter ha sempre e solo Moratti e l’allenatore di turno?
 Perché il pubblico dell’Inter fischia sempre il più fragile (l’ultimo è Alvarez) e non incoraggia comunque mai i giocatori in difficoltà?
 Perché il fair play finanziario sembra che esista più per l’Inter che per ogni grande società europea?
 Perché la società non ha preso un altro attaccante a gennaio?
 Perché, a questo proposito, ha lasciato partire Livaja, lasciandolo addirittura in comproprietà con l’Atalanta?
 Perché Zenga è sempre stato snobbato?
 Perché il progetto giovani il Milan lo ha fatto partire in pochi mesi e l’Inter non ha mai la stessa determinazione?
 Perchè quando l’Inter perde tutti, dai dirigenti ai giocatori, sanno solo dire che si rifaranno la prossima volta?
 Perché l’Inter ha sempre avuto il bilancio in rosso?
 Perché l’Inter è sempre una squadra in precarie condizioni fisiche mentre gli altri corrono il doppio?
 Perché è stato dato via Poli?
 Perché è stato ceduto Coutinho?
 Perché una società che ha il miglior vivaio in Italia è quella che, in proporzione ha lanciato meno giovani nella sua prima squadra?
 Perché Balotelli, Muntari, Pazzini giocano nel Milan? E nemmeno tanto male.
 Perché il Milan prende sempre ex giocatori dell’Inter e l’Inter non ne prende mai uno. Decente intendo.
 Perché Pandev, Destro, Santon, sono cresciuti meglio in altre squadre di quanto potessero fare all’Inter?
 Perché molti giocatori vanno via dall’Inter con rabbia o parole poco gentili nei confronti della loro ex società?
 Perché Snejider è stato ceduto a una cifra bassissima?
 Perché Branca ha fatto una dichiarazione sul giocatore, in totale contrapposizione con quello che dicevano Moratti e Stramaccioni?
 Perché nella storia l’Inter è famosa per cessioni come quelle di Pirlo, Seedorf, R. Carlos. E adesso sta tornando a cedere talenti?
 Perché l’Inter non ha sfruttato a suo vantaggio il triplete e i suoi pezzi pregiati li ha svenduti?
 Perché non abbiamo mai visto entrare in campo i giocatori dell’Inter con quella rabbia, quella voglia di vincere di chi è motivato, ha gamba e ama questa maglia?
 Perché nessuno paga, al di fuori dell’allenatore, per gli errori fatti in sede di mercato?
 Perché quando un giocatore dell’Inter va ai microfoni dopo una sconfitta ha l’aria dimessa e mai arrabbiata?
 Perché se servono giocatori dinamici la società ne prende lenti e macchinosi (Kuzmanovic).
 Perché se serve un attaccante l’Inter prende un centrocampista?
 Perché la squadra non gioca il primo tempo?
 Perché comunque, nonostante la decina di partite giocate senza concentrazione, l’Inter continua a entrare… senza concentrazione?
 Perché Pazzini e altri sanno chi è la talpa (o le talpe…) e dicono che lo sanno tutti?
 Se lo sanno tutti perché la società lascia fare?
 Perché abbiamo tutti la netta sensazione che torneremo a vivere gli anni 70 e 90 con squadre fatte, sbagliate, rifatte, risbagliate, rifatte ancora… ecc?
 Perché all’Inter non imparano mai dagli stessi errori?
 Perché?


105 VOLTE INTER ...AUGURI !








"Questa festa è unica perché legarsi all'Inter significa vivere una vita costantemente emozionante, che può dare emozioni che rimangono in mente" - spiega Moratti ai microfoni di 'Inter Channel'.

Quindi il patron nerazzurro prosegue: "I sentimenti valgono più dei soldi, e questo tipo di vicinanza all'Inter fa sì che ci si senta trascinati. Questo fascino possiamo festeggiarlo nel giorno del compleanno dell'Inter, quando quei signori si son messi insieme e han pensato di creare una squadra nuova, che fosse internazionale come mentalità e come nome e così è rimasto.

E' rimasto così anche nei calciatori, che sono legati alla società. Qui sono arrivati calciatori da tutta la parte del mondo, tanto più gli italiani quanato gli altri hanno lo stesso sentimento".

Infine Moratti chiosa: "Il compleanno va festeggiato con l'orgoglio di essere interisti. Faccio gli auguri ai tifosi che sono la forza e la continuità dell'Inter. Speriamo di continuare con questa passione indubbia, sperando che tutto vada bene, col piacere di servire questa società".




venerdì 8 marzo 2013

A RUOTA LIBERA...Resa totale !

Maledetti primi tempi ma non solo. Scelte obbligate e/o sbagliate, ma è soprattutto un’Inter scarica, priva di grinta e anche di orgoglio a salutare praticamente l’Europa con una prestazione horror, di quelle che ti fanno vergognare quando ti guardi allo specchio. Stramaccioni continua a non riuscire a risolvere il misterioso problema dei primi 45 minuti di gioco, ma questa volta l’Inter a Londra non sembra mai arrivata e anche nella ripresa si vede solo e soltanto Tottenham. Neanche 6 minuti e proprio Bale, addirittura di testa manda subito al tappeto gli Strama’s, Cambiasso ancorato a terra non riesce a fargli nemmeno il solletico e si capisce subito che l’Inter dei primi tempi disastrosi purtroppo non è finita a Catania, anzi è viva e vegeta.
Le parole di Stramaccioni della vigilia non hanno certo aiutato i suoi giocatori a migliorare l’approccio iniziale a una sfida comunque così importante, quasi da Champions League, e neanche la presenza di Massimo Moratti è riuscita ad aiutare la squadra. Il tecnico romano per la prima volta ha scoperto le carte, dicendo che dopo tanti e inutili sacrifici, dai preliminari torridi d’agosto all’infortunio sanguinoso di Milito, l’obiettivo primario in casa del Biscione adesso è solo un difficile terzo posto ( per me molto difficilmente raggiungibile per essere chiari) e non l’Europa League, parole un po' sorprendenti alla vigilia di una sfida così importante. I suoi giocatori però sembra quasi che si siano comportati di conseguenza.
Al 18esimo con il raddoppio di Sigurdsson diventano già due le reti da recuperare, i fantasmi di Siena e Firenze, del primo tempo di Catania sono ancora lì, a fianco delle maglie rosse, neanche l’atmosfera fantastica di White Hart Lane aiuta i nerazzurri, che non si svegliano neanche con l’ammonizione che farà saltare a Bale la gara di ritorno. La grande fisicità del Totthenam si sapeva ancora prima della partita, ma non è accettabile che gli Spurs arrivino sempre prima su ogni pallone e come si prendano gioco di centrocampo e difesa dell’Inter facendo praticamente tutto quello che vogliono. 
L’errore di Alvarez alla fine del primo tempo è poi la mazzata finale, avrebbe potuto riaprire tutta la storia di questa doppia sfida ma, come se Catania non fosse servita a nulla, Ricky si divora un gol clamoroso, tornando l’eterno incompiuto di sempre. Un errore clamoroso che assomiglia alla parola fine, che scrive però Vertonghen subito a inizio ripresa con il 3 a 0 con cui l’Inter saluta Londra e l’Europa League, non riuscendo neanche a salvare la faccia, visto che solo Handanovic evita ai nerazzurri un’umiliazione peggiore.

Marco Barzaghi


giovedì 7 marzo 2013

EL - 1/8 Andata - Tottenham-INTER 3-0



Peggio non poteva andare: a White Hart Lane finisce 3-0 per il Tottenham, padrone del campo oltre che di casa. Impressionante la velocità doppia degli inglesi.
 
Stramaccioni ci mette anche del suo non facendo tesoro dei suoi errori: senza Palacio quest'Inter fa una fatica matta a segnare. Ma il mister romano sceglie di puntare ancora sul solo Cassano coadiuvato da un volenteroso ma impreciso Alvarez. Dal fischio d'inizio al tracollo corrono appena 18 minuti: prima Bale incorna in rete un cross di Sigurdsson (e ringrazia Cambiasso per la blandissima marcatura), poi è lo stesso islandese a sfruttare un'indecisione incredibile di Ranocchia su Defoe per trafiggere Handanovic. Il resto è un assedio degli Spurs. La Beneamata potrebbe rimettersi in carreggiata in chiusura di primo tempo, ma Alvarez - solo davanti a Friedel, imbeccato magistralmente da Cassano - spreca tutto chiudendo troppo l'angolo del mancino.
 
E allora la ripresa è tutta in discesa per i londinesi, nonostante Stramaccioni tolga Juan Jesus per inserire Palacio. E infatti ci mettono solo 9 minuti ad arrotondare ulteriormente il punteggio: angolo di Bale, amnesia di Cambiasso, testa di Vertonghen, Handanovic raccoglie il pallone dalla rete. L'atleticità degli inglesi e gli innumerevoli errori dell'Inter fanno il resto. E anzi, è grazie alla casualità, all'orgoglio e soprattutto a Samir Handanovic se gli uomini di Villas Boas non dilagano. Se poi ci si mette anche Palacio a calciare sui piedi di Friedel, con tutto lo specchio davanti, allora forse non è proprio serata...

Meno di tre anni fa abbiamo preferito tenere Maicon...e non prendere Bale...questi sono i risultati...

domenica 3 marzo 2013

PALLONATA in FACCIA...Strama, caccia alla spia !

 


"E' una situazione che non deve essere pubblica, lo spogliatoio è sacro e chi ha portato questa vicenda all'esterno non fa il bene dell'Inter", ha avvertito il tecnico dell'Inter, ancora imbronciato per la pubblicazione del caso sui quotidiani.

CAMPIONATO 2012/13 - 27ªG. Catania-INTER 2-3

 
 
 
 
L'Inter non scende neanche oggi in campo nel primo tempo come ormai succede da tempo ! Priva di Cassano, con Palacio in panchina, in attacco c'è Rocchi con Alvarez, Guarin e Schelotto a supporto. I nerazzurri si presentano in campo confusi e senza idee, gli etnei fanno la partita e in venti minuti passano con un uno-due massacrante di Bergessio e Marchese. Al 7' Juan Jesus serve con un intervento sciagurato Bergessio, che realizza comodamente con un pallonetto su Handanovic. Al 19' il 2-0 è firmato Marchese, pescato perfettamente da Lodi su punizione con la difesa dell'Inter che si limita a guardare. La squadra di Stramaccioni, allo sbando, rischia di subire il 3-0 alla mezz'ora con Castro.
 
Dopo il primo tempo i nerazzurri reagiscono finalmente nella ripresa: subito fuori Kuzmanovic e Rocchi per Palacio e Stankovic, la Beneamata si dà finalmente una mossa. Al 52' Alvarez dimezza le distanze spedendo in rete di testa un cross di Palacio, poi ancora Guarin sfiora il pareggio con un tiro da fuori. Con il passare dei minuti la carica dei meneghini diminuisce e cresce ancora l'undici di Maran, ma proprio nel momento peggiore l'Inter colpisce ancora trovando il 2-2 con un colpo di testa di Palacio.
 
Il 2-2 non ferma l'Inter che si porta in avanti alla ricerca della vittoria in un Massimino gelato. Cambiasso nel finale con un diagonale sfiora il 3-2, i nerazzurri ci credono e al 92' trovano la rete della vittoria con Palacio.
 
 

sabato 2 marzo 2013

PALLONATA in FACCIA...Ogni tanto ...sCassano....



Non è passata inosservata la lite tra Antonio Cassano e Andrea Stramaccioni al termine dell’allenamento dell’Inter di venerdì.
Erano molto attese le parole del tecnico nerazzurro, che non ha convocato il barese per la trasferta di Catania. “E’ una mia decisione – spiega –, quello che è successo va riportato nel binario delle cose che possono succedere. C’è stata una discussione, senza nessun contatto fisico come è stato erroneamente riportato, come ne posso avere avute tante altre. Sono infastidito perché sono cose che devono rimanere nello spogliatoio. Cassano è il giocatore che nelle ultime sette partite ha avuto il minutaggio più alto. Ho a disposizione tre attaccanti per il campionato e tre per l’Europa League; non possono essere sempre tutti in campo”.
Ma Cassano non è stato sospeso: "Non è così - prosegue il tecnico -, altrimenti non si sarebbe allenato. Anche lunedì lavorerà in gruppo e sarà convocato per la gara di Europa League". 
Poi Stramaccioni parla del Catania: "Sarà una gara difficile, Maran sta facendo un lavoro incredibile. Per me è uno scontro diretto, il Catania in casa è molto pericoloso visto che ha già battuto Lazio, Fiorentina e Roma".