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Torino-INTER 2-2

martedì 16 giugno 2009

A TU X TU...con...Andreas Brehme


Andreas ( Andy ) Brehme, anni 49 il prossimo 9 novembre (stesso giorno di Alex Del Piero), è ancora nell'immaginario di molti tifosi italiani. Colui che vestì la maglia dell'Inter dall'88 al '92 e risolse con calma olimpica la finale Mondiale del 1990 a Roma con un rigore chirurgico tirato con la maglia della 'Nationalmannschaft' contro l'Argentina di Maradona e Bilardo, oggi è un signore di mezza età che vive "sempre in giro a guardare calcio" e che coltiva una passione sportiva che sa più di stile di vita che di moda: il golf. Calciomercato.it lo ha intervistato in esclusiva, per respirare un po' di amarcord anni '90 e per parlare ad ampio giro di ciò che offre oggi il calcio mondiale.

Andy, dopo aver appeso gli scarpini al chiodo hai intrapreso la carriera di allenatore. Dopo Kaiserslautern e Unterhaching c'è stata l'esperienza allo Stoccarda da vice di Trapattoni...
"Sì, diciamo che ho una vita piena, ora sono libero sul mercato, ma sono sempre in giro, una settimana qua e una là, ero in contatto con Hitzfeld fino a che non ha lasciato il Bayern, mi piace stare in campo e guardare gli allenamenti, stare in contatto con l'ambiente. Guardo molto calcio internazionale, ho visto Inter-Atalanta di recente".
Cosa pensi del calcio italiano?
"Io ho rispetto di tutti i campionati, ma a me piacciono da morire i calciatori italiani. Sono tatticamente fortissimi, in Germania invece no, bisogna sempre perfezionare il lato sia tecnico che tattico. I giocatori italiani hanno la mentalità già pronta, sono completi".
La tua Inter sta dominando il calcio italiano ma in Europa incontra qualche difficoltà...
"I nerazzurri possono contare su una rosa di qualità, certo che questa difficoltà ad esprimersi in Champions League incuriosisce. E' vero però che ci sono tanti club forti e la netta differenza fra campionato e impegni europei si sente. Quest'anno l'Inter ha vinto molto facilmente lo scudetto, credo che avere un presidente come Massimo Moratti sia molto importante per un tecnico. Mourinho è molto bravo, mi piace parecchio, è sicuro di sè anche perchè dietro ha un presidente che lo lascia lavorare. La sua bravura l'ha mostrata in verità anche al Porto e al Chelsea".
Milan e Juve per tornare a vincere puntano sul metodo Barcellona: con il giovane Guardiola i catalani hanno vinto tutto. Può essere una via da seguire?
"Beh, Guardiola è stato bravissimo, ma è stato facilitato perchè l'anno precedente il Barcellona non aveva brillato. La stagione prossima per lui sarà più complicata, perchè dovrà riconfermarsi".
Hai notato che ci sono sempre meno esterni sinistri di difesa, che una volta si chiamavano terzini, di livello?
"Nell'Inter c'è Santon, l'ho visto giocare e mi ha davvero impressionato, farà di sicuro una carriera molto importante. Il Milan ha investito su Cissokho del Porto, mentre so che anche la Juve ne sta cercando uno. Evidentemente quei pochi che ci sono valgono tanto, ti dico che anche in Germania non c'è tantissimo, giusto Philippe Lahm, con cui mi sono intrattenuto più volte a parlare. Siccome lui è destro, il sinistro lo usa molto poco, gli ho consigliato di fermarsi di più sul campo ad allenare il mancino, è importante per un gran giocatore come lui. Un altro esterno che mi piace è Marcell Jansen, ex Bayern e ora all'Amburgo: lui in Baviera ha giocato poco perchè era infortunato, in questa stagione è andato meglio".
Parliamo di Bundesliga. Ti ha stupito il Meisterschale vinto dal Wolfsburg?
"Hanno fatto una grande impresa, fisicamente erano i più forti, era inevitabile. Ma si è confermata la cosa che quando il Bayern Monaco gioca male, giocano male anche le altre. Lo Stoccarda è andato così così, malissimo Bayer Leverkusen, Werder Brema, Amburgo... Lo Schalke 04 non farà neanche la Uefa. Il Bayern ha avuto un grosso problema: dopo sessanta minuti i giocatori in campo erano morti, forse la preparazione atletica non era delle migliori".
A proposito dei neo-campioni di Germania, in Italia si parla molto di Edin Dzeko, l'attaccante bosniaco che tanto piace al Milan. Il tuo giudizio?
"E' un grandissimo giocatore, assolutamente da Milan. E' veloce ma anche fortissimo di testa, hanno ragione quando lo paragonano a van Basten. Una punta completa e concreta. Ho letto che l'Inter potrebbe cedere Ibrahimovic, se lo facesse farebbe bene a puntare anche lei Dzeko (ride, ndr)".
Il mercato, nonostante la crisi, sembra stia letteralmente impazzendo. Il Real fa man bassa: Kakà e Cristiano Ronaldo tanto per incominciare, ma non è finita...
"Il presidente Florentino Perez aveva promesso bei regali e sta rispettando quello che aveva detto, certo è importante la presenza di Zidane al suo fianco. Io dico che era ovvio che fosse così, la scorsa stagione il Real non è andato bene. Questi club devono vincere sempre".
Anche il Bayern è una squadra costretta sempre a vincere...
"Ha effettuato alcuni acquisti di valore, davanti ha a disposizione Gomez, Klose, Olic e Luca Toni, che secondo me rimarrà a Monaco. Per vincere devi avere quattro attaccanti forti. Fra i giovani ci sono Marko Marin, che giocherà nel Werder Brema, Toni Kroos, grande giocatore del Bayern ma in prestito al Leverkusen, e Serdar Tasci, un difensore che ho osservato molto da vicino quando col Trap allenavo lo Stoccarda. Già si vedeva che sarebbe diventato un buon giocatore".
Momento amarcord: pensi mai che sono passati quasi venti anni dalla famosa finale di Roma del 1990?
<"Hai ragione, due giorni fa discutevo con alcuni amici e dicevo proprio questo: il tempo passa velocissimo, troppo in fretta. Quella era una squadra fantastica: c'erano Matthäus, Völler, Littbarski, Augenthaler, Buchwald, Illgner, Hässler, Klinsmann e tutti gli altri. In panchina Beckenbauer, che fu bravissimo a trattare tutti allo stesso modo: in una rosa di 22 giocatori ricordo che parlò con ognuno, senza escludere o fare favoritismi. Un team così credo sarà difficile riproporlo. Il rigore contro l'Argentina me lo ricordo bene... Tirai senza pensare a nulla, anche perchè in quei momenti non puoi fare altrimenti. Due giorni dopo però mi sono reso conto e ho detto 'mamma mia, ho deciso un Mondiale dal dischetto'. Fu bellissimo". Cosa ti manca di più dell'Italia?"La gente, la voglia di vivere il calcio con passione, la tattica e tante altre cose".
Ma è vero che torneresti volentieri in Italia anche per allenare?
"Sì, sì. Anche in serie B. L'Italia mi è rimasta nel cuore, sarei onorato".
Grazie Andy...

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