Ernesto Pellegrini ha lanciato un appello a Massimo
Moratti: "Insieme con altri imprenditori, posso aiutarlo a non vendere
l'Inter a Thohir. Le squadre di calcio non sono un business: coinvolgono
la passione di tanta gente. Una squadra di calcio prima di tutto deve
essere amata. Thohir non può dire di amare l'Inter. Magari, nel tempo,
il suo sentimento potrebbe trasformarsi in amore, ma oggi l'Inter per
lui è soltanto interesse".
Parole importanti, dettate dall'autentico amore per l'Inter,
quelle pronunciate dal predecessore di Moratti e rilasciate al
bravissimo Alberto Cerruti che le ha pubblicate stamane sulla Gazzetta
dello Sport. Ma parole che rischiano di essere tardive.
Punto primo: entro Ferragosto, Moratti e Thohir
dovrebbero mettere nero su bianco (cioè le firme o signing che dir si
voglia, come prevede il linguaggio tecnico) l'accordo raggiunto.
Esso prevede il passaggio del 75% delle quote interiste all'indonesiano
in cambio di 300 milioni di euro e l'abbattimento del debito societario
che le parti si accolleranno in una misura ancora da stabilire.
Punto secondo: in settembre è prevista la chiusura definitiva della trattativa, cioè il closing, sempre per essere precisi.
Punto terzo: a mano a mano che i giorni passano,
cresce il ruolo di Angelomario Moratti, figlio di Massimo, manager
brillante e competente, vicepresidente esecutivo nell'attuale gestione
paterna e, molto probabilmente, anche con Thohir proprietario.
Punto quarto: secondo il bilancio redatto al 30
giugno 2012, l'Inter registra 150 milioni di euro di esposizione con le
banche (compresi gli istituti di factoring) e 64 milioni con i
fornitori. Una situazione che deve essere sanata alla svelta, anche
perchè sui conti gravano come macigni i 10 milioni di euro di interessi
annui da pagare agli istituti di credito.
Delle due l'una: o Pellegrini e la cordata che potrebbe
affiancarlo. presentano in tempi brevissimi la loro proposta a Moratti o
questi ha almeno 514 milioni di buoni motivi per dire sì a Thohir il
più rapidamente possibile.
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