Come in ogni film che l’Inter gira la banalità non trova
spazio. I nerazzurri si presentavano al San Paolo per i quarti di Tim Cup con
la lingua fuori, la respirazione affannosa e la condanna da parte dell’opinione
pubblica, sempre molto spietata nei nostri confronti, ad un crollo verticale ed
inesorabile. Dall’altra parte del campo c’era l’imbattibile Napoli del più
grande giocatore del mondo e del miglior tecnico della stagione. Una squadra
destinata a vincere tutto con il bel gioco e gli spunti dei suoi fuoriclasse.
Insomma, Davide contro Golia.
Eppure quello andato in scena al San Paolo è stato un
film pieno di sorprese con l’antagonista “sfigato” che si prende la ribalta e
da “nerd” diventa il “figo” di turno che porta a casa trofeo e ragazza. Davanti
all’Inter di martedì sera bisogna solo togliersi il cappello e iniziare ad
applaudire dal momento in cui Valeri fa scorrere i titoli di coda. Inter
cinica, ordinata e tosta. C’è chi a fine match ha avuto il coraggio di dire che
è stato il Napoli a fare la partita e che la squadra ospite ha solo sfruttato
le occasioni che le si sono presentate. Ma ormai davanti a tanta e reiterata
prevenzione fino a sfiorare il ridicolo io giro le spalle e rido. Inutile
prendere seriamente questo tipo di giudizi dati da chi nemmeno guarda le
partite. Mi dispiace solo per chi legge o ascolta da casa che debba sentirsi
riempire le orecchie di tali fandonie. Ma andiamo avanti.
Mancio osa schierando una formazione molto offensiva,
l’Inter amministra, ha più possesso palla del Napoli ma non crea. Il Napoli si
rende pericoloso con Callejon ma tanto abbiamo Handanovic in porta e stiamo
tranquilli. Nel secondo tempo in campo si vede solo la squadra nerazzurra. A
chi mi parla di turn over di Sarri dico che, nel caso, per prima cosa ha
sbagliato a sottovalutare l’avversario e per seconda che i titolari (Higuain,
Hamsik e Jorginho) sono entrati belli freschi sul punteggio di 0-0 pronti a
fare la differenza e eliminare dalla coppa la “povera” e “disastrata” Inter.
Jovetic ha inventato un gol dei suoi e Ljajic ha confermato la sua grande forma
fisica con quella volata nel finale che è valsa il 2-0 e la qualificazione alle
semifinali. Per l’Inter questo è un risultato di platino. Non è da tutti
battere il Napoli in casa sua senza prendere gol e segnandone un paio. Ah,
questa volta purtroppo per molti non si potrà nemmeno tirare fuori la modaiola
tiritera del “solito 1-0”. Il Napoli dimostra ancora una volta di soffrire il
turn over e forse di essere davvero dipendente da un grande giocatore di nome
Higuain.
Ovviamente il finale per i nerazzurri doveva essere
aperto e doveva inevitabilmente tingersi di “giallo”. Mancio viene insultato da
Sarri e poi succede quello che tutti abbiamo visto. Non entro nel merito del
discorso omofobo di Sarri ma tanto nella sua trasformazione da inizio anno.
Ricordo un uomo sereno di fronte alle difficoltà iniziali e umile oltre che
intelligente davanti alle accuse ricevute a inizio anno. Mi ritrovo a dover
commentare un allenatore che sembra essere di alto livello con grandi idee e
capacità, che però ha perso un po’ di quell’umiltà che aveva unito tante maglie
diverse nel giudizio unanime sulla sua simpatia e genuinità positiva. Non si
può perdere così le staffe alla prima sconfitta. Bisogna saper accettare la
sconfitta per essere dei veri vincenti. Vincere e stare in vetta dà le
vertigini e forse bisogna abituarsi senza trasformare in negativo il proprio
comportamento.
Mancini stava discutendo con il quarto uomo, non capisco
perché Sarri si sia sentito in obbligo di mettersi in mezzo insultando con
parole che dovrebbero essere indifendibili per tutti (ma leggendo blog e post
su internet mi accorgo che non è così) l’allenatore nerazzurro. C’è chi accusa
Mancini di essere stato scorretto: di fronte a queste accuse non ci sono più
altre parole ed è meglio rispondere con il silenzio
Filippo Tramontana
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