Direttamente dal ritiro di Doha, in Qatar, dove l'Inter
si sta preparando in vista della riapertura del campionato il prossimo 6
gennaio a Empoli, Roberto Mancini risponde alle domande di Roberto Scarpini per
Inter Channel, in una sorta di consuntivo finale del 2015. Un anno che lo ha
visto protagonista, sulla panchina nerazzurra, di un autentico ribaltone
tecnico e di un crescendo evidente, fino alla vetta della classifica di Serie
A.
Possiamo dire che è stato un grande 2015?
"Così così (ride, ndr). Nei primi mesi si è faticato
un po'".
A gennaio il pari allo Stadium, lì c'era la sicurezza di
centrare qualcosa?
"I ragazzi hanno da subito fatto bene, poi nel
calcio contano i risultati e abbiamo perso partite senza meritarlo. Si poteva
fare sicuramente qualcosa in più, alla fine è stato importante, nonostante non
abbiamo raggiunto gli obiettivi, mettere una base buona per questa
stagione".
Quanto orgoglio c'è per essere stato scelto per tornare
in alto?
"E' abbastanza faticoso, però se uno riesce a
metterci tanta passione e lavoro i risultati si ottengono. Magari ci vorrà un
mese in più ma i risultati arrivano. Per tanti anni l'Inter non è stata dove
merita, dovrebbe essere sempre in Champions e lottare per il campionato, deve essere
questo il nostro obiettivo".
Torniamo al mercato di gennaio scorso: Podolski, Shaqiri,
Santon, qualcuno si è perso...
"Nessuna delusione, Podolski lo abbiamo preso
sperando desse qualcosa in 6 mesi, sapevamo sarebbe tornato all'Arsenal. Non
pensavamo sarebbe rimasto a lungo, era esperto e qualcosa ce l'ha data. Shaqiri
aveva bisogno di più tempo, poi è stato uno dei pochi a ricevere offerte e
dovevamo fare cassa. Con Santon nessun problema, Brozovic forse l'acquisto più
azzeccato perché migliora di settimana in settimana e avrà grande futuro. A
gennaio è difficile trovare un giocatore in grado di cambiare la squadra".
A febbraio il cambio di rotta con 3 vittorie consecutive
dopo 3 anni.
"In quel momento avremmo dovuto spingere di più, poi
si sbaglia da una parte e si azzecca dall'altra. Si rischia di perdere tempo e
treni decisivi".
Nel finale manca la continuità.
"Questo è il calcio, uno si ricorda il risultato che
condiziona il giudizio. Ma il finale è stato il migliore, abbiamo perso partite
assurde tra Juve, Genoa, Sampdoria. Si poteva al massimo pareggiare se non
vincere".
Ma da quelle partite hai capito la squadra che doveva
nascere dopo.
"I giocatori che c'erano prima oggi stan facendo
bene, un allenatore nuovo ha bisogno di tempo per conoscerli".
In estate il mercato stravolge la squadra. Tu lavoravi
tanto senza il gruppo al completo e senza risultati eri comunque tranquillo.
"Avevo un po' di sicurezza sul fatto che i giocatori
avevano fatto bene anche nei 6 mesi precedenti pur senza risultati. Avevo
imparato a conoscerli, anche i più criticati potevano darmi qualcosa. Quelli
nuovi sapevamo ci avrebbero aiutato a migliorare. Poi tante cose devono andare
nella stessa direzione per raggiungere l'obiettivo. I risultati estivi non
contano nulla, conta mettere benzina nel motore e migliorare il sistema di
gioco. Poi abbiamo affrontato Bayern, Real Madrid, Milan... Se uno gioca contro
avversari minori vince, ma è meglio affrontare grandi squadre anche rischiando
di perdere e fare brutte figure. Nonostante lo 0-3 col Real dopo 45 minuti
equilibrati, ci sono stati impegni in cui eravamo presenti. Ed io ero
tranquillo".
Dall'estate ricordiamo le telefonate di Mancini e alla
fine una squadra con i ruoli coperti.
"Sì, è vero. Miranda ha portato esperienza, Murillo
era stato preso da un anno e sapevamo che aveva qualità. Kondogbia è giovane,
Jovetic ha portato esperienza e qualità, idem Perisic. Sono arrivati giocatori
che ci hanno permesso di migliorare".
Inizia il campionato con 5 vittore di misura. Te l'aspettavi?
"No ma speravo che fosse una partenza positiva per
darci consapevolezza sapendo che non eravamo la miglior squadra del campionato.
Partire bene poteva darci tranquillità".
Dalla sconfitta contro la Fiorentina hai tratto buoni
spunti.
"In certe partite non capisci neanche cosa sia
successo, perdere 4-1 in quel modo può capitare. Se vai sotto 2-0 dopo 8 minuti
con un rigore e un tiro in porta, poi l'espulsione... Nella ripresa però la
squadra ci ha messo grinta sapendo che la partita era ormai persa".
L'Inter riparte da fine ottobre, prima è mancato
qualcosa.
"Con la Juve ci può stare, ma contro Palermo e
Sampdoria avrei voluto vincere. Non ci mancano 5-6 punti, ma penso che la sorte
non sia stata proprio dalla nostra finora. Quando abbiamo vinto 1-0 abbiamo
concesso poco, ma se la fortuna girasse dalla nostra potremmo far meglio".
A novembre ci sono le soste delle nazionali, disturbano
durante un trend positivo?
"Questo è un problema soprattutto per i giocatori
che vanno oltre Oceano e rientrano a 2 giorni dalla partita, ma lo
sappiamo".
Quanta voglia hai di rigiocare contro il Napoli?
"Quella partita può sortire qualsiasi risultato,
penso che sia ingiusto e siamo stati sfortunati. Ma bisogna saper accettare le
sconfitte anche quando sono dolorose. Si riescono a trarre indicazioni
importanti".
Quella a Napoli era già la tua Inter rispetto a 6-7 mesi
prima in cui stavi costruendo.
"Se giochi a Napoli la riprresa in 10 e li metti
sotto, meritando il pareggio, sicuramente le tue convinzioni cambiano. Penso
che la squadra sia più consapevole. Ci sono partite importanti che ti fanno
cambiare il pensiero da abbastanza positivo in positivo. Quella partita ci può
dare tanto".
Dicembre bene, c'è la goleada di Udine. Un segnale che le
partite vanno chiuse.
"Ma non è stata una partita semplice, l'Udinese ha
giocato tirando diverse volte. Abbiamo concesso più del solito, un loro gol
poteva riaprirla ma alla fine è andata bene".
In carriera non hai mai avuto una settimana piena per
lavorare, a causa delle competizioni europee. Oggi hai plasmato una squadra che
può giocare in più moduli.
"Ma i giocatori sono sempre undici (ride,
ndr)".
Ma hai potuto sperimentare?
"Nello svantaggio di non giocare le coppe c'è il
vantaggio che puoi allenarti tutti i giorni. ma l'obiettivo è tornare in
Champions, meglio giocare le coppe perché i giocatori si alternano e giocan
tutti. Ma oggi non scendere in campo è un vantaggio".
Tanti parlano di te, dandoti anche dei consigli.
"Non leggo molto i giornali ma credo che quando uno
esprime la sua opinione edicatamente ci possano essere anche messaggi
importanti che possono esserti utili".
Inter-Lazio, tanta rabbia e amarezza e tante chiacchiere
dopo.
"Potevamo prepararla meglio, è stata la settimana
maledetta delle feste per tutti, non solo per i giocatori. Si inizia a pensare
alla casa, al Natale... Io sarei per giocare sempre, non a Natale ma prima e
dopo, con una settimana di vacanza a gennaio. E' una settimana atipica in cui
tutti gli allenatori hanno paura. E' stata una partita in cui non meritavamo di
perdere ma abbiamo commesso ingenuità pazzesche. Nel primo tempo non abbiamo
giocato, è mancata la cattiveria. Le chiacchiere? Ho detto la verità, non è
successo nulla. In nessun spogliatoio si ride dopo una sconfitta, nessun
giocatore si è comportato male e nessuno prenderà multe".
Gennaio il mese più balordo con le voci di mercato, può
servire?
"Se non c'è nessun giocatore che chiede di andar via
io ho massima fiducia in tutti e vorrei continuare con chi ha iniziato questo
campionato in cui stiamo facendo benissimo. Spero rimangano tutti. Se poi
Gnoukouri o Dimarco hanno opportunità di andare a giocare sono io il primo a
spingerli. Manaj? No, può stare ancora qui e imparare dai giocatori più grandi.
Inoltre quando entra a partita in corso può fare la differenza. Lui sta qui con
noi".
Si crede al triangolino di maggio?
"Chissà, l'obiettivo è tornare in Champions League.
Il campionato è bello e nessuno sa come finirà. Se saremo lì a 2-3 giornate
dalla fine ne parleremo, adesso c'è tempo. Ora c'è una partita brutta come
quella prima di Natale. Speriamo di iniziare bene c'è da pedalare e come tutti
i giocatori han fatto finora continuino a dare il massimo. Tutti hanno fatto il
possibile ed è merito loro se siamo lì".
Che sia un grande 2016 e magari 2017 e 2018.
"Eh sì, la gente spesso dimentica che sono stati qui
già 4 anni. Speriamo, l'Inter deve tornare in Champions League, non può star
fuori".
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