José Mourinho. Ancora tu. Gli anni passano, ma c'è qualcosa che non si
può cancellare. No, proprio non si può: è sempre lì, nella memoria. Un
ricordo che non sbiadisce e non sbiadirà mai. Tra poco saranno passati
tre anni, ma quell'impresa, quel triplete, resta. E resterà per
sempre. José Mourinho intanto si trova a Madrid e lancia messaggi
d'amore. Tornerebbe all'Inter, lo farebbe con piacere. Parla da
interista, lo ribadisce in ogni intervista. Quel 'noi interisti' usato
spesso dal portoghese non è un caso. Perché con José Mourinho, in Italia
l'abbiamo imparato, niente succede mai per caso.
Sono passati quasi tre anni ma è ancora come se fosse ieri. E quando
José parla tutti restano così, a bocca aperta. Con la speranza, che è
quasi uno spiraglio di certezza, che possa tornare. Possiamo dirlo: José
Mourinho tornerà all'Inter. La vera domanda è: quando? Quest'estate no,
non ci sono ancora le condizioni. La percentuale è dello 0,0001%. Ma in
futuro, chissà. Mai dire mai, nel calcio tutto può succedere: sono
queste le frasi che piacciono tanto agli addetti ai lavori. Alla fine,
sognare non costa nulla. Mourinho invece costa, anche tanto. Questo è
uno dei motivi per cui, ora, è ancora presto per tornare. L'Inter non è
abbastanza grande per lui, per vincere subito servirebbe un miracolo.
Certo, José ha fatto anche dei miracoli, ma stavolta non vuole
rischiare. Non conviene né a lui né all'Inter.
Massimo Moratti però ha un sogno, vuole Mourinho di nuovo sulla
panchina dell'Inter. Nei giorni scorsi, in cui l'Inter si guardava
intorno per cercare un allenatore, mentre Mourinho faceva altrettanto
per cercare una squadra, è inevitabile che un contatto ci sia stato. Ma
ancora da amici, senza pressioni né promesse. E' presto, Mourinho ha
altri progetti. Prima di tutto vincere la Champions League con il Real
Madrid, entrando sempre di più nella storia. Poi andarsene, da vincente,
come ha sempre fatto. Un bivio lo aspetta: i soldi del Psg o il fascino
del ritorno in Premier League. Per vincere la Champions anche con il
Chelsea (l'unico obiettivo che ha fallito) oppure per prendere l'eredità
di Sir Alex Ferguson sulla panchina del Manchester United. Per tornare
all'Inter c'è tempo, soprattutto perché tutto dovrà essere perfetto.
Ci dovranno allora essere delle condizioni ideali per fare in modo che i
tifosi nerazzurri possano riabbracciare il loro Vate. Innanzitutto
l'Inter deve tornare grande: giocare in Champions deve essere
un'abitudine e lo Scudetto non solo una chimera. Servono soldi (per José
e per il mercato), bisogna che non ci siano più 'reduci del triplete'.
Dovrà essere un nuovo ciclo, non un'operazione nostalgia. Eroi del
triplete potrebbero far parte del progetto, ma non da giocatori. Sarebbe
suggestivo vedere Materazzi o Stankovic assistenti di Mourinho, questo
sì. Quando? Tra 5 o 10 anni, forse tra 20, magari non da allenatore ma
da direttore sportivo o addirittura presidente. Nessuno può saperlo,
neanche lui. Una certezza però c'è: Mourinho certamente non è pirla,
l'ha detto anche lui. E quando parla c'è sempre un motivo. Se dice che
può tornare, vuol dire che sa di poter tornare.
Intanto l'Inter deve andare avanti. Perché al momento le dichiarazioni
di Mourinho risultano solo dannose all'ambiente. Da quando se n'è
andato, la maledizione non si è ancora interrotta. Benitez, Leonardo,
Gasperini, Ranieri e Stramaccioni: più allenatori che coppe. Servirebbe
Mourinho, magari è vero. Ma visto che non c'è è più utile dimenticarlo
(o accantonarlo, visto è indimenticabile) e provare a farcela da soli.
L'Inter deve andare avanti, Mourinho deve andare avanti. Ognuno per la
sua strada, aspettando che si incontrino, di nuovo. Prima o poi dovrà
pur accadere…
Guglielmo Cannavale
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