Un viaggio bellissimo, un percorso ad ostacoli durissimo quello che ha portato l’ Inter ad alzare nel fantastico scenario del “Santiago Bernabeu” di Madrid il trofeo per club più prestigioso d’ Europa: la Champions League. Quella coppa desiderata da ben 45 anni è finalmente arrivata, grazie al sapiente lavoro del mister Josè Mourinho, all’ umiltà di Eto’o, alla classe sopraffina di Sneijder, a quel meraviglioso giocatore che è Diego Milito, alla determinazione di Capitan Zanetti ed Esteban Cambiasso. E grazie a tanti altri eroi nerazzurri, che sono entrati di diritto nell’ olimpo del Calcio Mondiale.Chi avrebbe mai pensato quel 16 settembre 2009, giorno della prima sfida stagionale europea contro il plurititolato Barcellona di Guardiola, che l’ Inter sarebbe arrivata fin dove è arrivata? Forse in pochi ci credevano: la partita finì 0-0 con un possesso palla nettamente a favore dei Blaugrana e Nerazzurri in difficoltà a rincorrere le bocche da fuoco catalane. Chissà: forse era un segno del destino, il passaggio di consegne fra Barça e Inter. Ma il girone di Champions non prosegue bene: il 29 settembre si va in Russia, a Kazan, e arriva un magro pareggio per 1-1, che non fa presagire nulla di buono. Segnano Dominguez per il Rubin Kazan e Stankovic per gli uomini di Mourinho, e Balotelli si fa espellere. E circa tre settimane dopo, il 20 ottobre, altro deludente e soffertissimo pareggio, stavolta a San Siro contro i Campioni Ucraini della Dinamo Kiev: Schevchenko e company vanno in vantaggio per ben due volte, ma l’ Inter pareggia con i nervi, prima con Stankovic e poi con Samuel. Dopo queste prime tre partite, caratterizzate da altrettanti pareggi, sbagliare adesso sarebbe letale. Il 4 Novembre l’ Inter arriva a Kiev con l’ acqua alla gola: vincere o altrimenti sarà eliminazione. La truppa dello Special One va sotto dopo 20 minuti con un gol rocambolesco proprio di Schevchenko, colui che ha già fatto male più di una volta ai tifosi nerazzurri. Che ora vedono gli spettri di una clamorosa eliminazione. Ma quando sembra che tutto sia finito, ecco un’ altro capitolo della saga della Pazza Inter: al 41° del secondo tempo Milito pareggia e a un solo minuto dal termine Sneijder sigla un gol importantissimo, che fa risorgere l’ Inter. Forse la chiave di volta della Stagione Nerazzurra. Si va al “Camp Nou” il 24 Novembre: Barcellona-Inter 2-0, reti di Piquè e Pedro. Partita senza storia, ma nulla è compromesso. Basta una vittoria all’ ultima giornata contro il Rubin Kazan, il 9 Dicembre, con le firme di Eto’o e Balotelli, a sancire il passaggio agli ottavi di finale.Il sorteggio dell’ urna di Nyon mette di fronte all’ Inter il Chelsea di Carletto Ancelotti, una doppia sfida che si preannuncia durissima. E’ il 24 febbraio 2010, “San Siro” ribolle di passione, tutti vogliono spingere l’ Inter oltre il fatidico muro degli ottavi, che nel passato recente è stato invalicabile. 3 minuti e la partita si indirizza bene: Milito, con un dribbling su Terry, batte Cech e porta in vantaggio l’ Inter. Ma la partita è ancora lunghissima, il Chelsea preme, colpisce la traversa con un bolide terra-aria di Drogba e si rende pericoloso dalle parti di Julio Cesar. Il pari arriva nella ripresa con un gol di Kalou, aiutato da un’ incertezza di Julio Cesar. Ma questa è un’ altra Inter rispetto al passato: passano pochi minuti e il “Cuchu” Cambiasso scaraventa in rete con un tiro formidabile il gol del 2-1. Termina il match e l’ Inter sa che al ritorno, se il Chelsea vorrà passare, dovrà segnare per forza. Ma il gol che decide la qualificazione lo segna l’ Inter: è il 16 Marzo, Mourinho ritorna a “Stamford Bridge” presentandosi con un 4-2-3-1 da paura ed è Eto’o a reagalare ai Nerazzurri la qualificazione, meritata, ai quarti di finale.Ai quarti, è la volta del Cska Mosca: a “San Siro” il 31 Marzo ci pensa il solito Diego Milito a mettere le cose in chiaro, mentre a Mosca, il 6 aprile, un siluro di Sneijder permette all’ Inter di passare il turno con scioltezza e senza grosse preoccupazioni. Superato l’ ostacolo russo, in Semifinale l’ Inter potrà consumare la sua vendetta nei confronti del Barça.20 Aprile 2010: ancora una volta “San Siro” è straordinariamente pieno, tutti vogliono l’ impresa, l’ Inter può farcela. Il Barcellona arriva a Milano in pullman, per via delle ceneri del vulcano islandese, ma questo non sembra incidere: i blaugrana dopo 19 minuti passano in vantaggio con Pedro. L’ Inter non si perde d’ animo e con ferocia agonistica si getta in avanti alla ricerca del pari: dieci minuti bastano agli uomini dello Special One per rimettere in sesto i conti con Wesley Sneijder. Il “Meazza” si trasforma in una bolgia. Nella ripresa Maicon, al 3° minuto, dopo una meravigliosa sgroppata porta in vantaggio l’ Inter e al 16° Milito, autore di una prestazione superba, sigla il 3-1: è l’ apoteosi. Il Sogno può continuare, ma prima c’è da affrontare la bolgia del “Camp Nou” ad una settimana di distanza. I catalani vogliono la “Remuntada”, preparano magliettine intimidatorie, lanciano spot televisivi alquanto azzardati. Il 28 Aprile, il clima a Barcellona è infuocato: nel primo tempo, Thiago Motta si fa espellere, l’ Inter deve soffrire per circa un’ ora con un uomo in meno, davanti a 95000 tifosi blaugrana scatenati all’ inverosimile. Il gol di Piquè a cinque minuti dal termine del match farà vivere ai tifosi Nerazzurri attimi di paura, ma la solidità del Muro Interista davanti alla porta di Julio Cesar ha un qualcosa di epico. Bojan si vede annullare il possibile gol della qualificazione per la Finale di Madrid, i tifosi dell’ Inter, dopo aver rischiato un infarto, tirano un sospiro di sollievo. E al fischio finale è festa grande: è l’ Inter ad andare a Madrid il 22 Maggio. Gli uomini di Mourinho adesso sono gli eroi di Barcellona. E per entrare nella Leggenda, bisogna riempire l’ ultimo tassello: battere il Bayern Monaco ed alzare al cielo la Coppa dalle Grandi Orecchie.22 Maggio 2010, Stadio “Santiago Bernabeu”: l’ Inter e il Bayern Monaco possono entrambe firmare il “triplete”, impresa risucita a pochissime squadre nella storia del Calcio. Mai riuscita a nessuna squadra italiana. La vigilia è tutta per Mourinho: il suo addio all’ Inter dopo la Finale è ormai cosa certa, lui non fa nulla per nasconderlo; Van Gaal dall’ altra parte, critica il gioco, a suo dire, troppo difensivista del “Mago di Setubal”. E’ una serata per cuori forti, dalle mille emozioni e chi se non Diego Milito poteva decidere la partita più importante della storia recente dell’ Inter? Il “Principe” è immenso: una sua doppietta, al 35° del primo tempo e al 25° della ripresa, permette a Massimo Moratti di poter legare il suo nome indelebilmente a quello del Papà Angelo. E’ il passato che ritorna, è un’ altra Grande Inter, Capitan Zanetti può finalmente coronoare il sogno tanto inseguito, lui uomo dalle 700 battaglie, che corre per il campo come fosse un ragazzino. E’ la notte più lunga per il Popolo Nerazzurro, una notte che è già diventata Storia.
Giá ripensandoci a mente fredda dopo qualche giorno....proprio un viaggio bellissimo !!!
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