Ieri battagliava in mezzo al campo per strappar palla agli avversari e donarla ai vari Beccalossi, Brady e Matthaeus che avevano la missione di accendere la luce del gioco ed imprimere la svolta determinante alla gara, oggi è il vice di uno degli allenatori più quotati, arguti ed affermati degli ultimi anni - il portoghese José Mourinho - sicuramente il più mediatico e chiacchierato di tutti.
Con l’Inter debutta l’1 giugno 1977 in occasione di un match di coppa Italia a Vicenza e da quel giorno la formazione milanese si assicurerà per le successive quindici primavere le prestazioni di un tenace mediano (sovente utilizzato pure da terzino) che, per grinta ed abnegazione tattica, rinnoverà i fasti dei leggendari gregari della compagine herreriana Carlo Tagnin e Gianfranco Bedin.
Dalla giovane Inter operaia e vincente di Eugenio Bersellini, alla maestosa squadra dei record di Giovanni Trapattoni: Baresi è stato protagonista di tre lustri di football ai massimi livelli, ha avuto mister autorevoli, è stato compagno e rivale di magnifici fuoriclasse, ha vestito diciotto volte la maglia della Nazionale, ha vinto tutto dentro i confini - due scudetti, due coppe ed una Supercoppa - oltre ad un’indimenticabile coppa Uefa nella sua penultima stagione all’ombra della Madonnina (1990/’91) prima di andare a chiudere la carriera a Modena, disputando in Emilia due tornei di Serie B.
Con un simile palmares, risulta alquanto arduo comprendere le ragioni di chi, nel pre e nel post Inter-Lecce dello scorso settembre, ha lamentato chissà quali ingiustizie verso giornalisti e tifosi per il semplice fatto che Mourinho, con un gesto che dimostra gratitudine e rispetto per il lavoro del proprio valente collaboratore, avesse ritenuto opportuno mandare in conferenza stampa una persona con provata esperienza e conoscenza dell’ambiente nerazzurro e del calcio italiano attualmente superiore alla sua.
Per conseguire gli elevati obiettivi postisi, tuttavia, all’ambizioso uomo di Setubal é sicuramente d’aiuto il poter contare su un secondo che garantisca la profonda dedizione alla causa, il sincero attaccamento alla maglia e l’esemplare professionalità che lo hanno perennemente contraddistinto: qualità che nel tempo lo hanno condotto con merito ad indossare i gradi di capitano della Beneamata e si sono poi potute ampiamente apprezzare anche nell’amico Beppe Bergomi, “allievo” dello stimato atleta di Travagliato dal quale ha ereditato fascia, carattere ed importanti valori umani e sportivi.
Valori che Baresi ha quindi seguitato ad inculcare pure ai ragazzi delle giovanili nerazzurre che negli ultimi anni, sotto la sua supervisione come responsabile del settore, hanno raggiunto continui risultati d’indubbio prestigio anche grazie agli insegnamenti morali da lui impartiti, da pregevole persona che ha di regola badato all’essenza e non all’apparenza delle cose.
Se è vero che dietro ad un grande uomo c’è sempre una grande donna, è altrettanto probabile che di fianco ad un grande allenatore ci sia sempre un prezioso vice: soprattutto in questo caso, dove l’ex centrocampista lombardo, assieme a pochi altri, la scorsa estate si è dovuto assumere l’impegnativo compito d’introdurre rapidamente lo “Special One” all’interno dell’ambiente, delle abitudini e della storia di un affascinante ma complesso mondo chiamato F.C. Internazionale:
E sembra esserci riuscito benissimo !
1 commento:
Ho aggiunto il tuo blog ai miei link
Bella la televisione :)
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