INTERNELCUORE TV

Torino-INTER 2-2

giovedì 31 marzo 2016

Il “Chino” Recoba dice basta: storia di un talento svogliato con il sinistro magico


Sta calando il sipario sulla carriera di Alvaro Recoba. Uno che, dicono in tanti, se avesse avuto voglia di allenarsi (e non solo di giocare) avrebbe potuto vincere un Pallone d’Oro. La parola fine sarà messa giovedì nero su bianco. Due giorni ancora e poi via ai ricordi. Come la prima volta. San Siro accoglieva Ronaldo e aspettava i primi passi con l’Inter del Fenomeno. A Milano, grazie alla spesa di Massimo Moratti (51 miliardi di lire, cifra impensabile nella seconda metà degli anni ’90), si respirava aria di sogni inattesi e speranzosi. E invece, in quel pomeriggio contro il Brescia neopromosso (il 31 agosto 1997), l’Italia e l’Europa scoprivano Alvaro Recoba, stessa età del più famoso collega brasiliano.

Arrivato alla Pinetina perché qualche mese prima, a casa Moratti, era stata recapitata una videocassetta che mostrava le doti tecniche di un ragazzino del Nacional Montevideo: ancora cicciottello che scartava mezza squadra avversaria. E allora fu amore a prima vista. Un lampo. Così col Brescia, sotto di un gol, Recoba ribaltò il match con una doppietta formidabile: un tiro di sinistro dalla distanza e una punizione pazzesca. Ma già nel precampionato c’era chi aveva potuto conoscere le sue qualità: in amichevole contro il Bologna, Ronaldo uscì al minuto 70 ed entrò Recoba: tiro di 40 metri, traversa. 
Massimo Moratti lo ha trattato come un figlio ed è stato, fin da subito, il suo tifoso numero uno. Lo ha supportato, sopportato e perdonato per ogni tipo di marachella. 
E lo ha amato. 
All’infinito.

sabato 19 marzo 2016

30ª G. Roma-INTER 1-1


Termina in parità la sfida dell'Olimpico tra Roma e Inter. Perisic illude gli ospiti, raggiunti nel finale da Nainggolan che conserva il +5 dei giallorossi nella corsa al terzo posto che vale la Champions League.
Mancini, privo di Icardi e Palacio, si affida all'ex Ljajic che impegna anche Szczesny nelle prime fasi di un primo tempo molto bloccato. Col passare dei minuti l'Inter cresce ma Perisic e Brozovic sprecano anche due buone occasioni. La Roma con Perotti da falso nove non punge e prima dell'intervallo solo El Shaarawy si rende pericoloso dalle parti di Handanovic.

In apertura di ripresa si sblocca il risultato: Perisic in contropiede la mette sul secondo palo per l'1-0 dell'Inter. Spalletti si convince a gettare nella mischia Dzeko ma il bosniaco, fischiatissimo, delude ancora calciando alto davanti ad Handanovic. Dal suo piede però nel finale in qualche modo nasce il gol del pareggio, con Nainggolan che da dentro l'area fa esplodere di gioia l'Olimpico e permette alla Roma di conservare il prezioso +5 in classifica sugli avversari di giornata.

NUMERI & CURIOSITÁ...Roma-INTER


Ultima chiamata per il treno Champions League per l’Inter di Mancini, obbligata a fare risultato in quel di Roma per accorciare le distanze dal terzo posto; di fronte si troverà però l’armata di Spalletti, reduce da otto vittorie consecutive.
I PRECEDENTI – Roma e Inter si sono affrontate 82 volte allo Stadio Olimpico, con i capitolini che si sono imposti per 33 volte di fronte ai propri tifosi; in 22 occasioni le due squadre si sono divise la posta in palio, mentre i nerazzurri hanno espugnato l’ostico campo per 27 volte, un dato che poche squadre italiane possono vantare di avere. Nella stagione 2012/2013 il risultato è stato un pareggio: Rodrigo Palacio allo scadere del primo tempo rispose alla rete iniziale di Francesco Totti, realizzata dagli undici metri. L’Inter non vince a Roma dalla stagione 2008/09, quando una doppietta di Ibrahimovic e le reti di Stankovic e Obinna fissarono il punteggio sul definitivo 0-4; i tifosi giallorossi, invece, ricorderanno sicuramente con più piacere l’incontro della stagione 2009/10, quello vinto per 2-1 e che permise alla Roma di tenere botta per lo scudetto sino all’ultima giornata di campionato. De Rossi aprì le danze nel primo tempo, Milito pareggiò nella ripresa ma il gol decisivo lo realizzò Toni: una partita incredibile che si concluse con un palo colpito da un giocatore nerazzurro al 94′. Per quanto riguarda l’ultimo precedente, infine, i giallorossi trionfarono per 4-2 grazie alle reti di Gervinho, Holebas e Pjanic.
LE STATISTICHE – Parziale equilibrio anche per quanto riguarda i gol realizzati dalle due formazioni, con la Roma che ha fatto gioire i propri tifosi per 126 volte, a fronte di 111 dispiaceri inflitti dai calciatori della squadra nerazzurra. Nettamente più alto il dato delle segnature marcate nella ripresa (rispettivamente 70 e 67 per Roma e Inter) rispetto ai gol segnati nei primi tempi (56 e 44); resta comunque una sfida da sempre spettacolare, visto l’alto numero di occasioni che entrambe le squadre sono in grado di creare.

Il capocannoniere della Roma sino a questo momento della stagione è Mohamed Salah, autore di 11 gol in campionato, mentre l’attaccante più prolifico dell’Inter è Mauro Icardi, a segno per 12 volte, il quale però non sarà della partita perché infortunatosi nell’ultima sfida casalinga contro il Bologna.

sabato 12 marzo 2016

29ª G. INTER-Bologna 2-1


Una buona e una cattiva notizia per i tifosi dell'Inter: la squadra di Mancini batte il Bologna 2-1 grazie ai gol di Perisic e D'Ambrosio ma perde Icardi per infortunio.
Il secondo anticipo del sabato si apre proprio con l'infortunio del capitano nerazzurro che nel tentativo di intervenire in scivolata su un passaggio invitante rimedia una distorsione al ginocchio destro che lo costringe ad uscire dal campo. Il Bologna non è comunque più fortunato visto che anche Destro è costretto a chiedere il cambio dopo un contrasto con Miranda. Le squadre ci mettono un po' a riorganizzarsi ma prima dell'intervallo Eder si vede parare un colpo di testa quasi sulla linea mentre Ljajic scheggia un palo esterno.

Nella ripresa il Bologna si fa più pericoloso, specie con Giaccherini che costringe Nagatomo ad un recupero in velocità ma ad un quarto d'ora dal termine Perisic sblocca il risultato sugli sviluppi di un corner. Dopo altri quattro minuti, sembra da calcio d'angolo, D'Ambrosio firma il raddoppio che affonda gli ospiti. Inutile nel finale la rete della bandiera in contropiede di Brienza.

venerdì 11 marzo 2016

NUMERI & CURIOSITÁ...INTER-Bologna


L’anticipo serale della 29/a giornata mette di fronte Inter e Bologna: i nerazzurri sono reduci da una bella vittoria contro il Palermo e dall’ottima prestazione in Coppa Italia contro la Juventus, mentre gli ospiti devono dimenticare il pareggio interno contro il Carpi.
I PRECEDENTI – Nelle 68 partite disputate al Giuseppe Meazza tra Inter e Bologna, i meneghini si sono assicurati l’intera posta in palio in ben 38 occasioni, lasciando un punto agli emiliani soltanto per 20 volte. Infine gli ospiti hanno ottenuto tre punti in 10 occasioni, un numero decisamente basso considerando l’elevato numero di incontri disputati. Nel penultimo precedente fu Gilardino a far soccombere l’Inter di Andrea Stramaccioni, nel periodo di crisi più evidente dell’era post-triplete nerazzurra: ma non solo, perché anche nella stagione 2011/2012 gli emiliani hanno sbancato San Siro, complice la doppietta di Di Vaio e la rete, nel finale, di Acquafresca. L’ultima vittoria nerazzurra, infine, è datata stagione 2010/11, quando la squadra di Leonardo s’impose col punteggio di 4-1; per quanto riguarda l’ultimo scontro diretto, risalente all’annata 2013/2014, le due squadre hanno fissato il punteggio sul 2-2 complici le reti di Icardi (doppietta), Cristaldo e Kone.
LE STATISTICHE – Nei 68 precedenti sono stati realizzati la bellezza di 170 gol, un numero leggermente sopra la media considerando il rapporto partite/gol; 108 di questi hanno permesso ai nerazzurri di far esplodere di gioia il proprio pubblico, mentre i restanti 62 hanno fruttato qualche punto utile alla causa emiliana. Entrambe le squadre hanno mostrato la propensione a essere più prolifiche nella ripresa (60 e 32 reti) rispetto ai primi 45 minuti di gioco (48 e 30 gol).

Il capocannoniere dell’Inter sino a questo momento della stagione è Mauro Icardi, autore di 12 reti in campionato, mentre l’attaccante più prolifico del Bologna è Mattia Destro, fermo a quota 8 gol.

Ausilio dice tutto...

Lunga intervista di Piero Ausilio a Libero. Il direttore sportivo nerazzurro ha parlato di Inter a 360 gradi, con la consueta franchezza.
MERCATO - "Soriano? Lo stiamo seguendo e a Ferrero sto simpatico. Su Banega non posso dire nulla, è tesserato con un altro club. Erkin fa parte dei parametri zero che ci piacciono. Per i riscatti ci siamo già confrontati con il tecnico: nessuna decisione verrà presa prima del 15 maggio, giorno dell’ultima giornata, poi avremo tempo fino al 30 giugno per esercitare i nostri 'diritti'. Stesso discorso per Jovetic, è un professionista serio e si allena con impegno. Non gioca mai perché ora è infortunato. Se abbiamo già puntato qualcuno per l’anno prossimo? Sì, un giocatore dell’attuale serie A, offensivo e duttile…".
FALLIMENTO ECONOMICO - "Voci già smentite dal presidente Thohir. L’Inter, come tutte le società, utilizza linee di credito. Thohir ha un piano chiaro che va oltre la classifica. Con l’UEFA abbiamo sottoscritto un contratto e lo stiamo rispettando. I 30 milioni di rosso? Non c’entrano col debito. Il fairplay finanziario ci obbliga a tenere il bilancio in pari tra acquisti e cessioni, cosa che stiamo facendo. Per intenderci: non c’è alcun rischio che si faccia la fine del Galatasaray".
THOHIR RESTA - "Lui è lontano fisicamente, ma ci sentiamo tutti i giorni. Ci chiede dei giocatori, si informa, sa di calcio più di quanto si voglia far apparire. Arrabbiato per quanto si legge sui giornali? Più che altro è rimasto deluso, lo si è fatto passare per quello che non è. Ha un tale rispetto che per sua scelta si è adattato al nostro fuso orario: ci scrive quando da lui sono le 2 del mattino per non disturbarci".
MORATTI - "Devo tanto a Moratti, veramente un grande uomo. Allo stesso tempo è anche vero che è Thohir ad avermi scelto come direttore dell’area sportiva nel post-Branca. Di Marco molti hanno un’idea sbagliata, con lui ho sempre lavorato bene”
FUTURO PERSONALE - "Il mio contratto scade nel 2017, anche se non abbiamo ancora parlato di rinnovo. La storia di quando sono andato a Londra è meravigliosa: è uscita la notizia, ma la verità è che in Inghilterra non ci sono andato affatto! Invece c'era Thohir a vedere Arsenal-­Barcellona. Se accetterei il Milan? Dopo tanti anni in nerazzurro farei fatica a vedermi in rossonero".
SULLA SFURIATA DI TORINO - "Dopo Juventus-Inter ero furibondo. Voglio bene ai calciatori come figli: se tornano a casa con un 5 in pagella, la prima volta li avvisi, la seconda li redarguisci, la terza ti incazzi".
BUGIE SU KONDOGBIA - "Geoffrey è costato 31 milioni più 6 di bonus, la stessa cifra che abbiamo incassato da Kovacic, e noi siamo felici del nostro investimento. Il fatto che i media non concordino, beh, questa cosa è grottesca. A volte con Mancini ci confrontiamo subito dopo le partite: “A me è piaciuto molto Kondo”. E io: “Anche a me”. Poi andiamo in conferenza e i giornalisti attaccano: “Altra brutta prestazione di Kondo…”. Nella valutazione delle sue partite pesa in maniera eccessiva il prezzo del cartellino, che tra l’altro poteva costarci di meno. Con il Monaco avevamo raggiunto un’intesa per 27 milioni più bonus, poi si è fatto avanti il Milan e il prezzo è aumentato. Il ragazzo ha vacillato, in rossonero avrebbe guadagnato molto di più, ma poi lui e la società hanno mantenuto la parola, in fondo lo seguivamo dai tempi del Siviglia".
L'AUTOFINANZIAMENTO - "Molti non ci credono, ma il nostro mercato è totalmente autofinanziato. Nelle ultime due sessioni abbiamo mosso 28 giocatori: 13 in entrata e 15 in uscita per un bilancio vicinissimo allo zero. Le rate? Sappiamo quello che facciamo. Nel mondo dei media c’è troppa superficialità. Shaqiri, per dire: al Bayern dobbiamo 15 milioni in 3 rate, lo Stoke ce l’ha pagato la stessa cifra ma in un’unica soluzione. Questo genere di operazioni ci permettono di andare a caccia di altri giocatori, eppure in giro si dice “l’Inter ha buttato 15 milioni”".
OTTIMO SCOUTING - "Da noi fa capo a Massimiliano Mirabelli che gestisce dieci osservatori: sono bravissimi. Per Murillo sono stati fondamentali: era un difensore semi-sconosciuto che stava lottando per non retrocedere con il Granada. Mirabelli insisteva e aveva ragione. Un altro prodotto dello scouting è Brozovic. Su indicazione di Mirabelli io e Mancini andiamo a vedere Italia­-Croazia a San Siro. Osserviamo Marcelo e in contemporanea ci innamoriamo anche di Perisic".

SU ICARDI - "E' un professionista esemplare, tra i primi ad arrivare al campo e uno degli ultimi ad andare via, pensa a lavorare e a stare con la moglie e i quattro bambini, non ha grilli per la testa, dice da mesi che all’Inter vuole restare a lungo, la società su di lui vuole costruire i prossimi 10 anni e non a caso è il capitano, eppure quando si parla di lui si dicono solo due cose: “Icardi è poco serio” e “l’Inter lo venderà di sicuro”"

mercoledì 9 marzo 2016

108 anni....INTER


"Si chiamerà Internazionale, perché noi siamo fratelli del mondo".
Accompagnata da queste parole, il 9 marzo 1908, presso il ristorante milanese "L'orologio", nasceva l' F.C. Internazionale Milano, unica squadra italiana ad aver partecipato a tutti i campionati di Serie A a girone unico.

Nella bacheca nerazzurra, 18 Scudetti, 7 Coppe Italia, 5 Supercoppe Italiane, 3 Coppe dei Campioni, 3 Coppe UEFA, 2 Coppa Intercontinentali e una Coppa del Mondo per Club.

domenica 6 marzo 2016

28ª G. INTER-Palermo 3-1


Inter-Palermo 3-1. I nerazzurri non perdono il treno per la Champions e si riportano a -5 punti dalla Roma terza in classifica. A San Siro la squadra di Mancini, rivitalizzata dalla bella prestazione contro la Juventus in settimana, piega i rosanero con le reti di Ljajic, Icardi e Perisic. Siciliani fermi a 27 punti, ad una sola lunghezza dal Frosinone terzultimo, e ora più che mai a rischio.
 L'Inter sblocca il risultato all'11' con una precisa conclusione in diagonale di Ljajic da fuori area, su cui Sorrentino non può nulla. Gli ospiti non reagiscono e al 23' Icardi raddoppia battendo in spaccata il portiere del Palermo su cross di Palacio. Solo nell'ultima mezz'ora la squadra di Iachini dà segni di vita, e allo scoccare del 45' Vazquez, servito da Rispoli, si inserisce tra Miranda e Murillo e di piatto trafigge Carrizo.
Ripresa, le buone intenzioni dei rosanero vengono stroncate dal tris nerazzurro: al 54' Icardi dalla destra fa partire un preciso traversone per Perisic, che in tuffo di testa non dà scampo a Sorrentino.

Dopo il 3-1 il Palermo è sfiduciato e l'Inter rallenta il ritmo, sfiorando la quarta marcatura con Palacio. Nel finale spazio anche per Brozovic, Biabiany e Melo tra i nerazzurri, il risultato non cambia più nonostante i tentativi finali di Brozovic e Perisic.

mercoledì 2 marzo 2016

TIM CUP SEMIFINALE RITORNO INTER-RuBentus 3-0 (3-5 GP)

La Juventus va in finale di Coppa Italia dopo una partita incredibile a San Siro. I bianconeri domano solo ai rigori (5-4) un'Inter orgogliosa, capace di rimontare le tre reti subite a Torino grazie alla doppietta di Brozovic e il gol di Perisic.
 Inter all'attacco rabbiosamente fin dai primissimi minuti. Mancini lascia fuori Icardi e si affida al tridente Perisic-Eder-Ljajic, a centrocampo Brozovic, Medel e Kondogbia a spezzare il gioco. Complice una Juventus troppo rinunciataria e supponente, i nerazzurri fanno la partita e sfiorano il gol già al 10' con Perisic. Hernanes, decisivo domenica sera, è invece il tallone d'Achille della Vecchia Signora: al 16' il brasiliano si fa soffiare palla da Medel, il cileno serve Brozovic che con un preciso destro trafigge Neto.
 La Juve non solo non riesce a reagire, ma va in tilt in fase difensiva, pressata su tutti i fronti dai nerazzurri, molto aggressivi. Al 24' Ljajic colpisce la traversa su assist di Eder, al 43' ancora il serbo si avvicina al raddoppio con un destro rasoterra di un soffio a lato.
 Ripresa, Mancini perde Kondogbia per infortunio (trauma cranico) e preferisce aumentare il numero degli attaccanti, inserendo Biabiany. Al 49' arriva il raddoppio: Eder si invola sulla destra e serve Perisic, che insacca da due passi sul secondo palo.
 San Siro si trasforma in una bolgia, i campioni d'Italia, allo sbaraglio, provano a reagire e confezionano la prima occasione gol della partita con Zaza, che al 54' colpisce il palo sull'uscita di Carrizo. Allegri decide di cambiare la sua Juve in affanno inserendo Barzagli per Lichtsteiner e tornando alla difesa a tre.
 Ma l'offensiva della squadra di Mancini non conosce pause: al 69' Nagatomo spaventa Neto con un diagonale, al 73' D'Ambrosio di testa manda alto di un soffio, Biabiany all'80' spedisce da posizione defilata nelle braccia di Neto.
 All'81' il Meazza esplode: Rugani atterra Perisic in area, dal dischetto Brozovic fredda Neto, 3-0, parità ristabilita e il pubblico nerazzurro festeggia l'impresa. Brividi prima del 90': Zaza all'87' di controbalzo manca il gol qualificazione, all'89' è decisivo Neto su Ljajic.
 Nervosismo allo scadere, con un accenno di rissa: Bonucci ammonito salterà la possibile finale. Si va ai supplementari.
 Extra time da cardiopalma: l'Inter,stremata, soffre il ritorno della Juventus, potenziata da Pogba, entrato alla fine dei tempi regolamentari. Neto è decisivo su Perisic, poi è Zaza a sfiorare due volte il gol della qualificazione. Mancini a sorpresa inserisce Manaj e non Icardi per Eder, stravolto. Dopo una grande parata di Carrizo su Morata, si va ai rigori.

 Dal dischetto è decisivo l'errore di Palacio (traversa), Juve in finale.

martedì 1 marzo 2016