INTERNELCUORE TV

Torino-INTER 2-2

venerdì 31 ottobre 2014

NUMERI & CURIOSITÁ...Parma-INTER


Inter e Parma giungono a questa partita con umori differenti: i nerazzurri sono reduci da due vittorie in fila, nonostante un gioco non proprio idilliaco, ma quando si vince il morale è sempre alto. Il Parma invece è ultimo in classifica con soli tre punti conquistati in nove partite e ben 21 gol subiti, una media da modificare se i ducali vogliono riuscire a centrare almeno l’obiettivo salvezza.
I PRECEDENTI – La tradizione dell’Inter al Tardini di Parma è pessima: i nerazzurri hanno totalizzato soltanto 4 vittorie su un totale di 23 partite disputate in Emilia, mentre i padroni di casa hanno trionfato in 13 occasioni. Nelle restanti 6 partite, infine, le due squadre si sono equamente divise la posta in palio. Il penultimo precedente è probabilmente un dipinto della stagione 2012-2013 della squadra di Andrea Stramaccioni: con la possibilità di andare a -1 dalla Juventus, sconfitta dal Milan, i nerazzurri si sciolsero come neve al sole e Sansone, bestia nera dell’Inter, la punì al 75′ con il gol vittoria. Nemmeno nella stagione del triplete, inoltre, Mourinho riuscì a vincere sul difficile campo dei gialloblù: fu Bojinov infatti a portare in vantaggio gli emiliani, e solo una rete di Balotelli permise all’Inter di strappare un prezioso punto esterno. L’ultima vittoria nerazzurra, infine, farà sicuramente sorridere i sostenitori della compagine meneghina, visto che le due reti di Ibrahimovic trascinarono l’Inter alla vittoria dello scudetto, cancellando gli incubi di un nuovo 5 maggio, questa volta a favore della Roma. L’ultimo precedente invece sorride ai nerazzurri: una rete di Rolando e una di Guarin nel finale permisero all’Inter di ottenere una fondamentale vittoria per la corsa al quinto posto, un grande risultando blindato anche da un super Handanovic, il quale parò un calcio di rigore a Cassano sullo 0-0.
LE STATISTICHE – Nelle 23 partite disputate da Parma e Inter al Tardini sono state realizzate un totale di 53 gol: 34 di questi sono stati segnati dal Parma, mentre le restanti 19 segnature hanno permesso ai tifosi lombardi di gioire sul campo emiliano. Entrambe le squadre hanno mostrato la tendenza a essere più prolifiche nella ripresa: 11-23 il dato delle reti tra primo e secondo tempo del Parma, 6-13 invece quello nerazzurro.
Il miglior marcatore del Parma sino a questo momento è Antonio Cassano, ex di giornata, a quota 5 reti; lo stesso numero di marcature di Mauro Icardi, a segno su rigore nelle ultime due partite contro Cesena e Sampdoria.
Il Parma è in un bruttissimo momento di forma ma l’Inter, nonostante i 6 punti nelle ultime due partite, non ha ancora trovato la quadratura del cerchio e la condizione fisica della squadra non aiuta.
Considerando infine che il Parma ultimamente é la bestia nera dell'Inter.....

mercoledì 29 ottobre 2014

9ª G. INTER-Sampdoria 1-0


Per la nona giornata valida per il campionato di Serie A, l’Inter batte la Sampdoria al 90′, decide un calcio di rigore di Icardi.
Al 3’ Inter subito pericolosa in avanti, Kovačić serve Palacio in area di rigore, l’argentino da buona posizione prova a mandare in rete Icardi, ma il suggerimento è troppo lungo e la palla si spegne sul fondo. La Sampdoria si chiude bene in difesa e prova a partire in contropiede, come al 6’ quando Gabbiadini si accentra dalla destra e calcia a rete con il mancino, blocca facilmente Handanovič. Al 12’ Hernanes imbecca Palacio in area di rigore, la conclusione dell’argentino viene respinta con i piedi da Romero. Un minuto dopo i blucerchiati si rendono pericolosi con un insidioso traversone dalla destra di Obiang, la difesa neroazzurra si salva in angolo. Al 22’ il traversone dalla sinistra di Dodô pesca in area di rigore Icardi, l’attaccante colpisce di testa, conclusione centrale, blocca Romero. Al 25’ Obiang calcia al volo da fuori area, blocca facile Handanovič. Al 29’ bel guizzo di Éder sulla sinistra, il brasiliano serve un bel pallone in area di rigore, la difesa ospite allontana sui piedi di Palombo, l’ex nazionale spara alto da fuori area. Al 34’ la conclusione di Hernanes finisce lontana dalla porta difesa da Romero, ottima la prova del centrocampista brasiliano fino a questo momento, il brasiliano e Kovačić  sono gli unici in grado di creare la superiorità numerica in mezzo al campo. Al 39’ Kovačić pesca Icardi in area, l’argentino difende bene la palla e calcia a rete di destro, Romero è attento e respinge con i piedi. Nell’unico minuto di recupero la Sampdoria trova il tempo per mettere i brividi al pubblico di San Siro: Gabbiadini semina il panico sulla destra e trova Duncan che da buona posizione colpisce la traversa con una potente conclusione di destro. Al rientro negli spogliatoi il pari sembra il risultato più giusto, l’Inter prova a fare la partita, mentre gli uomini di Mihajlovic si chiudono bene davanti a Romero e si rendono pericolosi nelle ripartenze.
Al 49’ bell’azione di Palacio, l’attaccante interista semina lo scompiglio nell’area di rigore blucerchiata, ma la sua conclusione termina sul fondo. Al 9’ la Sampdoria si rende pericolosa con Okaka, Handanovič respinge. Al 58’ Gabbiadini impegna Handanovič su punizione, il mancino dell’attaccante doriano viene neutralizzato in tuffo dal portiere sloveno. Al 68’ Regini calcia a rete di sinistro sugli sviluppi di un calcio d’angolo, blocca Handanovič. Al 70’ Vidić tocca di testa per Medel, il cileno da buona posizione calcia al lato. Al 79’ Kovačić inventa per Palacio, l’argentino calcia a lato da buona posizione, brutto errore per l’attaccante. All’86 l’Inter reclama un calcio di rigore per un fallo in area di Romagnoli su Palacio, un minuto dopo fuga di Okaka sulla destra, l’attaccante doriano serve Éder che si fa deviare in angolo la sua conclusione da Handanovič. Al 90’ calcio di rigore in favore dell’Inter per un fallo su Kuzmanovic, dal dischetto si presenta Icardi che batte Romero e manda in delirio il pubblico di San Siro. Al triplice fischio finale, gli uomini di Mazzarri festeggiano un successo importante, la sconfitta, invece è punizione troppo severa per i ragazzi di Mihajlović che avrebbero meritato il pareggio.

martedì 28 ottobre 2014

NUMERI & CURIOSITÀ...INTER-Sampdoria



Una striminzita vittoria contro un buon Cesena, in dieci per un’ora, non ha dato a Mazzarri la tranquillità che ci si sarebbe aspettata dopo l’espulsione di Leali. Troppi errori sotto porta e un potenziale praticamente inesplorato a centrocampo, paradossalmente è la Sampdoria ad arrivare alla sfida con più energie positive, dopo il pari casalingo senza reti contro la corazzata Roma.

I PRECEDENTI – Nei 57 precedenti disputati tra Inter e Sampdoria, la superiorità dei nerazzurri appare abbastanza schiacciante: la squadra allenata da Walter Mazzarri infatti ha vinto in 34 occasioni, mentre gli ospiti hanno espugnato Milano soltanto in 7 occasioni. In 16 occasioni le due squadre si sono suddivise la posta in palio, un evento che nel nuovo millennio è accaduto ben 5 volte, sintomo che la Sampdoria non è una squadra facile da battere in nessuna occasione. Tuttavia la squadra blucerchiata non vince a San Siro addirittura dalla stagione 1996/97, quando una doppietta di Montella risultò decisiva nella vittoria per 3-4: nella penultima occasione, invece, è stata l’Inter a ottenere i tre punti grazie al successo per 3-2. In quell’occasione fu Munari a sbloccare la partita ma le reti di Milito, Palacio e Guarin permisero ai nerazzurri di assicurarsi l’intera posta in palio; inutile, invece, la rete di Eder allo scadere. Il 3-2 non può che evocare ricordi indelebili per tutti i tifosi nerazzurri, che nella stagione 2004-2005 si trovavano sotto per 0-2 a pochi minuti dalla fine, salvo poi ribaltare tutto con tre reti nei minuti di recupero: un’impresa che ancora oggi resta impressa nella storia della Serie A italiana. Per quanto riguarda l’ultimo precedente, infine, Renan a tempo scaduto permise alla Sampdoria di agguantare il pari dopo il gol del momentaneo vantaggio di Guarin.

LE STATISTICHE – Inter-Sampdoria è da sempre sinonimo di spettacolo assicurato in campo e sugli spalti, visti i gol che le due squadre hanno segnato nella storia di questo incontro. Nei 57 precedenti, infatti, sono addirittura 160 le reti totali realizzate: 110 segnate dall’Inter, 50 dalla Sampdoria. Una media di 2.80 gol a partita che risulta essere tra le più alte della Serie A, e sarà sicuramente utile agli scommettitori in vista dell’incontro di domenica pomeriggio.
Il miglior marcatore dell’Inter sino a questo punto della stagione è Mauro Icardi, una vecchia conoscenza blucerchiata, che condivide il trono di capocannoniere con Pablo Daniel Osvaldo, anche lui a quota 4 reti; anche Gabbiadini, il miglior attaccante blucerchiato, ha realizzato lo stesso numero di reti. Chi riuscirà a trascinare la propria squadra al successo?

L’Inter potrebbe accusare un po’ di stanchezza dopo un periodo in cui, di fatto, ha giocato ogni tre giorni. Per questo non è impossibile il colpo esterno della Sampdoria, sulla falsa riga di quanto fatto dal Cagliari qualche settimana fa..

domenica 26 ottobre 2014

8ª G.Cesena-INTER 0-1


Fin dalle primissime battute è la squadra nerazzurra ad avere il comando delle operazioni, con un Cesena che, logicamente, bada più a contenere gli avversari cercando però qualche spazio per ripartire (peraltro faticando parecchio a trovarne). Il copione si mantiene così per mezz’ora, finché Hernanes non inventa un pallonetto spiovente in area per Palacio che, scattando, elude il fuorigioco e tutta la difesa romagnola e viene quindi travolto da Leali in uscita: rigore ed espulsione per il portiere bianconero. Sul dischetto va Icardi che realizza freddamente, portando in vantaggio l’Inter.
L’uomo in meno scuote però i padroni di casa che, per niente intimoriti, alzano il baricentro della squadra e si fanno pericolosissimi, specialmente nel gioco aereo: prima Cascione e poi, su calcio d’angolo, Djurić e Marilungo vanno vicinissimi al pareggio. Handanovič mura il bosniaco e l’ex Atalanta mette alto di pochissimo da ottima posizione, sprecando così la miglior chance per i padroni di casa di tutto il primo tempo. Poco prima dell’intervallo il Cesena mette ancora apprensione agli ospiti attirando fuori dai pali Handanovič ma il portiere sloveno subisce una carica salvifica per i suoi, che erano rimasti coi pali completamente sguarniti: è l’ultima emozione di un primo tempo giocato con buon ritmo da entrambe le formazioni.
Nella ripresa il Cesena continua a giocare a viso aperto nascondendo benissimo l’uomo in meno, ma Guido Marilungo è ancora una volta impreciso sotto porta attorno al 55′, quando la difesa interista si dimentica completamente il numero 89 romagnolo. Qualche minuto dopo tocca invece a Icardi e Hernanes spaventare Agliardi ma entrambe le conclusioni si spengono a lato. Il Cesena ha poi una palla buona per pareggiare (anzi, una chance che Cascione rende buona con un gran tiro da posizione impossibile) al minuto 71 ma Handanovič riesce a smorzare l’ottima conclusione del mediano romagnolo.
Nell’ultimo quarto di gara Bisoli inserisce tutte le punte a disposizione per provare a riacciuffare il risultato mentre l’Inter butta via troppi palloni interessanti sulla trequarti avversaria, non riuscendo mai a chiudere la partita, nemmeno con una succosissima doppia occasione in pieno recupero con Palacio e Icardi...


sabato 25 ottobre 2014

Lo stile non si eredita !


F.C. Internazionale prende atto dell'ennesimo tentativo del Presidente Agnelli di mistificare i fatti e di cambiare il corso della storia. Purtroppo per lui e per tutto il calcio italiano il 2006 é stato un anno disastroso, in cui lo scudetto é stato assegnato legittimamente all'Inter dalla FIGC, e la Juventus é stata retrocessa in serie B insieme alla sua reputazione. Questi sono i fatti. Che non permetteremo a nessuno di alterare né di dimenticare.

F.C. Internazionale prende atto dell'ennesimo tentativo del Presidente Agnelli di mistificare i fatti e di cambiare il corso della storia. Purtroppo per lui e per tutto il calcio italiano il 2006 é stato un anno disastroso, in cui lo scudetto é stato assegnato legittimamente all'Inter dalla FIGC, e la Juventus é stata retrocessa in serie B insieme alla sua reputazione. Questi sono i fatti. Che non permetteremo a nessuno di alterare né di dimenticar
F.C. Internazionale prende atto dell'ennesimo tentativo del Presidente Agnelli di mistificare i fatti e di cambiare il corso della storia. Purtroppo per lui e per tutto il calcio italiano il 2006 é stato un anno disastroso, in cui lo scudetto é stato assegnato legittimamente all'Inter dalla FIGC, e la Juventus é stata retrocessa in serie B insieme alla sua reputazione. Questi sono i fatti. Che non permetteremo a nessuno di alterare né di dimenticar

venerdì 24 ottobre 2014

NUMERI & CURIOSITÁ...Cesena-INTER



L’Inter per uscire dalla crisi, il Cesena per compiere l’impresa che non è mai riuscita nella sua storia. Motivazioni diverse a San Siro ma, sicuramente, i motivi per vedere la partita ci sono: anche perché in caso di vittoria dei bianconeri le due squadre sarebbero appaiate in classifica, un caso più unico che raro.

I PRECEDENTI – 12 precedenti tra Cesena e Inter, con i padroni di casa che non sono mai riusciti a strappare tre punti ai più quotati rivali. Per quattro volte le due squadre si sono suddivise equamente la posta in palio mentre i nerazzurri hanno trionfato nelle restanti otto volte; l’ultimo precedente risale alla stagione 2011-2012, l’ultima in A del Cesena, quando a risultare decisiva fu una rete di Ranocchia. La partita più emozionante, però, è sicuramente quella della stagione precedente: Budan portò in vantaggio i romagnoli a inizio ripresa, poi una doppietta di Pazzini nei minuti di recupero fece crollare  l’entusiasmo dei tifosi locali.

LE STATISTICHE – Grandi differenze a livello realizzativo, con i meneghini che hanno segnato il doppio dei gol rispetto al Cesena (24 contro 12). Entrambe le squadre hanno mostrato la propensione a realizzare più reti nella ripresa: rispettivamente 4 e 9 nei primi tempi, 8 e 15 nelle riprese. Ben 3 gol a partita quindi, un numero elevatissimo che fa ben sperare per l’incontro domenicale.
Il miglior marcatore del Cesena sino a questo momento della stagione è Alejandro Rodriguez, con due segnature, mentre l’Inter potrà contare soltanto sui gol di Mauro Icardi – a quota tre gol – e non su quelli del proprio capocannoniere Pablo Daniel Osvaldo, fuori per ancora un paio di settimane almeno.
L’Inter è favorita ma in trasferta, sino adesso, non ha ancora vinto in campionato.
Il resto é poesia !

giovedì 23 ottobre 2014

EL...INTER-S.Etienne 0-0


La partita, nonostante una nutritissima presenza di tifosi francesi (svariate migliaia) che rendono San Siro un catino bollente, non decolla mai nel primo tempo e non offre nemmeno lontanamente uno spettacolo pari a quello sugli spalti, fomentato anche dall’esposizione (da parte degli interisti) di uno striscione del Nizza, acerrimo rivale in patria del Saint-Étienne, che scalda a dovere il pubblico dei Verdi. Nei primi 10′ Guarín e Pogba cercano la fortuna con un tiraccio dalla distanza a testa ma non impensieriscono i portieri. Tocca poi a Icardi rendersi pericoloso due volte nel giro di sei minuti ma il centravanti argentino, abile a smarcarsi sull’esterno in entrambe le occasioni, non inquadra mai la porta di Ruffier.
Dopo il 20′ è il turno di Guarín: il colombiano entra in area ma spara in porta da posizione troppo defilata per evitare l’estremo difensore avversario, che devia in angolo. Poco dopo è nuovamente Pogba a cercare il gol di testa su calcio d’angolo, ma il pallone sfila a lato. Prima dell’intervallo ci prova anche van Wolfswinkel ma la sua inzuccata finisce lontanissima; chi inquadra bene lo specchio, invece, è Tabanou, che su punizione spara un siluro dai 35 metri sul quale, però, Carrizo si fa trovare pronto e quindi spinge in corner acrobaticamente. È l’ultima emozione, forse l’unica, di un primo tempo davvero povero di contenuti.
La ripresa non offre assolutamente nulla per quasi venti minuti; a regalare un’emozione al pubblico è Kuzmanović ma solo dopo l’ora di gioco, quando comunque si fa parare un sinistro sparato da ottima posizione dentro l’area. Cinque minuti dopo è Tabanou a cercare la rete da dentro i sedici metri dell’Inter ma Carrizo para (il francese lamenta anche un fallo di mano di Andreolli, peraltro), così come si ripete un minuto dopo su Hamouma, imbeccato benissimo da Monnet-Paquet. Il match sembra accendersi ma è un fuoco di paglia, perché subito dopo si reincanala sui binari sonnacchiosi dell’inizio della ripresa, almeno fino a un tiro ben indirizzato di Hernanes (minuto 88), comunque neutralizzato da Ruffier.
Pessimo Mazzarri nelle sue decisioni....

Moratti dice basta....fine di una era...grazie per sempre e comunque !


Massimo Moratti ha detto addio all'Inter. Un fulmine a ciel sereno per molti, ma non per tutti.
Dopo diciannove anni termina ufficialmente l'era di Massimo Moratti all'Inter. Il petroliere ha infatti rinunciato al ruolo di vicepresidente onorario.Con lui si sono dimessi anche il figlio Angelomario, vicepresidente come Javier Zanetti, e i consiglieri Rinaldo Ghelfi e Alberto Manzonetto.La ragione dell'addio va ricercata nel ruolo sempre più marginale di Moratti nella nuova gestione di Erick Thohir, presidente nerazzurro dal 15 ottobre 2013.
Il 25 febbraio 1995 Moratti acquista ufficialmente l'Inter, che era già stata di proprietà del padre Angelo dal 1955 al 1968.Tra il 2004 e il 2006, il ruolo di presidente viene però ricoperto da Giacinto Facchetti.
Tra i primi acquisti, proprio nell'estate del 1995, un giovanissimo Javier Zanetti, che 18 anni dopo è ancora in nerazzurro, come capitano e bandiera da record per presenze (845).
 Nell'estate del 1997, Moratti sborsa 48 miliardi di lire (la clausola rescissoria) assicurandosi Ronaldo. Sarà solo il primo di una lunga serie di acquisti faraonici.
Nel 1998 lo scudetto tra le polemiche finisce alla Juve ma la squadra allenata da Gigi Simoni conquista a Parigi la Coppa Uefa, primo trofeo dell'era Moratti.
Nel 1998 lo scudetto tra le polemiche finisce alla Juve ma la squadra allenata da Gigi Simoni conquista a Parigi la Coppa Uefa, primo trofeo dell'era Moratti.
Nel 1999 sono addirittura 90 i miliardi spesi per Vieri, che per sei stagioni è il bomber dei nerazzurri. Lo scudetto però ancora non arriva.
La sfortuna non sembra voler abbandonare l'Inter neanche nel 2002: con Cuper in panchina, il 5 maggio, il titolo sfugge nel modo più doloroso, all'ultima giornata.
Con Roberto Mancini però la musica cambia: la squadra cresce e dopo lo scudetto a tavolino post-Calciopoli arrivano altri due titoli sul campo con lo jesino in panchina.La squadra nerazzurra vince dominando, trascinata da un Ibrahimovic che in Italia non ha rivali.
Dopo l'addio di Mancini, il timone passa a Mourinho che vince subito un altro tricolore ma poi in estate decide di cambiare tutto per costruire una squadra adatta all'Europa.
Via Ibrahimovic, la nuova Inter è costruita su un solido 4-2-3-1, con Eto'o fantastico attaccante esterno in supporto di Milito. In rosa anche un bizzoso Balotelli.
La stagione perfetta si completa a Madrid, quando Zanetti e compagni dopo Coppa Italia e scudetto vincono anche la Champions League per uno storico triplete.
Dopo l'addio di Mancini, il timone passa a Mourinho che vince subito un altro tricolore ma poi in estate decide di cambiare tutto per costruire una squadra adatta all'Europa.
Mourinho si trasferisce al Real Madrid e la sua pesante eredità viene raccolta da Benitez che però dura solo sei messi, regalando comunque a Moratti il Mondiale per club.
Dopo due anni altalenanti, tra Leonardo, Gasperini e Stramaccioni, Moratti sceglie Mazzarri, che passerà alla storia come l'ultimo allenatore della proprietà Moratti ma anche il primo di Thohir.
Moratti è il presidente più vincente della storia dell'Inter: 16 trofei conquistati (5 scudetti, 4 Coppe Italia, 4 Supercoppe italiane, 1 Champions League, 1 Coppa Uefa, 1 Mondiale per club).
Da troppo tempo i rapporti fra Erick Thohir e Moratti erano claudicanti, perché il presidente ha sempre fatto di testa sua, forte del 70 per cento delle azioni, da lui acquistate il 15 ottobre 2013, cercando però di usare Moratti come parafulmine, sottolineandone, secondo opportunità, stima e necessità di collaborare – ha scritto -. La goccia che ha determinato l'uscita di Moratti sono state le parole pronunciate lunedì dal ceo Bolingbroke, che ha parlato in pubblico di una situazione economico-finanziaria della società pre-fallimentare.
Era già successo in altre occasioni, e una sola volta Moratti aveva spiegato la situazione (a Latina a fine maggio), ma Thohir, che non ha pagato nemmeno un euro per una società valutata 500 milioni, girando soltanto i 149 milioni di debiti del club alle banche, ha insistito. Moratti questa vota si è stufato, anche perché Thohir ha avuto quattro mesi per analizzare tutti conti della società. Se la situazione era così disastrosa, avrebbe potuto rinunciare. Invece è andato avanti e aveva definito l'acquisto dell’Inter un grande affare. Ora ha cambiato idea. Anche Moratti

domenica 19 ottobre 2014

7ª G. INTER-Napoli 2-2


Un Inter-Napoli a dir poco pazzo termina 2-2 dopo che per 80 minuti le due squadre non si erano fatte male. La doppietta di Callejon infatti sveglia l’Inter che pareggia per ben due volte, prima con Guarin e poi con Hernanes a tempo praticamente scaduto: molto bene l’Inter nel primo tempo, meglio il Napoli nel secondo che però ha la colpa di non essere riuscito a mettere in ghiaccio la partita.
Mazzarri promuove Obi titolare sulla destra, confermando in blocco la difesa titolare, con Palacio alle spalle di Icardi; Benitez sceglie Britos sulla sinistra, relegando in panchina Ghoulam, con Higuain unica punta alle spalle di Hamšík-Insigne-Callejón.
L’Inter parte con una buona personalità e impone il proprio gioco contro un Napoli timoroso e difensivista. Icardi ha una doppia chance per portare in vantaggio i suoi: sbaglia il primo complice una prodezza difensiva di Britos mentre nella seconda è sfortunato perché il pallone rotola di un soffio a lato. Obi fuori ruolo è probabilmente il miglior in campo insieme a Kovačić, gli azzurri invece non pervenuti sino alla mezz’ora; Hernanes sale di colpi e, dopo un paio di conclusioni decisamente da rivedere, scaglia un sinistro imparabile che termina la propria corsa sul palo. Rispetto agli orrori di Firenze, nel primo tempo, l’Inter può essere più ottimista.
Benitez carica i suoi all’intervallo e il Napoli torna in campo con un piglio diverso: Insigne colpisce un palo esterno solo per merito di un grande intervento difensivo di Obi, Callejon ci prova dalla distanza e trova l’opposizione di Handanovic mentre Higuain continua a sparare a salve. Icardi lavora molto di sponda ma non ha più palloni giocabili, Palacio è lontano dalla miglior forma fisica e la manovra nerazzurra si appanna leggermente rispetto all’inizio. Mbaye prende il posto di un ottimo Obi mentre Benitez si gioca la carta Mertens: il gol del vantaggio azzurro, però, non è merito di una giocata del belga ma di una disattenzione difensiva di Vidic. Il serbo serve un perfetto assist, sugli sviluppi di una innocua rimessa laterale, a Callejon che col destro trafigge il portiere interista. Nemmeno il tempo di esultare, tuttavia, e l’Inter pareggia subito: angolo, sponda di Icardi e conclusione perfetta al volo di Guarin, praticamente appena entrato in campo. Il finale di gara è scoppiettante: David Lopez sventaglia un sinistro magico per Callejon che, col mancino, fa un gol al volo da rivedere decine di volte. Il tempo di mettere la palla al centro e Dodò serve un bellissimo cross per l’accorrente Hernanes, la cui frustata è valida per il 2-2.
Altri 2 punti gettati al vento !

Inter, triplo Puscas nel derby. Thohir applaude


Inter batte Milan 4-1 nel derby Primavera nel nome di George Puscas. E il presidente Erick Thohir, che ha assistito alla partita, sorride per la prestazione del giovane centravanti.
Il rumeno sul campo dei rossoneri (lo stadio Vismara) realizza una storica tripletta e annichilisce la squadra allenata da Cristian Brocchi. A sbloccare il punteggio per i nerazzurri Camara, che si presenta a tu per tu con Livieri e lo batte. Difesa rossonera immobile. Poi arriva il raddoppio, firmato da Puscas con un diagonale irresistibile.
Nel finale di tempo il Milan dimezza il divario con un rigore di Vido, concesso per atterramento dello stesso giocatore da parte di Giamfy. Nella ripresa Felicioli stampa sul palo la palla del 2-2, poi - dopo l'espulsione del milanista De Santis - dilagano i ragazzi di mister Vecchi, con due nuove reti di Puscas in tre minuti.

Ma in prima squadra i giovani promettenti mai ???

venerdì 17 ottobre 2014

NUMERI & CURIOSITÁ...INTER-Napoli



L’Inter di Walter Mazzarri torna a San Siro dopo le sconfitte con Cagliari e Fiorentina, due partite che hanno messo il morale sotto i tacchi; il Napoli invece è reduce da un bel successo interno contro il Torino. Sarà una bella partita perché entrambe le squadre hanno bisogno dei tre punti per tornare nelle parti alte della classifica.

I PRECEDENTI – Nei 68 precedenti disputati tra Inter e Napoli, i padroni di casa si sono aggiudicati l’intera posta in palio per ben 45 volte, lasciando solo le briciole ai partenopei; le vittorie azzurre, infatti, sono solamente 8 mentre le due compagini si sono equamente suddivise l’intera posta in palio per 15 volte. Come nell’ultimo precedente, quando le due squadre lasciarono le rispettive porte inviolate in uno scialbo 0-0. Nell’incontro della stagione 2012-2013 disputata allo Stadio Giuseppe Meazza, invece, le reti di Guarin e Milito nel primo tempo decisero l’incontro, nonostante il gol di Cavani in apertura di ripresa: fu l’ultimo grande ruggito della squadra di Stramaccioni, che poi iniziò il terribile declino che portò l’Inter sino al nono posto in classifica. Nell’anno precedente, invece, fu un assolo napoletano in terra lombarda: uno 0-3 micidiale firmato da Campagnaro, Maggio e Hamsik. E’ l’unico acuto dei campani nel nuovo millennio, però, dato che il Napoli ha sempre perso dal 2000 a oggi contro l’Inter, tranne in quell’occasione e nella scorsa annata.

LE STATISTICHE – Inter-Napoli è sinonimo di spettacolo e tanti, tanti gol. Osservando i freddi numeri, infatti, le due squadre hanno realizzato un totale di 197 gol: 132 di questi hanno permesso alla squadra meneghina di esultare, i restanti 65 invece sono firmati da giocatori azzurri. L’Inter ha mostrato la tendenza a essere molto più prolifica nella ripresa (76 contro 56 reti nei primi 45 minuti) mentre i numeri riferiti al Napoli ci raccontano di come sia indifferente per la squadra partenopea andare in rete in un tempo o nell’altro (33 a 32 gol). Il capocannoniere del Napoli sino a questo momento della stagione è Callejon con 4 gol in 6 presenze, lo stesso dato che può vantare Osvaldo, l’attaccante nerazzurro più prolifico, seguito a ruota da Icardi con 3 marcature.

L’Inter può solo vincere per scacciare una crisi che due partite fa nessuno si sarebbe immaginato; il Napoli però venderà cara la pelle perché, dopo uno stentato avvio di stagione, la squadra sempre essere tornata quella della passata stagione...


giovedì 16 ottobre 2014

D'Ambrosio torna solo a dicembre...







L'infortunio di Danilo D'Ambrosio è più grave di quello che si pensava inizialmente. L'esito degli esami all'istituto Humanitas a Rozzano a cui si è sottoposto l'esterno dell'Inter sono spietati: lesione al legamento collaterale mediale del ginocchio destro.
 
Il giocatore dovrà fermarsi per almeno 6 settimane e tornerà in campo solo ad inizio dicembre, probabilmente il 7, in casa contro l'Udinese. Molto difficile un suo rientro per la gara del 30 novembre contro la Roma.

sabato 11 ottobre 2014

INTER-Napoli...ultima spiaggia per Mazzarri !


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Ultima spiaggia. La sfida con il Napoli, in programma dopo la sosta riservata alle nazionali, sarà decisiva per il futuro di Walter Mazzarri sulla panchina dell’Inter.
Le dure sconfitte con Cagliari e Fiorentina hanno lasciato il segno. Il presidente Thohir ha dato un’altra chance a Mazzarri, concedendogli una fiducia a tempo, ma nel frattempo ha telefonato a Massimo Moratti esponendogli i suoi dubbi. Il tecnico dell’Inter deve dimostrare di avere ancora in mano la squadra, in un momento molto difficile, in cui la maggior parte dei tifosi gli ha voltato le spalle.
La gara con il Napoli sarà quindi molto delicata: potrebbe essere proprio Rafa Benitez, che con l’Inter si è lasciato male quattro anni fa, a dare il colpo di grazia a Mazzarri. La classifica dei nerazzurri piange e non saranno tollerati ulteriori passi falsi.

venerdì 10 ottobre 2014

Osvaldo ko un mese


Altra brutta notizia per Walter Mazzarri.
L'Inter, reduce dalle sconfitte con Cagliari e Fiorentina, dovrà fare a meno per un mese di Osvaldo.
Come evidenziato dagli esami, per l'attaccante ex Roma e Juventus lo stop è dovuto allo stiramento di secondo grado dell'adduttore sinistro rimediato in Nazionale.
Osvaldo è subito rientrato a Milano, saltando ovviamente la partita di venerdì sera contro l'Azerbaigian, e dovrebbe restare a guardare le prossime sette partite dei nerazzurri.
Mazzarri avrà quindi un parco attaccanti ridotto all'osso fino alla prossima sosta, con Palacio che sarà chiamato agli straordinari (e soprattutto a sbloccarsi in zona gol) come partner di Icardi.

martedì 7 ottobre 2014

Dalla pentola .....alla brace ?



Il patron Thohir ha deciso di concedergli un'ultima chance. Nonostante le due pesantissime sconfitte consecutive in campionato, contro Cagliari e Fiorentina (ben sette gol subiti), Mazzarri è ancora alla guida dell'Inter. I problemi evidenziati dai nerazzurri sono diversi ma Mazzarri pare certo di poter trovare una soluzione.

Il tecnico si giocherà il suo futuro nella prossima sfida di campionato, quando se la vedrà con il Napoli, sua ex squadra. In caso di nuovo passo falso, l'esonero di Mazzarri sarà inevitabile e la Beneamata ripartirà con un nuovo allenatore e un nuovo progetto tecnico. In realtà, sarebbe già stato individuato il nome giusto per prendere il posto di Mazzarri.

Il prescelto sarebbe un ex stella nerazzurra, ovvero quel Zenga che, da anni, sogna una chiamata dalla sua ex squadra. Classe 1960, l'Uomo Ragno ha già allenato in Italia (Catania e Palermo) e non vede l'ora di rientrare nel calcio che conta, possibilmente alla guida dell'Inter.


domenica 5 ottobre 2014

6ª G. Fiorentina-INTER 3-0 ...


La Fiorentina distrugge l’Inter 3-0 e compie un passo avanti notevole rispetto alle ultime uscite casalinghe. Reti meravigliose di Babacar e Cuadrado nel primo tempo, partita chiusa poi nella ripresa da Tomovic dopo una bella serpentina in mezzo all’area nerazzurra; brutte notizie per Mazzarri che arriva alla sosta con 8 punti in sei partite.
Emozioni forti sin dal calcio d’inizio visto che, al sesto, i viola sono già in vantaggio: Babacar riceve palla, si gira e con il destro spara una bomba all’incrocio dei pali imprendibile per Handanovic. La reazione nerazzurra è immediata e Icardi sfiora il pareggio con un bel tiro a giro che esce di un soffio ma, un quarto d’ora più tardi, Cuadrado disegna un’altra parabola meravigliosa e con l’aiuto del palo fa 2-0. L’Inter fa la partita ma a segnare è solo la viola: il numero 9 nerazzurro è tra i più attivi ma la manovra interista è di difficile comprensione, con D’Ambrosio tra i più propositivi sulla fascia destra.
L’Inter deve rimettere in piedi una partita difficile, con la Fiorentina che però non demorde alla ricerca del 3-0: in una delle tante serpentine di Cuadrado, il colombiano si ritrova davanti ad Handanovic ma spara sui piedi del portiere sloveno. Il non imporre il proprio gioco è probabilmente l’elemento più preoccupante per Mazzarri, che sembra aver perso il pallino della squadra dopo la partita contro l’Atalanta: Palacio entra in campo al posto di uno spento Osvaldo e, dopo aver ricevuto un bel pallone da Icardi, spara sull’esterno della rete con il sinistro. La serata nerazzurra prende ancora di più una brutta piega quando Tomovic, dopo aver accelerato in maniera vigorosa, sorprende Handanovic sul suo palo con una bel rasoterra di destro. Il miracolo di Neto su Hernanes è l’epilogo di una partita dominata in lungo e in largo dalla Fiorentina, superiore all’Inter sotto ogni punto di vista.

Firenze...Inferno o paradiso ?

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I quattro gol subiti con il Cagliari aleggiano ancora durante la conferenza stampa di Walter Mazzarri, alla vigilia della trasferta di Firenze.
Una sfida da non sottovalutare: "Quella contro la Fiorentina è una partita difficilissima – sottolinea Mazzarri –, la squadra di Montella non dà punti di riferimento, gioca benissimo a calcio, palla a terra, i giocatori si muovono tutti, per noi sarà complicato perché non si sa mai chi fa l'esterno e chi la punta".
Il tecnico appare nervoso e risponde spesso in maniera piccata: "Io non ho sorrisi finti, sono un allenatore serio, se sento delle cose ingiuste lo dico, anche perché è un modo di caricare me stesso e i giocatori. Quando sento critiche costruttive ne faccio tesoro, ma alle cose senza senso e con ingiustizie palesi, reagisco alla mia maniera".
Alcuni gli fanno notare un labiale in cui non era stato tenero con i suoi giocatori durante Inter-Cagliari: "Durante la partita – ribatte – ho il diritto e il dovere di dire le cose che penso siano giuste, devo cercare di stimolare i giocatori e fargli tirare fuori tutto, io lo chiamo elettroshock; mi sono inventato anche termini più forti".

sabato 4 ottobre 2014

A tutto...Walter !


Ecco un estratto dell'intervista a Walter Zenga. L'ex portiere dell'Inter analizza l'avvio di campionato dei nerazzurri spiegando il suo punto di vista sull'avventura di Mazzarri sulla panchina del club. Il consiglio fondamentale di Zenga è quello di stare vicini alla squadra e di non fischiare alla prima difficoltà. L'appello ai tifosi è chiaro.

Zenga com'è il calcio italiano visto da Dubai?
«Juve e Roma oggi non hanno rivali. Per me però è importante soprattutto ricordare da dove sono arrivate: Conte aveva ereditato una squadra fuori dall'Europa e idem per Garcia. Entrambi sono stati bravi a completare quel processo necessario per tornare grandi. Avete visto come ha giocato la Roma col City? Quel rigore dopo neanche cinque minuti avrebbe ammazzato un toro, ma non una squadra che è "allenata" a vincere. La Roma ha acquisito quella mentalità che ti permette di ottenere risultati attraverso l'assunzione di responsabilità e il volersi sempre migliorare vedendo ogni partita come una sfida continua. Stesso discorso vale per la Juventus».

Inter e Milan invece arrancano.
«Beh, non dimentichiamo che tra il 2010 e il 2011 l'Inter ha vinto tutto. Non parliamo certo di quindici anni fa, però trovo una differenza sostanziale con Juve e Roma. Là i vari Buffon, Marchisio, Totti, De Rossi e Florenzi sono la base su cui la società ha costruito qualcosa di importante, mentre all'Inter questo un po' manca».

Come spiega, da allenatore e da interista, la mancanza di feeling dei tifosi nei confronti del tecnico Mazzarri?
«È difficile da capire perché l'anno scorso l'Inter il suo l'ha fatto arrivando quinta dopo un nono posto. Quest'anno, lo scudetto per Mazzarri sarà tornare in Champions e quindi arrivare terzo. Da ex giocatore dell'Inter, non mi permetterei, come fanno altri, di criticarlo e credo che l'incidente di percorso col Cagliari sarà presto ammortizzato. Però credo che in un club, per tornare a vincere, debba esserci sinergia e compattezza tra le cinque componenti fondamentali: società, squadra, allenatore, stampa e tifosi, ecco questo all'Inter non lo vedo ancora».

Da chi prendere esempio?
«Dall'Atletico: sono stato ospite a Madrid del loro ds Andrea Berta, che ritengo uno dei migliori dirigenti italiani, e poi sono stato al Real dal mio amico Ancelot-ti: Valdebebas è un centro sportivo da extraterrestri, vedere in campo tutti insieme Cristiano, Modrid, Bale, Benzema e James Rodriguez è pazzesco però, alla fine, l'Atletico, avendo Simeone creato un micro cosmo dove tutti remano nella stessa direzione, è riuscito a colmare il gap. In Italia un esperimento di questo tipo lo sta portando avanti Mihajlovic alla Sampdoria. Però bisogna vedere come andrà in tv Ferrero dopo le prime sconfitte...».

Mazzarri va aiutato?
«Sì, va aiutato. Perché è proprio quando le cose non funzionano che deve esserci sinergia tra quelle famose cinque componenti. Se appena giochi male, iniziano i fischi, beh è difficile andare lontano».

venerdì 3 ottobre 2014

NUMERI & CURIOSITÁ...Fiorentina-INTER


Umori sotto i tacchi per le due squadre: la Fiorentina ha raccolto poco più di un punto a partita sino adesso, segnando solo due reti e impressionando più per gli infortuni che per il bel gioco. L’Inter invece è reduce da una sconfitta casalinga con tre gol di scarto dall’ex ultima squadra in classifica, non certo un bel biglietto da visita con cui presentarsi all’Artemio Franchi.
I PRECEDENTI – Fiorentina e Inter si sono affrontate 76 volte all’Artemio Franchi di Firenze: in 26 occasioni sono stati i viola ad assicurarsi la massima posta in palio, mentre per 32 volte le due squadre si sono aggiudicate un punto a testa. Infine i nerazzurri hanno potuto festeggiare il successo lontano da San Siro per 18 volte, di cui 4 nelle ultime 10 partite disputate tra le due squadre.
Nella penultima occasione è stato un trionfo viola: due doppiette di Ljajic e Jovetic sbriciolarono l’Inter di Andrea Stramaccioni, che di lì a breve sarebbe caduta in una crisi tremenda che la portò direttamente al nono posto in classifica. A nulla servì, infine, il gol allo scadere di Antonio Cassano, che servì soltanto per fissare il punteggio sul definitivo 4-1. Per quanto riguarda l’incontro della stagione 2014-2015, invece, Mazzarri ebbe più fortuna del suo predecessore: il vantaggio di Palacio venne pareggiato da Cuadrado a inizio ripresa, ma dalla panchina fu Mauro Icardi a risolvere la partita, seppur partendo da posizione irregolare.
LE STATISTICHE – La squadra di Vincenzo Montella ha realizzato 109 gol contro i rivali nerazzurri, che hanno fermato il conto a 84 reti in 75 precedenti. Entrambe le squadre hanno mostrato una leggera propensione a segnare maggiormente nella ripresa (rispettivamente 58 e 50 gol) rispetto ai primi 45 minuti degli incontri (51 e 34). L’unica fascia in cui i nerazzurri hanno segnato più dei rivali (21 reti contro le 17 viola) è quella compresa tra il 61° e il 75° minuto: un dato che potrà sicuramente interessare gli scommettitori più accaniti.
Il capocannoniere dell’Inter e della Serie A, a pari merito con altri giocatori, è Pablo Osvaldo con 4 reti, seguito a ruota da Icardi (3) e Kovacic (2); per quanto riguarda la Fiorentina, invece, i viola sino adesso hanno segnato soltanto due marcature in campionato, con Babacar e Kurtic.
La formazione di Mazzarri non sta disputando un buon calcio e giovedì, in Europa League, si è salvato probabilmente solo il risultato. In più in trasferta sino adesso i nerazzurri hanno raccolto soltanto due pareggi, a Torino e a Palermo....
Prepariamoci al peggio !

giovedì 2 ottobre 2014

EL...INTER-Qarabag 2-0


In avvio è il Qarabağ a tenere il pallino del gioco e a cercare delle combinazioni verticali in velocità con l’Inter che rimane ferma ad aspettare gli azeri, i quali mostrano una certa autostima col pallone tra i piedi; l’equilibrio viene però spezzato da Danilo D’Ambrosio, che segna grazie a un bel destro a giro che trafigge Šehić non senza una piccola deviazione di un difensore azero. La rete galvanizza gli uomini del Biscione che nel prosieguo del primo tempo si affacciano più spesso nella metà campo avversaria, grazie anche a un miglior attacco della profondità dato dagli esterni, Guarín ed Hernanes. Verso l’intervallo, però, i nerazzurri rischiano grossissimo: il portiere del Qarabağ pesca con una fiondata d’altri tempi Reynaldo, che si invola benissimo dentro l’area ma sbaglia la misura dell’ultimo tocco e spedisce a lato una clamorosa occasione per gli azeri. San Siro suda freddo e il pubblico reagisce con una bordata di fischi; la prima frazione di gioco finisce qui.
Nella ripresa l’Inter consolida il proprio possesso all’interno della metà campo azera ma non si assiste a nessun tiro in porta fino all’ora di gioco, quando Icardi prende la mira e costringe Šehić a rifugiarsi in angolo con un gran tiro da fuori. Il Meazza si prende poi un bello spavento quando la barella viene chiamata in campo due volte nel giro di pochi minuti: prima è Hernanes a fermarsi (da solo, in mezzo all’area avversaria) e a lasciare il campo scortato dai paramedici, al suo posto entra Obi. Poco dopo anche Icardi, a sostituzioni esaurite, si blocca ma il centravanti argentino riesce a rimanere in campo dopo le prime cure. La botta però sembra aver lasciato qualche segno all’ex blucerchiato perché, a 8′ dalla fine, si divora un’occasione monumentale a tu per tu col numero uno avversario.
Il giovane numero 9 si riscatta poco dopo, quando un’illuminata palla di Osvaldo lo libera al tiro dal lato corto destro dell’area: la staffilata del centravanti è precisa e Šehić è rivedibile: 2-0 Inter e partita chiusa dagli uomini di Mazzarri